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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Coltano: il paese delle acque e la loro scomparsa.

20/5/2023 - 14:37



Coletus: piccolo poggio; Coletanus: luogo di piccoli poggi.


Inutile cercare di far risalire Coltano a Collettanus, traduzione di "collettore", nome dato modernamente ai fossi di scolo delle bonifiche, dato che si parla già di Coltano in una lettera del 30 aprile 780 (quando certo le bonifiche erano lontane da essere intraprese) scritta da un signorotto pisano ai monaci dell'abbazia di S. Savino per avere il permesso di cacciare le lontre nel padule di Coltano.
A proposito di lontre, un altro riferimento a questi animali si trova in un articolo del 1930 di una giornalista pisana che riportava, come curiosità degli stagni di Coltano, la cattura del pesce per mezzo di lontre ammaestrate. Forse è vero, ma forse la cronista è stata fuorviata dal nome lontraro che veniva dato anticamente ai pescatori che vivevano nelle numerose capanne di falasco, erette sui luoghi asciutti dell'immenso padule. Tali pescatori prendevano il nome dalla piccola e agile barca che usavano per il loro lavoro e che si chiamava appunto lontra.
Giovan Battista Casti, un abate poeta "giocoso", scriveva in una sua poesia del 1790:
Così di Pisa alla campagna amena

su i verdi prati di Coltano erboso,

lungo il sentiero che a Livorno mena,

vidi talora lo stallon fojoso...


Quel sentiero divenne strada e, nel 1844, la strada ferrata Leopolda lo trasformò in ferrovia collegando Livorno a Pisa. Solo più tardi quella stessa linea venne integrata nella Roma-Genova, perché questa inizialmente non toccava Livorno come adesso ma, arrivata a Vada, deviava per potere entrare in Pisa da est, da Porta Fiorentina cioè, e per poi uscirne e andare verso "Migliarino".
Se fosse passata da Livorno non avrebbe infatti potuto toccare Pisa se non dopo complicate manovre dei treni, dato che non era stata ancora "inventata" la linea del collo d'oca intorno all'aeroporto.
I treni sulla piccola antica linea che portava da Livorno a Pisa e a Firenze, passando da Coltano, si fermavano ad un piccolo casello di una piccolissima località, detta Sofina. Gli unici passeggeri che vi scendevano erano gli operai che andavano al lavoro come braccianti nei campi appena bonificati, gli addetti alla sistemazione dei numerosissimi canali, oppure i cacciatori che andavano a divertirsi in quelle sconfinate terre paludose, ricche di uccelli acquatici e di beccacce.
Nel 1870 il Re Vittorio Emanuele III concesse pesca e caccia libera in Coltano a livornesi e pisani, e si dice che il giorno dell'apertura vi furono uccisi, con i fucili di allora, 700 lepri e 300 fagiani.
Sulle "terre alte" di Coltano, dalla coltivazione di grano e foraggio dei romani siamo passati alle fienagioni con Cosimo I, all'affitto di campi e boschi con Francesco de' Medici, alla tenuta di caccia con i Lorena, e all'allevamento di cavalli coi Savoia. Tutto nell'intento di sfruttare, migliorare, bonificare quelle terre, quel meraviglioso quadrato fra due città altrettanto nobili, quei tremila ettari di natura selvaggia.
Ora il Parco naturale Migliarino-San Rossore ­Massaciuccoli promuove un'educazione ambientale attraverso esperienze che sviluppino nei ragazzi le conoscenze degli elementi naturali e il rispetto e la salvaguardia dell'ambiente. Tali proposte, che la Cooperativa "Le Rene" porta avanti da alcuni anni attraverso il suo Centro di didattica ambientale, gestito da giovani biologi e naturalisti, si inseriscono pienamente in un'area di notevole interesse come la Tenuta di Coltano.
Qui, su disegno di Bernardo Buontalenti (quello delle Logge di Banchi, per intenderci), nel centro della tenuta, i Medici vollero la costruzione di un palazzo, rettangolare (40 metri per 20), con quattro torri agli angoli e una strana costruzione, il Caffè Haus esagonale, col tetto ricoperto di lastre d'ardesia. I Savoia invece vi costruirono le stalle per la Reale Razza Equina, mentre il Fascio e l'Opera Nazionale Combattenti (O.N.C.) pensarono poi alle case dei poderi, tutte uguali e tutte con nomi che ricordavano i luoghi, i monti, le battaglie, i fiumi della nostra guerra (Piave, Grappa, Isonzo, Pasubio, Montello ecc.).
In Coltano, in un limpido giorno di settembre del 1903, tre uomini scesero da un'auto e si diressero verso il Padule Maggiore. Sopra il Poggio di Corniolo uno di loro, magro, ampia fronte, labbra abituate al silenzio, grigi occhi indagatori, disse: "Là, dove sono quelle mucche."
Quello stesso giorno Guglielmo Marconi, Vittorio Emanuele e Luigi Solari ponevano la prima pietra della Stazione Radiotelegrafica, voluta per la posizione centrale di Coltano rispetto alla penisola, per il terreno acquitrinoso e, non ultimo, per il fatto che il Re metteva la sua vasta tenuta a disposizione del Ministero delle Poste. I lavori iniziarono nell'estate del 1904, e il 19 novembre 1911 si inaugurava la stazione con un messaggio alle colonie africane e con un saluto alla Compagnia Marconi in Canada.
Intorno al fabbricato, poi sostituito da uno più massiccio in mattoni, sorsero 16 torri di ferro, poi antenne alte 254 metri. Coltano, stazione trasmittente, era collegato con Nodica, stazione ricevente, (tutti sanno dov'è la Radio nel piano di Vecchiano), tramite un cavo sotterraneo di 30 Km, a 11 coppie telefoniche e Nodica a sua volta, con tutti gli impianti telegrafici dei piroscafi delle linee di New York, Buenos Aires, Valparaiso, Vancouver, Shanghai, Australie e Cap Town.

