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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Mario Lavia
Occupy KyjivI due inquietanti indizi che provano il cambio di tono del Pd sull’Ucraina

8/6/2023 - 9:00

Occupy KyjivI due inquietanti indizi che provano il cambio di tono del Pd sull’Ucraina

La segretaria dem ha fatto nominare un vice capogruppo contrario da sempre al sostegno militare agli ucraini. Se si spingerà oltre rischierà di spaccare il Partito democratico

Non siamo ancora ai tre indizi che fanno una prova ma anche solo due già preoccupano. Elly Schlein sta inviando segnali prodromici a un cambio di linea sull’Ucraina? Presto per dirlo e forse è troppo: il Partito democratico si spaccherebbe e lei sarebbe in minoranza. Però è evidente che i fatti contano e che la dicono abbastanza lunga: sulla guerra si sta cercando di cambiare almeno i toni. E i fatti sono stati due. 

Il primo è stato in occasione del voto degli europarlamentari sul documento Asap relativo al finanziamento delle munizioni per le armi in dotazione all’esercito ucraino. I dissensi alla fine sono stati più o meno i soliti, ma quello che ha colpito è stata la non-scelta della segretaria, il suo volersi rimettere alle coscienze dei deputati europei: ed è ovvio che un leader non fa così. Indica una linea. Ci fosse stato un altro segretario avrebbe detto: se bocciano i nostri emendamenti comunque non possiamo non votare per il finanziamento delle munizioni. Invece niente: vedetevela voi. Brando Benifei, il capogruppo, si è trovato in mezzo a fare da parafulmine. 

Il secondo episodio, due giorni fa quando Paolo Ciani è stato eletto vice capogruppo alla Camera. Pur tenendo presente che non si tratta di un ruolo fondamentale, ha suscitato stupore che a quella carica sia stato chiamato il leader di Demos, organizzazione politica che fa riferimento alla Comunità di Sant’Egidio legata al Pd dal patto elettorale stipulato a suo tempo da Enrico Letta e non iscritto al partito: una piccola bizzarria, ma formalmente legittima. 

Il problema è invece sul piano della sostanza. Ciani infatti è da sempre fiero oppositore dell’invio di armi all’Ucraina in nome di quel pacifismo che è molto ostile alla linea pro-Resistenza del Nazareno, una linea che Ciani ha ribadito anche ieri parlando con Repubblica: «Non credo nella vittoria militare, cioè armare l’Ucraina perché possa vincere». Dunque vincerà la Russia, come dicono Putin e Medvedev. Tanto vale smetterla qui. E i territori? «Questo si vede dopo, prima bisogna investire nella spinta per il cessate il fuoco». 

Obiettivamente, nelle ore tremende dello crollo della diga di Kakhovka che sta creando un disastro ambientale di proporzioni inaudite, sono parole inquietanti. Che non c’entrano nulla con la linea del Pd ma ben si attagliano ai pensieri e alle parole di Michele Santoro e Ginevra Bompiani. Possibile che tra i deputati del Pd – lasciamo stare Schlein – nessuno abbia avuto qualcosa da obiettare sul fatto che l’onorevole Ciani sia stato indicato dalla capogruppo Chiara Braga (ovviamente d’accordo con Schlein) per fare il vicecapogruppo? 
Siamo dunque davanti a due fatti. La leader deve però tenere presente che sull’Ucraina non si scherza. Oltre questo non può andare. Lorenzo Guerini, Piero Fassino, Enzo Amendola, Lia Quartapelle, Pina Picierno, Brando Benifei, Marianna Madia, Filippo Sensi, Elisabetta Gualmini, Simona Bonafè, Paola De Micheli e molti altri non accetterebbero un terzo svarione di questo tipo. Non basta aver sostituito Lia Quartapelle con Peppe Provenzano come responsabile Esteri del partito per pensare di poter cambiare linea, o anche solo accento, sulla guerra. 

Lunedì si riunisce la Direzione. Mediti la leader su quanto ha detto un solitamente pacato Guerini: «La nostra linea sull’Ucraina è chiara e non è minimamente in discussione». E La vicepresidente dell’Europarlamento Pina Picerno ha osservato che «Grande la confusione sotto il cielo». Ma certo, per completare la massima, la situazione non è affatto eccellente. 
La leader del Pd ha un weekend per rifletterci su, mentre partecipa al Festival di Repubblica e all’assemblea di Articolo Uno a Napoli (e magari lì si tappi le orecchie). «Sulle armi si può cambiare», ha detto Ciani. Ecco, no, su questo Elly Schlein non può rischiare una forzatura. Perderebbe.





