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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Cure alternative n.10 Taiji

13/6/2023 - 8:07



 


 
In questo mese l’intervista è rivolta ad illustrare l’antica arte del Taiji che può essere molto utile a noi donne.
Cominciamo subito a pubblicare le  risposte  alle nostre domande...
 
Mi chiamo  Barbara Trassinelli .
 
Più di 20 anni fa sono entrata per caso in un centro dove si svolgeva una lezione di Taiji; non conoscevo questa disciplina ma sono rimasta colpita da una sensazione di grande benessere e leggerezza che ho provato rimanendo concentrata su una sfera energetica che, grazie alla guida dell'insegnante, immaginavo di far ruotare tra le mani. Senza interrogare la mente sulle possibili spiegazioni razionali alla base delle sensazioni provate dal corpo, né indagando su quali potessero essere le tecniche e la filosofia da cui la disciplina originava, ho mantenuto vivo il contatto profondo che questa esperienza aveva stabilito con la parte più istintiva e animica di me e da quel momento in poi non ho più smesso di ricercare quella particolare qualità di presenza, quel senso di appagamento totale e armonia universale che deriva dal sentirsi distinti ma non separati dal tutto.
 
Ho successivamente incontrato la mia maestra coreana Lea Song, e con lei ho iniziato un percorso di crescita e perfezionamento del Taiji e del Qi Gong, nelle varianti statiche e dinamiche e grazie a lei ho potuto incontrare e diventare allieva diretta del Gran Maestro LI Rong Mei, approfondendo, oltre alle tecniche di pugno anche l’utilizzo delle armi: spada, ventaglio e sciabola. La bellezza e l'eleganza dei movimenti, unite alle potenzialità psicofisiche di un grande lavoro sul corpo e sulla mente, ha alimentato in me un entusiasmo crescente e il desiderio di condividere con altri questa dimensione di benessere.
 
Il Taiji, nasce nell'antica Terra di Mezzo, la Cina, come arte marziale e viene praticato da uomini e donne senza distinzione di genere; grandi guerriere hanno dato sfoggio di notevoli doti atletiche e spirituali, eccellendo in tutte le forme di pugno e armi. Quindi ciò che conta è la persona, con le sue risorse uniche e irripetibili e soprattutto la volontà e la determinazione di mettere in gioco le proprie fragilità e debolezze per creare oltre sé stessi. Per la Medicina classica cinese, e la filosofia Taoista, di cui il Taiji rappresenta la manifestazione pratica, l'INTENZIONE (yinyen) risiede nella milza ed esprime sempre l'unione tra la mente e il cuore; si può quindi parlare di un "pensiero del cuore" o di una mente oltre la mente. È una sfida a dialogare e accogliere le parti in ombra, gli aspetti più inaccettabili della psiche umana; chi riesce a intravedere la bellezza in tutto questo può aspirare a ristabilire un equilibrio naturale con l'invisibile, il sacro.
 
Il Taiji è fondamentalmente un'arte marziale, lo stile interno del Wushu (Arte della guerra) ma nel tempo è diventata popolare nella sua forma di ginnastica per la salute, di disciplina psico-fisica che aiuta a sciogliere blocchi e tensioni, a liberare il corpo e a renderlo elastico e flessibile attraverso una sequenza fluida di movimenti che compongono varie forme propedeutiche all'unica Forma Yang (di 88 movimenti).
 
Secondo la storia e le leggende arrivate fino ai giorni nostri, si attribuisce la nascita del Taiji Quan al monaco taoista Zhang San Feng (1247-1464), il quale nel 1324 d.C. circa nei pressi dei monti Wu Dang (nella provinicia dello Hubei) codifica una Forma marziale grazie all’osservazione degli animali in natura. Fu attratto dal combattimento tra una gru e un serpente; il serpente riusciva a vanificare gli attacchi della gru grazie a movimenti sinuosi, circolari e flessibili. L’osservazione empirica del movimento unita allo studio dei testi classici del Taoismo e alla pratica della meditazione gli fecero comprendere i principi profondi alla base della relazione tra la persona e il cosmo e gli permisero di elaborare un’arte che lui definì Neijia: arte interna. Il monaco taoista comprese che la forza non andava contrastata con la forza ma doveva essere gestita con movimenti circolari e fluidi, adattandosi ad essi e mantenendo uno stato interiore di attenzione viva ma anche di quiete e stabilità interna. Da allora la pratica si è arricchita di nuove varianti e diversi stili orientati ora ad aspetti più marziali, ora in forma di ginnastica per il benessere.
 
Il Taiji può essere definito una tecnica, una disciplina, una terapia, un’arte marziale ma fondamentalmente è un percorso di crescita personale e consapevolezza.
 