Il Ministero delle Poste passò l'impianto alla Marina Militare, e questa all'Italia Radio, ma l'avvento delle onde corte fece decadere l'importanza della stazione di Coltano, anche dopo il ritorno al Ministero delle Comunicazioni.
La guerra distrusse tutto nel 1945, e ora la Rai ed una base di ascolto Nato sono i soli tenutari delle alte colonne bianche e rosse, quasi un onore ai colori dei Cavalieri di Santo Stefano che ebbero la tenuta dal 1562 al 1586.
Oggi i visitatori non vedranno più quelli che qualcuno chiamava "aratri a vela", cioè i navicelli che, nascosti dal grano, lasciavano scorgere solo la vela, né vedranno tagliatori di erbe, di falasco e i lontrari. Ma la vastità degli ambienti a pascolo, la maestosità dei boschi di cerro e carpino, il Fosso del Caligi, la Fossa chiara. la Sementina, il Porcile, il Biscottino, il Bosco degli Allori, i Palazzi, fanno andare con la mente alle lotte dei coloni per l'appoderamento fascista, ai lavori immensi di bonifica del Palude Maggiore, alle grandi caccie dei Lorena.
Al contrario, la vicinanza e la fama dell'aeroporto internazionale di San Giusto non fa più ricordare il primo tentativo di volo dei fratelli Antoni nel 1909 nei prati della Reale tenuta di San Rossore e la prima scuola di pilotaggio su un campo di volo, costruito dalla società Vikers-Terni di La Spezia proprio in Coltano, per potervi collaudare i Farman M.F. 1914. Qui ottennero il brevetto militare circa 1000 allievi e Alessandro Marchetti ideò e costruì I'M.V.T., un monomotore da caccia che il 9 dicembre del 1919 conquistò il record mondiale di volo con 260,869 km/h. Il campo fu definitivamente chiuso e abbandonato sul finire del 1926 e non ne rimane più traccia.


E ora, bambini, se vedete qualcosa di scuro in una fossa, provate a danni una nzampata: se scappa e bela è la pecora nera del pastore, se scappa e bestemmia è uno zinghero del campo nomadi che forse stava cacando, ma se sgraffia e soffia scappate voi e, se ci riuscite, cercate di correre più forte della "felix pardo" di razza melanica.
 
p.s. questo ultimo paragrafo lo scrissi a suo tempo quando accompagnai una gita in Coltano dove, si diceva, fosse stata avvistata una pantera nera!
 
 

Fonte: foto F.lli Alinari anni 20-30
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22/5/2023 - 20:27

AUTORE:
Sonia

Mentre guardo Blob, mi indigno e divento furibonda, i giovani preparati e consapevoli scendono in difesa dell'ambiente e " giornalai e politicanti" perche' non si possono davvero chiamare giornalisti e politici vomitano una cazzata dietro l'altra come i negazionisti. Fa sempre comodo fare gli struzzi e negare l'evidenza ma io credo sia giunto ormai il momento di reagire e ascoltare gli scienziati!
Smettetela ignoranti chiacchieroni e fanfaroni di fare i tuttologhi con arroganza e presunzione! Il futuro è dei giovani ed è giusto che salvaguardino questo martoriato paese che sarebbe pieno di potenzialità perche' è uno tra i più belli del mondo!