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9/6/2023 - 15:12

AUTORE:
Massimo

Qui di opinioni ci sono solo le tue, sia che tu sia lettore o che tu sia Annibale ecc. ecc.
E non sono neanche opinioni, sono fuffa. Io le mie idee me le sono fatte leggendo i libri sulla guerra, te forse ascoltando qua e là qualcuno che le raccontava. Ecco, visto che siamo qui per impara', studia, che poi ci confrontiamo nel merito non nelle bischerate.

9/6/2023 - 14:32

AUTORE:
Annibale Ezio Landucci

In maniera semplice ma precisa il bimbetto lucchese vedendo il polverone che fece il suo pappa' tirando un rigore ma la palla rimase sul cerchietto degli 11 metri e...provare-provare-provare...si può sempre far meglio.
Ma la storia non é fatta con le opinioni.
La risposta è dentro di te ma è sbagliata direbbe Quelo.

9/6/2023 - 14:09

AUTORE:
Massimo

Quella era la seconda guerra mondiale, questa è una guerra " territoriale " che va avanti dal 2014. Allora gli Usa aiutarono i Sovietici, pur detestandoli nel profondo, perché la loro paura era che Hitler arrivasse fino al Pacifico. E una volta lì, con l'aiuto del Giappone, di cui i tedeschi erano alleati, potessero puntare il territorio americano. Faccio presente che gli Usa hanno combattuto un'infinità di guerre, ma nessuna a casa loro. Tranne la guerra civile, ovvio.
Oggi gli Usa, e parte dell'Europa, mandano armi agli ucraini, la Cina e altri paesi tipo Iran, mandano armi ai russi.
A combattere e morire sappiamo chi sono, ma sappiamo anche chi prospera su tutto questo. E non solo sulle armi.
Sono entrato abbastanza nel merito ?

9/6/2023 - 10:58

AUTORE:
Lettore 2

...tutti vi (quì) perimparà.

9/6/2023 - 10:44

AUTORE:
Roberto

Il Lettore deve essere proprio uno storico, si sente dagli argomenti di sua conoscenza. E' uno che deve aver letto molto, sarebbe interessante avere la sua opinione

8/6/2023 - 20:25

AUTORE:
Lettore

Se ti capita di dare un occhiatina ai documenti storici della seconda guerra mondiale, vedi la quantità di armi che gli americani inviarono alla Russia di Stalin per fermare l'invasione tedesco/italiana; poi si ragiona nel merito.

8/6/2023 - 19:23

AUTORE:
Massimo

Essendo diventata una guerra per procura, 2 vincitori ci sono : Usa e Cina. Più tutte le aziende produttrici di armi, americane e europee, con tutta la sarabanda di lobbysti che si portano dietro. A perdere sono i due popoli, russi e ucraini, vittime dei loro governanti.
Money for Blood...

8/6/2023 - 18:04

AUTORE:
Luigi

Non è che se non vince Zelenky vince Putin, come sembra pensare questo autore,sempre scelto non a caso, con la sempre sottile ironia per i non credenti. Purtroppo perdono tutti, soldati e civili compresi, quei poveri ucraini vittime incolpevoli di sogni e programmi irrealizabili.
Nessuno dei due può vincere, non la Russia, troppo potente militarmente, e nemmeno la Nato. Quindi?
Una guerra che doveva e poteva essere evitata e che sta facendo sempre più vittime fra militari e civili nella pia illusione di una vittoria che non verrà mai.
L'unica, flebile e al momneto molto remota possibilità è la caduta di Putin. Ma in questo caso chi può sapere la linea di chi lo sostituirà? Una colomba o un falco?
Ecco perchè dico che chi parla di vittoria e non di cessate il fuoco, armistizio, trattative di pace, è un pericolo per tutti.
Spero la Schlein riesca ad imporre un cambiamneto di prospettiva al partito e se questo dovesse costare una scissione tanto meglio: almeno i campi sarebbero distinti e non ci sarebbe la confusione attuale ed ognuno potrebbe prendere una posizione precisa e smettere di galleggiare in un partito, o meglio con un segretario, che non lo rappresenta più.