In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
La storia della P.A. continua:
Venne organizzato anche un giro delle macchine di soccorso per il paese: le strade erano sterrate ed il polverone alzato dai mezzi di soccorso fu enorme…ma era bello!" Ernesto si fermò qualche istante ripensando a quei tempi, ma riprese subito.
"Anche alla Sezione di Viale dei Pini vennero creati degli ambulatori e venne istituito un presidio infermieristico…i primi tempi garantito, ...più o meno, su una lavagnetta presso la sede, spesso l'infermiere scriveva: mi sono spostato a Migliarino. Ma dove fosse in realtà non era dato saperlo. La soluzione piovve da Madonna dell'Acqua: un uomo d'oro, un infermiere in pensione di nome Oble che, non solo teneva i locali puliti e in ordine, ma spesso, inforcando la bicicletta, andava molto presto la mattina a fare le iniezioni alle Case di Marina. Molti infatti dovevano fare le iniezioni prima di andare al lavoro nei campi e questo servizio a "domicilio" per loro era manna.
Spesso gli dimostravano la loro gratitudine regalandogli polli e conigli, perché lui compensi non ne voleva assolutamente.
In quegli anni, la sede aveva cominciato a lavorare a pieno regime, tanto che venne concessa un'ulteriore fermata del pullman di fronte alla Sezione. Purtroppo, la macchina per i soccorsi Migliarino non ce l'aveva e quindi bisognava ricorrere all'aiuto di Pisa.
Enzo Castelli, il Direttore della Pubblica Assistenza di Pisa, che alla sezione di Migliarino ci teneva particolarmente essendo nativo di qui, una mano in più ce la dava sempre ed aiutava anche nella fornitura dei farmaci di primo soccorso. Ma comunque, tutti si davano da fare."
"Riordo quegli anni" rammentò Alberto "quando accompagnavo il mi' babbo Pietro, o "Agide", come tutti lo chiamavano, a raccogliere i tesseramenti dei soci." Ernesto aggiunse: "Si, e oltre al tesseramento, i primi tempi i volontari con la macchina andavano in giro per i campi e ricevevano come contributo grano e granoturco.
Erano belli quegli anni. L'attività di volontariato si faceva proprio col cuore, non si vedeva il sacrificio, ma la voglia di costruire qualcosa di utile, di importante.
E tutto il paese si riconosceva unito intorno alla propria associazione. Al momento dell'insediamento nella nuova sede il presidente, mi riordo, disse: - Ora siamo a posto, a Vecchiano c'è l'Ospedaletto, a Migliarino ci siamo noi, l'unico neo è Metato. C'era infatti l'ambizione in quegli anni di avere sul territorio una importante presenza di sezioni come la nostra e quindi, non si poteva permettere ad altri di occupare l'avamposto di Metato.
Presto fatto, il giorno dopo mi recai proprio li, a colloquio con il segretario del partito socialista Luigi Taddei e con Lido Gori esponente del partito comunista. L'idea di una sezione della Pubblica Assistenza a Metato fu accolta subito positivamente e, dopo poco tempo, ne venne inaugurata la nascita. Quando poi lo Scatena ebbe la necessità di rientrare in possesso della sua casa, si pose nuovamente il problema della sede. Nei primi anni '60 la cooperativa, che era sempre in prossimità della ex Casa del Fascio, costruì i nuovi locali in via Gramsci e propose alla Pubblica Assistenza di occupare le stanze al primo piano. E così fu"
Fino a quel momento, c'era ancora qualcuno che non aveva aperto bocca, ma quando si cominciò a parlare di nuove sedi, Mauro si sentì chiamato in causa. "Quando sono entrato nel Consiglio della Pubblica Assistenza, nel 1977, la sede era sopra la Coop e presidente era Crudeli Aldemaro.
Ho fatto pratiamente un po' di tutto: prima il consigliere, poi il segretario e quindi il vicepresidente. Presidente lo sono diventato nel 1985, dopo due anni in cui lo era stato Fabrizio Franceschi.
I servizi svolti dalla sezione erano quasi esclusivamente legati agli ambulatori dei medici di base ed al dentista. C'era sempre l'infermiere, che spesso andava in giro per le iniezioni, ma il volontariato era piuttosto limitato".
