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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di
Mario Lavia
Predellino rovesciato La dissoluzione di Forza Italia invita Meloni a sognare il Partito Unico

7/4/2023 - 11:50

Predellino rovesciato La dissoluzione di Forza Italia invita Meloni a sognare il Partito Unico della Destra

La forza politica berlusconiana rischia di essere fagocitata da Fratelli d’Italia, in una dinamica uguale e contraria a quella che nel 2007 portò alla nascita del Popolo della libertà

Anche se c’è chi ha cominciato a riavvolgere il nastro e redigere intempestivi bilanci dell’azione pluridecennale di Silvio Berlusconi, è senz’altro meglio rimandare questo esercizio e provare a concentrarsi sull’impatto che la forzata assenza del Cavaliere dalla scena pubblica – per un periodo verosimilmente non breve – potrà avere sullo scenario italiano.

A partire dal governo, che in verità non si vede perché mai dovrebbe indebolirsi a causa della lontananza del leader di Forza Italia, che semmai in qualche passaggio ha costituito un problema per la premier, in particolare a causa del filoputinismo in aperto contrasto con la linea atlantista di Giorgia Meloni – che dunque non ha motivi per impensierirsi per la malattia del Cavaliere.

Sul piano generale, che Forza Italia sia da anni una navicella che galleggia in acqua solo grazie alle varie e non sempre congruenti scelte di Berlusconi è una cosa da tutti risaputa, e dunque il suo obbligato stop è destinato a gettare nel panico dirigenti e parlamentari di quel partito che, da soli, non hanno mai mostrato un know how politico di particolare livello.

Le recenti indicazioni provenienti da Arcore attribuite alla senatrice Marta Fascina ma indubbiamente ispirate o avallate da Berlusconi mostrano il crescente avvicinamento di Forza Italia a Giorgia Meloni, e d’altra parte non ci vuole un genio della politica per capire che gli interessi del partito e di tutto ciò che ruota intorno a quel partito – ovviamente si sta parlando dell’impero economico – si difendono meglio stando in braccio alla presidente del Consiglio che non ponendosi contro di lei. Forse – e sottolineiamo forse – solo il Berlusconi, non diciamo dei tempi d’oro, ma anche di due-tre anni fa avrebbe potuto fare da controcanto, se non peggio, alla premier, ma in queste condizioni il partito degli “azzurri” è ineluttabilmente destinato a entrare nell’orbita di Fratelli d’Italia il cui gruppo dirigente con ogni probabilità si dispone all’operazione del Partito Unico della Destra (con una Lega sempre meno influente fuori): insomma, un “Predellino rovesciato” di Giorgia Meloni più o meno specchio di quello del 2007 ad opera – corsi e ricorsi – di Silvio Berlusconi.

Ricordate? Erano circa le 18 del 18 novembre 2007 quando Berlusconi si presentò in piazza San Babila a Milano, ove era in corso l’iniziativa nazionale “Subito al voto”, una campagna popolare di raccolta di firme organizzata da Forza Italia per chiedere nuove elezioni (il secondo governo Prodi stava saltando per aria). Salendo sul predellino di un’auto il Cavaliere annunciò ai microfoni dei giornalisti la nascita ufficiale del nuovo grande partito del “ Popolo della libertà”, una fusione ma in pratica una specie di annessione dei centristi e di Alleanza nazionale di Gianfranco Fini – che sul momento s’indignò ma poi scese a patti –, quello stesso Popolo della libertà che poi vinse le elezioni del 2008.
Questa volta però Meloni non avrà bisogno di alcuna sceneggiata, né a San Babila né altrove, perché Forza Italia potrebbe scivolare naturalmente nelle sue mani. D’altronde senza Silvio la sua creatura politica non regge, lo si è sempre detto anche quando Forza Italia era fortissima. E dunque quale loro approdo ci può essere per quel ceto politico, se non il partito oggi egemone a destra?

Il Terzo Polo, e tanti anni fa la Margherita, ha contato e conta su una diaspora forzista in direzione liberal-democratica, e le uscite di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini fecero pensare all’inizio di un processo che però non ha avuto grande seguito.
Matteo Renzi forse ritiene di poter rappresentare quello che Stefano Folli ha definito «l’ancoraggio liberaldemocratico» rappresentato «bene o male»:dal Cavaliere. E tuttavia dopo l’acquisita centralità di Meloni le speranze di un’evoluzione liberale del ceto “azzurro” obiettivamente s’indeboliscono, ma è una prospettiva aperta anch’essa, anche se meno forte. Vedremo.

Sulla carta, la prospettiva di un Partito Unico della Destra potrebbe diventare ancora più possibile, e sarebbe un primo elemento di un tendenziale bipartitismo (anche oltre il bipolarismo, dunque), una novità che interpellerebbe l’attuale opposizione tuttora divisa in tre, forse accelerando – ma qui siamo un po’ alla fantapolitica – un processo di compenetrazione tra il Partito democratico schleiniano e il Movimento di Giuseppe Conte.
Potrebbe essere questo il sorprendente esito della fine della Seconda Repubblica evocata ieri da Carlo Calenda, quella Seconda Repubblica nata appunto con Silvio Berlusconi, con una sorta di bipartitismo innescato da una semplificazione politica a destra sotto il segno di Giorgia e i suoi Fratelli. Sempre che lei riesca a governare un processo politico così radicalmente nuovo e soprattutto – questa è la vera condizione – sia in grado di governare il Paese e ad affermare la sua stella.





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