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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
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Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Mario Lavia
Ricomincio da Conte. L’acclamato Boccia detta già la linea a Schlein (e ripropone l’incubo giallorosso)

30/3/2023 - 13:02

Ricomincio da Conte. L’acclamato Boccia detta già la linea a Schlein (e ripropone l’incubo giallorosso)

Il neo capogruppo del Pd al Senato anticipa la segretaria e parla di possibili alleanze con i populisti a cinque stelle, prendendo le distanze in modo sprezzante dall’idea di un partito presentabile, costituzionale e repubblicano

Ricomincio da Conte, come Massimo Troisi ricominciava da tre: ma almeno lui faceva ridere. Invece Francesco Boccia, l’acclamato capogruppo del Pd a Palazzo Madama, inquieta: suona ancora la vecchia canzone dell’alleanza con Giuseppe Conte, cioè, a parte ogni altra considerazione, l’uomo che Elly Schlein sta duramente lavorando ai fianchi per farne polpette, come si vede dai sondaggi, più lei va su più lui va giù, come il caffè di Nino Manfredi. Con Boccia che ricomincia dal Movimento 5 stelle il “nuovo Pd” parte male: urge chiarimento della leader per capire se l’Acclamato parla per sé o per conto di lei. 

Nell’intervista di ieri alla Stampa Boccia, che nel giro schleiniano è il solo a pensare la politica come una volta, innanzi tutto afferma che «Elly non ha in mente un partito movimentista ma un partito che sia una casa dei movimenti, sono due cose diverse»: il che è vero, almeno nel senso che un partito «casa dei movimenti» è una cosa che non significa niente, stante il fatto – che la segretaria potrebbe spiegarli – che i movimenti non hanno bisogno di case, sono movimenti con la loro autonomia punto e basta, il che non cancella l’impressione che il Pd di Schlein per ora assomigli più a una partito radicale di massa che insegue le proteste sui temi civili soprattutto più che un partito che punti a una riforma organica del Paese.

Ma lui obietta che «non c’è nulla di radicale, c’è una bussola: la difesa degli ultimi». Che è un’altra affermazione un po’ generica, si possono «difendere gli ultimi» in modo radicale, persino impolitico, o estremista, senza una visione generale o lo si può fare tenendo conto delle complessità, della necessità di compromessi in vista di avanzamenti graduali eccetera eccetera. E in Francia – chiede il giornalista Alessandro Di Matteo – stareste con i manifestanti (come per esempio il Pd di Parigi-ndr)? Ma Boccia non risponde nel merito («Se toccano i più deboli non ci fermeremo ai talk show»), non si può andare contro il popolo evidentemente. 

Ed ecco la linea politica bocciana: a parte il solito sprezzo verso Carlo Calenda e Matteo Renzi, «Giuseppe Conte è una persona seria e intelligente, penso che non ipotizzi alcuna concorrenza. Mi sembra evidente che la posizione del Pd e quella del M5s abbiano punti di convergenza». Tipo l’Ucraina vero? 

Cioè, questi ancora non hanno capito che le alleanze si fanno certo sui programmi ma soprattutto sui valori, il primo tra i quali per un partito come il Pd dovrebbe essere quello della difesa della libertà dei popoli dagli attacchi di Paesi reazionari, una difesa che all’avvocato ex del popolo non si capisce come intende perseguire. 
Ancora non ha capito, l’Acclamato, che “Giuseppi”, ex amico di Trump e di Putin, è un personaggio che definire inaffidabile è fargli un complimento e che per fortuna si trova incapsulato in una crisi strutturale che finora non lo ha travolto solo grazie alla demagogia sul reddito di cittadinanza, ma che non ha un minimo di seguito sul territorio, non ha dirigenti che parlano al Paese e nemmeno un programma degni di questo nome. 

Evocare pertanto l’incubo giallorosso indicandolo come la nuova linea politica del Pd dovrebbe far venire la pelle d’oca a tutti quelli che hanno visto in Elly Schlein la carta identitaria per rompere con certa gente nonché dovrebbe spingere lei a fare chiarezza e uscire dal limbo dei radicalismi quotidiani. Auguriamole di essere in grado di nominare, martedì prossimo, una segreteria di persone serie, magari anche con esterni autorevoli. Altrimenti con questi consiglieri rischia davvero di essere bocciata, è il caso di dire, prima del tempo.

 










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