Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Coltiva il tuo dono come fosse il pezzo di terra che ti è stato lasciato. Esponilo al sole della vita, annaffialo di curiosità e apertura. Lascia che si fortifichi sotto le tempeste, che si faccia di scorza dura nelle gelate; che venga spezzato dalla grandine. Fa' che sia vero, coraggioso e selvatico.
Non devi proteggere il tuo dono, né dagli altri, né dalla vita. Dedicalo, mettilo al servizio, liberalo dalle costrizioni e dalle costruzioni. Non costruirgli ripari, nascondigli o scorciatoie.
Coltivalo. E lascia a chi desidera la libertà di avvicinarsi, nutrirsi e andarsene.
Chi nel tuo dono riconosce il suo, chi nella tua essenza riconosce il suo essere contadino d'amore: arriverà, e saprà tornare, e saprà restare.
Coltiva il tuo dono come fosse la cosa più preziosa che c'è. Perché lo è. Il motivo per cui sei qui. E ricorda di condividerlo, perché è insieme che abitiamo questa terra.
È insieme che la vita sboccia e frutta.
Non risparmiati, non trattenere: dona, contadina dell'anima.
Gloria Momoli