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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Un titolo di moda è: "Per non dimenticare", ma io uso: "Per farli rivivere".

19/7/2023 - 17:21



Questo lavoro   è dedicato  a  Giuseppe Petri (Beppino)
e al suo grande amico Marco Giunio Barsotti, il “poeta lavoratore”
che insieme hanno cantato, con la foto e con i versi, la bellezza del loro paese:

 

Meditazioni


Quando stride la pialla affaticata
sul duro legno e me curva il lavoro
io penso che giammai, forse, l’alloro
poserà sulla mia fronte accasciata.
 
E un’onda di tristezza inusitata
su me si stende, mentre il sole d’oro
brilla su i campi e libera il tesoro
d’inni suonati da una strofe alata.
 
Oh come allora volentier morrei
senza un sospiro solo di rimpianto,
per questa vita che maledirei!
 
Ma il pensier de’ miei bimbi affrena il pianto,
triste retaggio de’ verd’anni miei,
e non impreco più: lavoro e canto.

 

Prologo
Quando Giuseppe non era impegnato nella meticolosa, puntigliosa e precisa riparazione di orologi e sveglie, da attento conoscitore del territorio, a tempo perso, ma non senza la sensibilità che lo distingueva, fotografava ogni parte del suo amato paese per farne cartoline, spedite poi in ogni città d’Italia. Da prima del 1930 fino ad oltre il ’40, con una monumentale macchina fotografica a lastre, Beppino ha fissato e trasmesso fino ai nostri giorni una grandissima quantità di vedute di case, strade, piazze e personaggi di un Migliarino pulito, amico, quieto, lavoratore, un paese accogliente che permetteva a grandi e piccini di giocare, parlare, vivere ogni angolo e ogni spazio.
Partendo dalle cartoline di Beppino, generosamente concessemi in prestito dal figlio Roberto (il notissimo Pippo) e altre cercate nei mercatini di mezza Toscana, sono riuscito, in moltissimo tempo e faticosamente, a mettere insieme un discreto numero di vedute del paese (100!) che ora presento ai paesani perché non dimentichino quello che era Migliarino nell’ultimi 100 anni.
Sarà per molti un viaggio ricco di ricordi e nostalgie, per altri un interesse urbanistico che farà dire un “era meglio prima” o un “menomale non c’è più!”, ma sempre, spero, un’attenzione al nostro grande passato.
Per ogni cartolina verranno fornite:
notizie del soggetto illustrato,
anno di spedizione (viaggiata)
o, se non lo fosse, il probabile anno di riferimento,
tipo del francobollo usato per la spedizione,
modalità di stampa (a colori, bianco e nero, seppia, colore vario, lucida),
nome del commissionario o editore,
nome della località descritta sul retro se questa già non lo fosse sul verso e quanto possa far incuriosire coloro che volessero incominciare, od ampliare, la meravigliosa ricerca delle nostre origini così ben rappresentate e testimoniate nelle cartoline illustrate.
I sonetti che intramezzano le cartoline, a volte inerenti alla veduta e altre volte no, sono tratti dal libro “Rime sparse” di Marco Giunio Barsotti, edito per la Tipografia Galileiana di Firenze nel 1909.


La foto n° 1 è Beppino in veste di barista del Bar della stazione, la n° 2 è Giunio con il suo bombardino nella banda musicale di Migliarino, la n° 3 una vecchia mappa comunale del nostro territorio (1900?) dove Migliarino e Malaventre hanno la stessa importanza toponomastica.
Le strade sono abbastanza diverse dalle attuali, le case sono stranamente più numerose dal lato mare, di là dal Serchio (lato San Giuliano) non c’è ancora la via Aurelia nuova e di qua si nota lo spostamento della vecchia (parallela e tratteggiata sulla sinistra)  che, forzatamente, “scansa” la villa.
Potremmo partire dalle più vecchie, potremmo fare delle piccole sezioni tematiche, ma, dato che ogni Migliarinese si sente o di qua o  di là, tagliamo (metaforicamente e letteralmente) e cominciamo dal
Migliarino di là, paese su strada, con un Matrimonio su via Aurelia 


 E’ il 25 aprile 1948 .
Un corteo nuziale proviene dalla chiesa di San Ranieri su cocchi trainati da pariglie di cavalli bianchi per gli sposi e neri per il seguito. Tutta la strada festeggia i fortunati novelli sposi che sono la bellissima Faraoni Piera e l’aitante Antichi Ernesto.  
Auguri!
Tardivi ma sentiti.
Alla prossima!
 

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