Io seguo lo stile Yang; il mio Gran Maestro Li Rong Mei è la discendente diretta del Maestro Fu Zhong Wen, a sua volta erede del lignaggio della famiglia Yang.
Mi sono formata con la maestra Lea Song, poi ho conseguito il titolo di istruttrice presso la scuola Yong Nian del G. Maestro Li Rong Mei, dopo aver ottenuto l’Attestato del CSI in Cintura Nera 1 Duan e il Certificato di qualifica e di iscrizione al Registro Nazionale CSI come Aspirante Allenatrice 1 Duan. Attualmente continuo il perfezionamento delle forme partecipando ai corsi di aggiornamento periodici.
Le insegnanti nella formazione erano esclusivamente donne, supportate talvolta da istruttori uomini.
I gruppi di allievi erano misti anche se a prevalenza femminile forse per la particolare attenzione rivolta dal mio Maestro all’aspetto meditativo della pratica.
L’insegnante di Taiji si chiama istruttore e istruttrice.
Il Gran Maestro Li Rong Mei è riconosciuta in Italia dal CONI e dal CSI
Oggi faccio parte dell’ASD Nuvola Bianca con la mia maestra Lea Song e sono parte del team di operatori olistici e operatrici della Città della Luce Spazio Cuore a Pisa.
Oltre che con maestri e maestre di riferimento, sono in contatto con gli altri istruttori e istruttrici della Scuola Yong Nian con cui mi confronto durante i seminari di aggiornamento.
A me si rivolgono indistintamente donne e uomini, di tutte le età e con caratteristiche fisiche diverse.
Il Taiji può essere praticato singolarmente con lezioni individuali adattate alle specificità della persona o in sessioni di gruppo e si svolge in palestra o all’aperto in mezzo alla natura nei parchi cittadini o durante escursioni in montagna o al mare.
Il Taiji può essere considerato un modo di prendersi cura del benessere delle persone ma soprattutto offre ad ognuno strumenti per un lavoro personale di propriocezione e ascolto del corpo, un’occasione per intraprendere un viaggio verso la conoscenza di sé e l’attivazione di doti e risorse personali.
Le persone si rivolgono a me soprattutto perché energeticamente scariche e fisicamente poco flessibili ma anche per la curiosità di sperimentare le potenzialità del corpo e della mente attraverso lo studio di forme che allenino le varie abilità psicofisiche della persona.
La pratica costante di questa tecnica mira, attraverso una meditazione dinamica, a ristabilire un equilibrio fra le due energie fondamentali che regolano il microcosmo umano e il macrocosmo dell’universo: lo Yin e lo Yang, due polarità che dialogano continuamente in natura e che, se comprese e accolte nel modo giusto, ricreano l’unità e la sfericità delle origini. L’assiduità e la dedizione dell’allenamento si dimostrano efficaci su alcuni disturbi cronici quali l’insonnia, la gastrite, la pressione sanguigna, l’asma, problemi cardiaci e circolatori, cefalee e problemi articolari.
Si può iniziare praticando almeno due volte alla settimana ma se poi si comprende la bellezza dei movimenti nella loro complessità, si porta la pratica nel quotidiano fino a farla diventare uno stile di vita, un nuovo paradigma mentale di consapevolezza e liberazione, un cammino controcorrente.
Il Taiji punta a ristabilire l’equilibrio tra il principio maschile nel suo aspetto di solarità, dinamicità ed espansione e quello femminile di lunarità, ombra, contemplazione e contrazione, quindi il dialogo dinamico tra i due poli è il massimo risultato sia all’interno di noi stessi che nella relazione con l’altro.
Il Taiji si rivolge a tutti e tutte senza distinzione di sesso, età o condizione fisica; ciò che conta è la motivazione che spinge ognuno a mettersi in gioco e a confrontarsi con le proprie fragilità e imperfezioni per trasformarle in potenti alleati.
Non ha controindicazioni perché il lavoro deve sempre essere fatto nel rispetto del proprio disequilibrio, con un atteggiamento di ascolto e accoglienza dei propri limiti, vissuti come grandi opportunità.
Le persone arrivano da vari canali: suggerimenti medici, informazioni ricavate da internet, pubblicità ma è soprattutto il passaparola la via privilegiata che facilita lo scambio umano delle esperienze e la condivisione di emozioni e sensazioni.
Il Taiji ha avuto negli ultimi anni una grande diffusione in Occidente grazie ai Maestri che dalla Cina si sono trasferiti direttamente o attraverso i loro discepoli in tutto il mondo.
Il lavoro che state facendo su Spazio Donna mi sembra importante e ricco di potenzialità, sia per la diffusione di un’attenzione per il benessere ad ampio raggio sia per sensibilizzare ad una presa di consapevolezza su aspetti fondamentali nel campo delle relazioni umane.
Per concludere direi che il Taiji è come “una finestra con una tenda davanti; solo spostando la tenda ed entrando si può comprendere la bellezza e la complessità di un’arte che offre, a chi è pronto a coglierla, la possibilità di un viaggio nel mondo delle emozioni e nella gioia dell’unione con il tutto”.


Barbara Trassinelli


Ringraziamo Barbara del suo tempo e della sua preziosa esperienza messa a nostra disposizione.
La Redazione di Spazio Donna

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