Aggiunse Alberto: "Si, dopo Oble di infermieri ce ne furono diversi. Ricordo il Prosperi, ora il nome non mi viene, e la Elsa Cosci. C'è stato anche per un po' di tempo Giulio Bertolani che, anche se infermiere non era, dava una bella mano." Riprese Mauro:
"All'inizio le attività erano concentrate soprattutto nel pomeriggio, con il servizio al centralino.
La prima forma di volontariato attivo si può dire che è cominciata nel 1987 con l'iniziativa del Cardiotelefono. Con l'aiuto del cardiologo Rino Puccini ci si organizzò in questo modo: i medici di base fornivano un elenco di loro pazienti che potevano avere potenzialmente dei problemi cardiaci e, con l'aiuto di un kit medico in dotazione alla sezione, una volta alla settimana, mi sembra il giovedì, si faceva il giro delle visite a domicilio.
In questa esperienza furono molto attive delle giovani volontarie: la Liliana Baglini, la Sandra Balderi e la Sandra Franceschi. C'era anche la mi' nipote, l'Elisabetta Grassini. Fu in quegli anni che, per un certo periodo, ebbe inizio la pubblicazione di un piccolo notiziario che raccoglieva riflessioni sul mondo del volontariato, ma anche della società in generale.
...dal Notiziario ...
IL CARDIOTELEFONO.
La valigetta del cardiotelefono è poco più grande di una ventiquattrore, è maneggevole, è funzionale, ma soprattutto offre un importantissimo servizio: quello di permettere l'effettuazione dell'elettrocardiogramma a domicilio o, nel nostro caso specifico, presso la Pubblica Assistenza di Migliarino tramite la presa del telefono.
Il rilevamento del tracciato elettrocardiografico trasmesso dagli elettrodi applicati sulla superficie corporea viene registrato graficamente è letto dal cardiologo presente nella Sede Centrale della Pubblica Assistenza che comunica tempestivamente 1' esito. La nostra esperienza ci ha portato nelle case di persone impossibilitate a muoversi, in una "Residenza Protetta" a contatto con gravi infermità psichico fisiche, confermandoci così la sua utilità sociale.
Naturalmente gli utenti non utilizzano il servizio solo per un bisogno urgente, ma anche per controllo a scopo di prevenzione di patologie.
Il Cardiotelefono si inserisce nelle pluralità di prestazione che dispiega la Pubblica Assistenza a tutela della salute del cittadino, garantita esplicitamente dalla Costituzione Italiana. Pur essendo "neonato" il servizio si è dimostrato essere a misura d'uomo un passo ulteriore verso una civiltà orientata al progresso scientifico e sociale.
(A cura di Sandra Balderi e Liliana Baglini)
Comunque, il salto in avanti avvenne quando si cominciò a formare il primo nucleo di volontari specializzati nel soccorso sull'ambulanza. Te lo ricordi Alberto che ci stavi dietro te?"
"Sì, io avevo fatto esperienza sia alla Sede di Pisa che a quella di Marina. In quel periodo stavo già pensando di lasciare, ma quando mi venne chiesto di occuparmi della nascita di un gruppo organizzato a Migliarino, mi rimisi in gioco. Quindi detti la mia disponibilità e, insieme con Paolo Balloni, cominciammo a cercare nuove persone che potessero essere adatte alla nuova attività che ci apprestavamo ad iniziare.
Il primo corso venne fatto nel 1992; eravamo ancora alla vecchia sede. Andavamo a prendere l'ambulanza a Pisa, perché noi non l'avevamo ancora comprata, e facevamo esperienza.
Dopo due anni di tirocinio si decise di acquistarne una come sezione di Migliarino, visto che i nostri volontari erano pronti e autonomi."
Mauro quindi incalzò: "Appunto, proprio perché c'era fermento ed anche il bisogno di mettere al riparo l'ambulanza, si cominciò a cercare un sede più grande, che poi è quella attuale."
Aggiunse Alberto: La sede attuale, prima-prima, era stata una fabbrica di confezioni e poi una scuola materna."
"Nel 1993" proseguì Mauro "venne firmata la convenzione con il Comune; sì, c'era Sindaco il Lunardi che assegnava in uso la struttura alla Pubblica Assistenza.
