Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Conosco due sorelle gemelle omozigoti che ora a circa sessant’anni sono, nonostante le vite diverse, ancora molto simili.
A chi non le conosce bene appaiono indistinguibili.
Amano, prediligono gli stessi vestiti, gli stessi colori, lo stesso tipo di tessuto, gli stessi oggetti. Nei negozi, ognuna per conto proprio finiscono per comprare calze, vestiti, accessori simili, spesso uguali.
Ma quello che mi colpisce è che alcuni giorni scelgono per uscire, senza dirselo, di vestirsi nello stesso identico modo, accessori compresi.
E io mi chiedo: mentre L prende la gonna rossa e la maglietta bianca pensando di stare scegliendo come vestirsi e C fa lo stesso, chi sceglie? Sono libere nel fare quei gesti? Sono automi? Tutte e due ubbidiscono? E a chi? A che cosa?
E noi che non siamo gemelle/i, siamo gemelli/e di qualcuno/a? Di qualcosa? C'è modo di farci fare gesti, pensieri, compere che riteniamo siano nostra libera scelta e invece non lo sono? " Libertà va cercando, ch'è sì cara...." Dante: Purgatorio,v.71
Matilde