Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Due week end a Coltano, nello splendido scenario del Parco delle Biodiversità/Il Nuovo Fontanile, sono in programma sabato 10, domenica 11, sabato 17 e domenica 18 giugno alle ore 21,30 per il debutto di DIONIS/IO favola sul finimondo, la nuova opera teatrale scritta e diretta da Alessandro Garzella con la collaborazione artistica di Francesca Mainetti, Chiara Pistoia e tutte le attrici/attori di ANIMALI CELESTI teatro d’are civile, la compagnia pisana che, con il sostegno del Ministero alla Cultura, la Regione Toscana, il Comune di Pisa, la Fondazione Pisa, l’ASL Nordovest Toscana e la cooperativa La Salute, svolge da anni percorsi di ricerca artistica in natura a cui partecipano anche persone provenienti da contesti di marginalità e disagio mentale. L’opera, liberamente ispirata alle Baccanti di Euripide, verrà presentata all’aperto ad una piccola platea di spettatori seduti in uno spazio naturale di particolare suggestione. La rappresentazione, che coinvolge attori professionisti, non attori, musicisti, volontari, animali e figure sceniche nello stile ironico e cruento della compagnia, è una favola visionaria sui rischi che l’umanità sta correndo per i tanti cataclismi politici, morali e ambientali causati forse dalla distanza che ci separa da ciò che un tempo hanno rappresentato gli dei. A partire dalla degenerazione contemporanea del dio più misterioso e bizzarro: Dioniso, il dio dei matti e del teatro.
Il costo del biglietto è 10 euro e la prenotazione è obbligatoria scrivendo a info@animalicelestiteatrodartecivile.it oppure prenotando attraverso il sito della compagnia www.animalicelestiteatrodartecivile.it
DIONIS/IO
favola sul finimondo
scritta e diretta da Alessandro Garzella
assieme a Francesca Mainetti, Chiara Pistoia, con la collaborazione delle altre attrici/attori della compagnia Ilaria Bellucci, Sara Capanna, Satyamo Hernandez, Giulia Paoli e con la partecipazione di Nicola Fania, Elena Ciardella, Claudia Costanzo, Mara Fritz, Simona Gabbrielli, Daniele Gatti, Ivano Liberati, Monica Morelli, Pablo Renè, Marco Selmi, Aurora Vannucci
musicisti Tobia Bondesan (sassofono) Michele Bondesan (contrabbasso) Mattia Donati (voce e chitarra) Nicola Garzella (sassofono) Tommaso Iacoviello (tromba) Steve Lunardi (violino) Giacomo Riggi (vibrafono e tastiere) Giuseppe Sardina (percussioni)
azioni corali e movimenti scenici realizzati con la collaborazione di Ilaria Bellucci e Sara Capanna
oggetti scenici e costumi di Manuela Trillo
collaborazione musicale Monica Morelli
contributi poetici di Aurora Vannucci
organizzazione Elisa Garzella e Gianluca Orlandini
hanno collaborato alla realizzazione artistica Bambini e Cavalli, Cavalieri Consapevoli, Teatro dell’Assedio, Teatri delle differenze e gli educatori Carlo Cellai, Giovanni Cerrai e Cinzia Pedrotti
sabato e domenica 10/11 giugno 2023
sabato e domenica 17/18 giugno 2023
ore 21,30
Parco delle biodiversità – Il Nuovo Fontanile
Coltano - PISA
info e prenotazioni: info@animalicelestiteatrod’artecivile.it
biglietto 10 euro con prenotazione obbligatoria
PRESENTAZIONE DELL’OPERA
L’uomo partecipa alla natura degli dei, proviene dagli dei e va verso gli dei
Sette sermoni – C. Jung
Di notte quest’anno a Coltano un gruppo di donne lascerà case, figli, compagni, mariti e amici per seguire la possessione di un dio selvaggio e indemoniato: Dioniso. Un dio imprendibile, gioioso e furibondo. Oggi la sua ebrezza, l’estasi, la follia, la bizzarria del suo teatro sono forse scomparsi, annientati dall’apatia dei nostri tempi. In quale piazza, palco, chiesa o boscaglia si celebra ancora il suo mistero? Tra le opere antiche Le Baccanti è sicuramente la tragedia più indecifrabile e sconvolgente che conosciamo, così come Dioniso è l’essenza di un sacro particolarmente violento e spaventoso.
Chissà se potremo continuare ancora a lungo a sopprimere gli dei dalla nostra esistenza. O mistificarli come vogliamo. Per quanto tempo ancora potremo insultare la terra, il sole, il vento e il mare, lasciando che queste divinità si infurino per la nostra infamia, così che le madri uccidano i figli e i padri gozzoviglino tra i loro crimini impuniti? Con le ragazze e i ragazzi rifugiati nella disperazione digitale, sperando che un algoritmo sciolga i nodi della propria vita. Dioniso non è il puttaniere che la società dello spettacolo ha creato. Non è neanche il cocainomane, ludopatico, alcolizzato o il pazzo, distrutto dai farmaci o scoppiato d’euforia. I greci nella follia, oltre al dolore, scorgevano anche una luce divina e gioiosa che noi abbiamo perduto: l’essenza numinosa e libertaria di un candore sacro e sovversivo. Dioniso forse sopravvive ogni volta che una piccola scintilla illumina i dubbi che separano il pensiero logico dal sentire istintivo, le regole di Stato dalle leggi di natura, la cultura maschile da quella femminile, il rapimento dell’estasi dalla freddezza di un’esistenza sempre più passiva. Viviamo un’epoca afflitta da cataclismi climatici e baratri morali. Forse siamo sull’abisso di una distruzione apocalittica, o sulla soglia di un neo mondo, sorto dalle ceneri di un potere decrepito e corrotto. Viviamo da comparse, merce del reality di chi, forse, sta concependo la distruzione del creato. Comparse di un mondo che speriamo non finisca, ucciso da un perché volgare.
Quest’opera è una favola, nera e visionaria, su ciò che potrebbe accadere se il sacro tornasse a manifestarsi tra noi, colmando la drammaticità della sua assenza attraverso un atto distruttivo. Nelle Baccanti la tragedia si accentra sulla relazione mitica tra madre e figlio. Oggi noi invece immaginiamo la morte delle madri innamorate. Di tutte le madri generatrici di vita, vaneggiando sulla sterilizzazione dell’esistenza umana, con la terra rimasta casa e tomba di sé stessa e il sole che, senza più aria, forse, si spengerebbe poco a poco.
Alessandro Garzella
prodotto da
ANIMALI CELESTI
teatro d’arte civile
con il sostegno di
Ministero alla Cultura, Regione Toscana, Comune di Pisa,
Fondazione Pisa, ASL Nordovest Toscana, Cooperativa La Salute