Prima della destinazione definitiva, i locali furono anche adibiti a centro di accoglienza per immigrati albanesi: erano tre famiglie che, una volta trovata una sistemazione diversa ed un lavoro, lasciarono i locali.
Furono anni di sacrificio per ristrutturare in modo adeguato tutti gli ambienti. C'è da dire che i migliarinesi, e non solo loro, dettero un contributo che andò ben oltre il normale impegno del tesseramento. Alcuni di noi consiglieri ci impegnammo in prima persona garantendo il prestito chiesto alla banca per terminare i lavori.
Sandro Tabucchi fu utile anche per il suo apporto tecnico e l'ingegnere Gianluca Della Bartola dette la sua consulenza gratuita.
Toh... nella sede c'è sempre incorniciata l'ultima ricevuta della rata del prestito...però ce l'avevamo fatta."
Ernesto intervenne:
"Io avevo lasciato da diversi anni l'impegno attivo, ma la Pubblica Assistenza è sempre rimasta un pezzo di cuore ed i lavori nella nuova sede li ho seguiti anch'io: mattone per mattone."
Riprese Mauro seguendo un suo pensiero:
“…e nel 1998, finiti i lavori, venne inaugurata la nuova sede. C'era sempre il servizio prestato in ambulatori novi di trinca da parte dei medici di base, ma anche la possibilità di ricevere delle prestazioni specifiche da medici specialistici. E poi venne mantenuto il presidio infermieristico.
In quegli stessi anni, consolidato il gruppo dei volontari, venne sentita ancora più forte l'esigenza di operare maggiormente nel comparto del sociale. Non solo con servizi di trasporto sanitario, ma anche semplicemente favorendo le occasioni per stare insieme in allegria".
"Eh già!" intervenne Alberto "Mi riordo che quando entrò nel consiglio Giovanni Scatena si cominciarono a fare anche delle belle gite ed il paese ha risposto con entusiasmo! Si organizzava proprio un treno in partenza dalla stazione di Migliarino. Si portava da mangiare e da bere e la gente nei vagoni si alzava, andava a parlare di qui e di là come in una piazza di paese. Era stata proprio una bella idea. Ma poi non si può dimenticare la Befana e anche l'idea di Babbo Natale sulla slitta che distribuisce, passando per le strade, i doni a' bimbi del paese. Come gli garba a' bimbi; ma non solo a loro..."
Riprese Mauro: "Tornando al sociale, quando assessore c'era la Miria Matteucci, venne firmata anche una convenzione per il trasporto sociale. Nel tempo, abbiamo acquistato anche dei mezzi attrezzati per il trasporto di persone disabili in sedia a rotelle."
Se la memoria non mi inganna, quello fu anche il periodo in cui nacque il primo nucleo della Protezione Civile..." - rifletté Alberto.
In quel momento fece la sua comparsa sulla porta Manrico che, vedendo il gruppetto riunito a chiacchiera', ordinò un correttino e si andò a sedere tra loro: "Di che si parla?"
"Si parla dite!" - disse Mauro "Della nascita del gruppo di Protezione Civile". Con un punto di orgoglio, Manrico cominciò:
"L'idea di un distaccamento della Protezione Civile partì dall'Antonelli Alberto che, essendo andato in pensione da vigile del fuoco, pensò che fosse utile creare un gruppo anche presso la sezione di Migliarino. Infatti, la Regione Toscana aveva già una convenzione con la Pubblica Assistenza e quindi ci andammo ad informare su come fare per cominciare ad essere attivi anche noi.
Io e l'Antonelli si lavorò parecchio in quegli anni ed i primi volontari di Protezione Civile vennero formati proprio dai vigili del fuoco e crebbero di anno in anno." Intervenne Mauro "Che poi, questi ragazzi si impegnano parecchio e in estate il gruppo antincendio boschivo è proprio un bel supporto!".
Riprese Manrico:
"Sì, è vero, c'è da dire che l'attività di coordinamento e di intervento, per quanto ci riguarda, funzionano bene e non è da sottovalutare l'aiuto che i nostri volontari hanno prestato in situazioni veramente critiche."
