Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Io non sapevo
figlio mio
di portarti con me
durante il viaggio.
Quando insieme a tuo padre
ho iniziato il cammino
attraverso un deserto
di sabbia e d’inganni,
quando il sole ed il vento
ci artigliavano gli occhi,
eri solo un silenzio che sognava.
Quando ho sentito
crescere il tuo peso
al centro della mia vita
ho immaginato per te
un nome che fosse un auspicio.
Dalla riva ho interrogato
l’acqua irrequieta, infinita
il suo fiato salino
ho fissato la barca sfiancata
su cui ci siamo stretti
respirando a stento
l’aspro odore di paura e sudore,
lo sguardo consumato
a cercare la terra.
Mai l’abbiamo veduta.
Perdonami figlio
non ho potuto lasciarti andare.
Continuerai a dormire nel mio abbraccio
in questa culla liquida e profonda
con dita d’acqua
t’ intreccerò i capelli.
Alessandra Favilli