Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Cominciamo da una battuta da ragazzacci che ci lasciava intravedere un mondo lontano, ma che ora è scioccassai:
che differenza c’è fra un carciofo e una donna? Il carciofo quando mette
i peli non è più buono, la donna invece diventa bona!
Allora partiamo dalla prima domanda su questo ortaggio: il carciofo è un fiore, commestibile allo stato giovanile e immangiabile a maturazione per la peluria che trattiene al centro delle foglie (spinose) e che sporgendo formerà quella corolla bellissima di colore violaceo.
Si dice che Cinara derivi dalla “cenere” che i contadini gettavano nei campi dove sarebbero poi piantati i carciofi, ma la mitologia ci ricama sopra!
Al carciofo si attribuivano anche poteri afrodisiaci. Cynara era una ninfa dagli occhi verdi e viola, alta e snella e con capelli color cenere, cioè una vera bellezza! Zeus, sempre sensibile al fascino femminile se ne innamora perdutamente. Così si racconta tra le pagine della mitologia greca. Purtroppo la fanciulla è anche volubile e capricciosa e non si vuole concedere al suo autorevole spasimante. Giove va su tutte le furie alle bizze dell’amata e, stufo e sconsolato, in un momento d’ira trasforma Cynara in un carciofo verde e spinoso come il carattere dell’amata; va però detto che al pungente ortaggio resta il colore verde e violetto dei suoi occhi, il cuore (nel suo interno) tenero, come sa esserlo quello di fanciulla e una provocante tentazione di metterlo in padella.
Buon appetito e fateli alla romana, alla giudia, fritti, in torta, lessi, crudi, ripieni, alla parmigiana, gratinati, a spezzatino, in pastella, insomma come vi pare!