Poi alleggerendo il discorso:
"Devo dire che sono talmente solerti, che basta vedere un fil di fumo che... fischia, se corrono!" proseguì ridacchiando - "Sì, ma ci siamo anche divertiti. La più bella, fu che durante un servizio, presi dalla foga, si vide del fumo, ma quello di una braciata e ci mancò poco che non gli spegnessero anche le bistecche!" Ci fu una risata collettiva. "Se si parla di 'ose buffe," aggiunse Mauro "se ne potrebbe raccontare a iosa, specialmente quelle avvenute sulla spiaggia quando si fa il servizio al mare." continuò anche lui ridacchiando "C'era qualcuno che voleva fa' l'atleta e durante un soccorso volle fa' un salto in agilità dal mezzo, ma atterrò male e si sistemò il ginocchio: alla fine in barella ci si mise lui…"
Alberto con fare sornione aggiunse:
"Lascia perde', non solo ci toccava fa' i soccorsi sulla spiaggia correndo magari per centinaia di metri; non solo un ti toccavano i pesi piuma, ma qualche burlone si divertiva a scava' pure le bue a trappola sulla battigia…qualche volontario c'è pure finito dentro"
"Beh, tornando alle 'ose serie," riprese Mauro "garantire un punto di soccorso al mare è stato importante. Mi sembra che si iniziò nel 1994, a turno con la Misericordia e in convenzione con la ASL. Ci chiamò il Comune per sapere se eravamo interessati.
Ve lo ricordate? I primi anni, il servizio si svolgeva sotto una tenda, poi in una struttura provvisoria e poi, finalmente, nei locali che oggi si vedono. Ora siamo dei signori!"
"C'è da dire" riprese Alberto "che la sezione è sempre stata attiva su tanti fronti, specialmente negli ultimi anni. Sono stati fatti degli interventi di sensibilizzazione nelle scuole sull'alimentazione e comunque sull'opera dei volontari in genere."
"E poi," rilanciò Mauro "non si può fare a meno di parlare del gruppo dei donatori di sangue. Siamo riusciti a far nascere anche un gruppo autonomo all'interno della sezione e oggi sono un bel numero."
"C'è da dire una cosa." disse Ernesto che fino a quel momento aveva ascoltato la vivace discussione "Di cose se ne sono fatte in sessant'anni e tante ancora se ne possono fare. L'importante è che l'associazione, proprio come quando è nata, mantenga lo spirito positivo e l'entusiasmo. Specialmente i giovani hanno bisogno di punti di riferimento e di occasioni di aggregazione che diano loro il senso dei valori e della solidarietà.
Oggi, di giovani che dedicano il loro tempo agli altri ce ne sono tanti e con l'aiuto ed i consigli di noi più anziani, possono portare avanti il progetto che è stato iniziato."
"Allora sapete che c'è?" disse Mauro alzandosi in piedi "Un brindisi è d'obbligo. Brindiamo a quello che abbiamo fatto e a quello che faremo ancora insieme.
Ai volontari di ieri, a quelli di oggi e, perché no, soprattutto a quelli che verranno. In particolare, come ha detto Ernesto, al volontariato ed alla solidarietà, che mantengono vivi lo spirito e la voglia di esserci per gli altri. Alla nostra salute ed ai primi sessant'anni della nostra Associazione!"
Postfazione
Ogni riferimento a persone e a fatti realmente accaduti è del tutto intenzionale, anche se la conversazione al bar è una finzione "letteraria" scelta per nostro divertimento e per rendere giustizia alla genuina umanità dei personaggi che hanno raccontato i sessanta anni della storia della sezione di Migliarino della Pubblica Assistenza.
Concludiamo quindi come nei più classici dei titoli di coda, dando i nomi dei protagonisti in ordine di apparizione e ringraziando tutti per il loro contributo:
Ernesto Ernesto Antichi
Giuliano Giuliano Baglini
Alberto Alberto Tabucchi
Mauro Mauro Dilda
Manrico Manrico Bufalini
A tutti quelli che con foto, aneddoti, nomi hanno reso possibile questa prima ricostruzione, e a tutti quanti avranno letto con pazienza e compiacenza queste pagine.
Serena Bianchi, Michela Palsitti, Sonia Sbrana