Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA GUERRA DELLE DUE “COSE”.
A costo di sembrare ciò che non sono, cioè un bieco maschilista, confermo, cosa nota a chi mi segue, che non ho mai subito il fascino di una donna sola al comando, che sia del governo o di un partito non fa differenza.
Anche perché le due donne in questione sono circondate, forse assediate, da una schiera di uomini, scalpitanti come muli presunti purosangue, e l’odore di stallatico che emanano i loro palafrenieri copre un qualche numero di Chanel, o roba del genere, del quale le due signore inutilmente aspergono i loro eloqui politici.
Il mondo mediatico, tra i fumi postumi della sbornia Coronation, era in orgasmo aspettando il primo confronto tra le due dame sul presidenzialismo.
Dopo nessuno si è sottratto ai commenti sugli abiti e, of cours, sugli abbinamenti cromatici. In particolare le stesse signore commentatrici politiche professionali, che negli scorsi mesi e settimane avevano criticato i colleghi maschi per i loro accenti tradizionalisti sugli aspetti femminili delle due giovani donne al potere.
“Con gli uomini politici non vi sareste mai permessi di criticare un abito o un tratto fisico”, avevano tuonato all’unisono, inaugurando una santa alleanza femminilista tra destra e sinistra, divenuta di gran moda dai salotti alle piazze e viceversa.
Così ieri, nella Sala della Regina a Montecitorio, nomen homen si potrebbe dire, non è avvenuto il confronto sul presidenzialismo, ma il confronto, come è stato scritto, tra la regina di picche e quella di cuori.
In realtà nessuna delle due aveva intenzione di lavorare seriamente attorno ad una riforma costituzionale che più la mandi giù e più ritorna su riportando alla luce, a pezzi da entrambe le parti, alcuni punti salienti di quella che vollero colpevolmente bocciare nel 2016.
Ognuna voleva solo profittare dell’occasione mediatica per un défilé della nuova politica pret à porter, atteso non solo dai lettori di Novella Bella, per prolungare il mito della guerra delle due rose.
Che s’ha da fare per dare un tocco di novità a questo bipolarismo decotto e stagnante? Basterà salire di scala come sapranno, finalmente, fare due donne? Basterà questo a fare la differenza? hanno pensato in molti.
Lo confesso, compreso me, iscritto nell’occasione al partito degli “stiamo a vedere, hai visto mai che?”.
Invece tra la regina di picche e quella di cuori ora mi ritrovo come Alice in fuga.
Unica consolazione è che tra le due “rose” non ci sarà alcuna guerra. Le due sono troppo complementari. Si sono divise le parti nella stessa commedia che sperano duri.
Dunque assisteremo ad una guerra a bassa intensità: “la guerra delle due… cose”.Preparate i fazzoletti, ci sarà da piangere, ma anche tanto da ridere fino alle lacrime. Soprattutto guardando il pubblico pagante.
La guerra vera, tra i Lancaster e gli York finì con l’annientamento reciproco delle due casate contendenti e il trionfo del Terzo Polo, chiedo scusa, del terzo incomodo, i Tudor, che aprirono un nuovo capitolo del Regno Unito.
Ogni riferimento alla haute couture è puramente casuale.