Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Conosco due sorelle gemelle omozigoti che ora a circa sessant’anni sono, nonostante le vite diverse, ancora molto simili.
A chi non le conosce bene appaiono indistinguibili.
Amano, prediligono gli stessi vestiti, gli stessi colori, lo stesso tipo di tessuto, gli stessi oggetti. Nei negozi, ognuna per conto proprio finiscono per comprare calze, vestiti, accessori simili, spesso uguali.
Ma quello che mi colpisce è che alcuni giorni scelgono per uscire, senza dirselo, di vestirsi nello stesso identico modo, accessori compresi.
E io mi chiedo: mentre L prende la gonna rossa e la maglietta bianca pensando di stare scegliendo come vestirsi e C fa lo stesso, chi sceglie? Sono libere nel fare quei gesti? Sono automi? Tutte e due ubbidiscono? E a chi? A che cosa?
E noi che non siamo gemelle/i, siamo gemelli/e di qualcuno/a? Di qualcosa? C'è modo di farci fare gesti, pensieri, compere che riteniamo siano nostra libera scelta e invece non lo sono? " Libertà va cercando, ch'è sì cara...." Dante: Purgatorio,v.71
Matilde