Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La margherita gialla: Coleostephus myconis, Cota tinctoria,
Anthemis tinctoria, o cosa?
Simili nel fiore e nel colore.
Sembra essere in un surrogato di savana africana ma siamo invece in Coltano dove una mandria di mucche pisane pascola felicemente in un campo di quella meravigliosa pianta con i bottoni gialli che sta illuminando d’oro molti luoghi della nostra campagna.
La falsa-camomilla dei tintori è una specie a distribuzione centroeuropeo presente, con due sottospecie, in quasi tutte le regioni d'Italia. Cresce in vegetazioni erbacee aperte, negli incolti, in prati aridi e in macereti, soprattutto su substrati calcarei, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. I capolini essiccati vengono utilizzati per preparare infusi e macerati; l'olio essenziale è usato in cosmetica per la preparazione di creme e soluzioni schiarenti per capelli; il fiore giallo, ricco di flavonoidi, veniva usato per tingere le stoffe, soprattutto in America del Nord e Gran Bretagna.
Il nome italiano è: Antemide tintoria o Camomilla per tintori in quasi tutto il Paese mentre in Toscana è chiamata: Assenzio salvatico, Buftalmo, Erba da tinger giallo, Occhio bovino, Occhio di bue, Tignamica (questo solo a Montespertoli).
Per questa correlazione all’occhio di un bue credo che sia proprio la nostra; strano perché queste mucche avranno dato sì il nome alla pianta, ma non certo per il mangiare perché si cibano solamente dell’erba che nasce alla base del “manto dorato”.