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Comunali a Pisa: due numeri, una sconfitta
A caldo, dopo la sconfitta elettorale del centrosinistra a Pisa, mi ero ripromesso di fare un’analisi esaustiva del voto. Presto mi sono reso conto che -pur essendo un lavoro interessante- stavo in realtà perdendo tempo, perchè il risultato finale può essere riassunto in due numeri. No, non sono 52 e 48, le % prese da Michele Conti e da Paolo Martinelli, candidati rispettivamente per il centrodestra ed il centrosinistra. Prima di soddisfare la curiosità dei lettori, tuttavia, occorre una breve premessa.
Facciamo un passo indietro all’autunno 2022. Quale era l’obiettivo del PD pisano a prevalente guida ex-zingarettiana (e adesso Schlein) per le amministrative? La risposta ce la dà la senatrice pisana Ylenia Zambito, in questa intervista a caldo dopo la sua elezione nella circoscrizione senatoriale comprendente Pisa.
“A Pisa città il centrosinistra prende 5.600 voti in più delle destre. Un segnale incoraggiante in vista delle prossime amministrative. Per questo serve dare le gambe a quel cantiere avviato da tempo con tutte le forze politiche che condividono l’opposizione alla giunta di destra“.
Ecco quindi l’idea: abbiamo fatto bene a Pisa nelle elezioni politiche (anche se a livello di Collegio, comprendente anche la provincia, abbiamo perso). Questo risultato deve essere la base per riguadagnare il Sindaco della città nel 2023.
Questo approccio, portato avanti insieme alle altre forze politiche del centrosinistra pisano, trovò compiuta espressione in un passo importante del documento approvato dall’Assemblea Comunale del PD nel Gennaio 2023.
“Le forze del Centrosinistra della Città di Pisa – Partito Democratico, Sinistra Italiana, Sinistra Civica Ecologista, Europa Verde e Più Europa – si sono riunite la sera di giovedì 17 novembre per fare il punto sulla situazione politica e sul percorso programmatico intrapreso, per definire le iniziative per l’allargamento dell’alleanza e per discutere della candidatura alla carica di Sindaco in rappresentanza della coalizione. L’incontro si è svolto in un clima di forte unità e consonanza di intenti. Le delegazioni hanno espresso un comune sentimento di responsabilità: nella recente tornata politica – come già nelle precedenti occasioni delle elezioni europee del 2019 e regionali del 2020 – i partiti e i movimenti rappresentati nella coalizione hanno nettamente sopravanzato il centrodestra, indicando chiaramente la possibilità di aprire una fase nuova per Pisa, che chiama il centrosinistra a raccogliere la sfida. […] Le forze presenti hanno convenuto sull’opportunità di proseguire nel percorso di allargamento dell’alleanza, nello spirito che ha caratterizzato fin dal principio il Cantiere Aperto, invitando ad unirsi tutte le forze democratiche, civiche, progressiste e riformiste interessate a costruire un’alternativa alla giunta Conti, che conduca Pisa fuori dall’attuale condizione di stagnazione, chiusura, insicurezza. Con piena identità di vedute tutte le forze rappresentate hanno indicato in Paolo Martinelli, presidente delle Acli provinciali, la personalità capace di rappresentarle e di incarnare nel migliore dei modi questi propositi come candidato della coalizione.”
Inoltre, nello stesso documento si aggiungeva un impegno a livello di PD:
“Nel percorso verso il voto dovrà essere data massima cura alla composizione di una lista del PD estremamente competitiva, che dovrà dare spazio alla prosecuzione delle esperienze avviate e al tempo stesso dare spazi di rappresentanza a ambienti e mondi della città che sostenendoci possono fare la differenza.”
Ecco, quindi, la strategia. A Pisa si partiva da una situazione favorevole e in controtendenza con il dato nazionale e si voleva consolidarla secondo queste linee guida:
1) Coalizione larga
2) Apertura al civismo, pur se ben caratterizzato nel mondo di sinistra
3) Candidato espressione del mondo civico come elemento unificante
4) Una lista competitiva del PD, perno della coalizione
Da qui la candidatura del civico Martinelli, la presenza in coalizione di una lista direttamente riferibile a lui, e l’alleanza col M5S sin dal primo turno. Nessuna alleanza invece col terzo polo, che ha presentato un suo candidato, peraltro andato molto male nelle urne (1.34% al primo turno).
Il risultato finale non si riassume solo nella sconfitta. Ci sta di perdere, e questo non deve mai essere il solo parametro di giudizio. Inoltre, onore a Paolo Martinelli per il coraggio di averci provato.
Ma è lecito domandarsi: era la strategia migliore per vincere?
E allora ecco i due numeri. Paolo Martinelli ha preso 102 voti in meno rispetto al candidato del centrosinistra alla Camera alle elezioni 2022 (Stefano Ceccanti), che tuttavia non era sostenuto da alcuna forza civica né dal M5S. Michele Conti ha invece recuperato 6220 voti in più rispetto al candidato di centrodestra (Edoardo Ziello), anche lui privo sostegno del civismo locale nella corsa alla Camera.
Ripeto i due numeri: -102 contro +6220. Potremmo anche aggiungere che al 1mo turno -dove la sinistra radicale aveva un suo candidato- Martinelli ha preso 2831 voti in meno rispetto a Ceccanti, mentre Conti ne ha presi 5169 in più di Ziello. Potremmo financo sottolineare che la lista del PD era così poco competitiva e sbilanciata che i 7 eletti finali hanno raccolto il 57% delle preferenze totali attribuite, lasciando il 43% ai rimanenti 25 candidati. Viene quasi il sospetto che si sia pensato innanzitutto a chi dovesse passare in caso di sconfitta, anziché “dare spazi di rappresentanza a ambienti e mondi della città che sostenendoci possono fare la differenza”. Infine, un elemento di comprensione viene dal magnifico lavoro dell’Istituto Cattaneo, che mostra come circa 8.5 punti percentuali del centrodestra siano voti di persone che avevano scelto Ceccanti alle politiche 2022.
Il punto di fondo è molto chiaro. Lo lascio esprimere ancora alla senatrice Zambito, da una delle sue interviste subito dopo l’elezione al Senato nel 2022:
“[Le elezioni amministrative] sono una partita completamente differente rispetto alle politiche con dinamiche e logiche a sé. Ma il messaggio lanciato dagli elettori pisani è molto chiaro, e l’attuale amministrazione non deve ignorarlo. La sfida per Palazzo Gambacorti è apertissima e si può giocare fino in fondo: il centrosinistra può riprendersi la guida del Comune tra qualche mese se gioca bene le sue carte.”
La senatrice Zambito è una scienziata, e il suo ragionamento ha una premessa solida. Ne consegue, tuttavia, che il centrosinistra non ha giocato bene le sue carte; e che l’attuale amministrazione non ha ignorato il segnale delle politiche.
Ed è finita con l’ennesima sconfitta del centrosinistra.
Ranieri Bizzarri
Laureato e dottorato in Chimica, è Ricercatore del CNR in biofisica. E’ stato Research Fellow in USA, Francia e Olanda. Si occupa di processi biochimici alla base dello sviluppo dei tumori. Fa parte del Consiglio Nazionale di Libertàeguale