Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
L’ho fatto. L’ho accettato.
E mi ritrovo a dover sempre sottolineare che accettazione non significa rassegnazione.
Così come lottare per un mondo migliore non significa non accettare la propria condizione.
Posso accettare di essere malata, ma lottare per la parità dei diritti (vista la parità dei doveri) godendo ogni minuto della vita stessa.
Mi sento dire che io non posso quando dovrei essere io a stabilire e conoscere i miei limiti. Nessun essere umano dovrebbe arrogarsi il diritto di decidere per me (o per un altro essere umano).
Mi dicono che sono diversa per poi parlare di inclusione: mi estromettono per poi re-includermi. Alla fine ne ho sempre fatto parte di questo mondo… e tutti viviamo sulla stessa Terra.
Mi raccontano che LORO vorrebbero tanto che io facessi comunque parte di un mondo che LORO definiscono e che modificano in base a come LORO vogliono che io lo abiti.
E, sempre LORO, dichiarano che non possa essere vissuto da me a modo mio.
Ed urlano che io sono diversa e che quindi non ho diritto di vivere la mia vita appieno.
Io sono DISABILE quindi decidono LORO.
Io, assieme alla salute, ho perso la mia libertà e parte della mia dignità di essere umano.
E credono di sapere cosa sia meglio per me.
E sono convinti di avere ragione! Ma sapete cosa?
LORO sono esseri umani come me, non Dei.
E questo mondo è tanto loro quanto mio. Loro hanno il libero arbitrio ed io esigo il mio.
Sì: io dico NO.
E ringrazio tutti coloro che nel passato hanno detto NO. Sono grata ad ogni essere umano che si è opposto, che si è impegnato a cambiare ciò che non era giusto. E quanti sono stati! Quanti sono! E… spero… quanti saranno!
Perché lottare non significa che io non riesca a godermi la vita che ho, ma di certo significa che desidero disegnarla e colorarla come pare a me e, soprattutto, desidero fortemente che ogni essere umano possa possedere una matita, una gomma, un pennello e tanti colori per poter dipingere in totale libertà il proprio quadro, la propria vita.
E siccome è una, per quanto ad oggi sia stato dimostrato, vivetela come pare a voi, ma lasciate che la mia io possa viverla come pare a me!
SuperSimo in lotta.
Nota
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