Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La Gina
Gina Maria Giampieri era mia nonna, donna forte dal carattere temprato dalla guerra e dall'arte di arrangiarsi, nata da una famiglia contadina era l'ultima di sette figli, era sempre stata accusata di aver fatto quasi morire la mamma. Bionda con i capelli "mesciati" come piaceva dire a lei, con la pelle di pesca e formosa fin dalla nascita.
Quando io sono nata mia nonna era sempre giovane, ma a me è sempre sembrata vecchia, fin dai miei primi ricordi io dormivo con lei, perchè mio nonno era morto giovane, troppo giovane. Mi piaceva dormire con lei anche se mia sorella diceva che russava, a me quel suono faceva dormire meglio era come un collegamento fra la realtà e il sogno, sentire il suo russare voleva dire che non dovevo aver paura, niente di quel che temevo era vero, poi nonna mi faceva tenere la "lucina" accesa e mi riscaldava i piedi "ghiacci stecchiti"; tanti anni dopo anche lei ha iniziato a voler la luce accesa per dormire.
Mia nonna quando ero piccola stava sempre con me, i miei genitori non c'erano mai e mia sorella troppo grande per interessarsi a me.
"La Gina" mi portava nel "campo" a cogliere la verdura a dar da mangiare ai polli e ai conigli, una volta avevo un coniglietto "Nerino", un giorno sparì mia sorella mi disse che era scappato perchè voleva essere libero, poi la domenica a pranzo mangiammo coniglio e io dissi "Come è buono nonna!" e lei rispose "Si vede che è stato allevato con amore è il tuo Nerino", tutti in famiglia rimasero a bocca aperta, io mi misi a piangere e lei disse " Sù, via via che sarà mai " la mia nonna non era una che faceva tanti "fii" ma io dal quel giorno non ho più mangiato coniglio.
Ho continuato però ad aiutarla quando li macellava, anche i polli, perchè mi piaceva vedere cosa avevano dentro, il cuore, il fegato, i reni, le "budella", c'è stato un momento della mia infanzia dove tutto questo era diventato un evento, chiamavo tutti gli amichetti del palazzo e insieme guardavamo e aiutavamo nonna nell'eviscerazione del mal capitato.
Mia nonna era una donna risoluta, che non piangeva mai, cocciuta e testarda, voleva sempre l'ultima parola su tutto che avesse o non avesse ragione e soprattutto era indisponente, era una di quelle persone che se ti chiedevano un favore, anche "stupido" ti facevano venire la voglia di dire "No". Adesso quando ci penso mi sento in colpa per tutti quei "No" e mille volte la porterei nel campo, al mercato, al cimitero, mille volte le farei il colore ai capelli, porterei fuori la spazzatura e apparecchierei la tavola alle sette anche se noi cenavamo sempre alle nove. Povera nonna quanto l'ho fatta dannare, quando ero fuori a giocare non volevo mai rientrare a casa, una sera mi chiamò per un'ora "Elisa, vieni a casa!" alla fine quando suonai il campanello lei non mi aprì, non ho più ritardato nel rincasare.
C'è stato un periodo fino circa i cinque - sei anni in cui iniziavo a piangere e nessuno sapeva il perchè, a dire il vero neanche io, piangevo fino a farmi mancare il respiro, all'inizio mia Nonna mi diceva "Oh, via sù bellina, dimmi cosa c'hai?" poi dopo un pò si spazientiva e "mi tirava dù sculaccioni, così piangi per qualcosa" ed io invece smettevo, così di botto, come son strani i bambini da piccoli.
La Gina ha avuto un solo grande amore, il mio nonno, ma non credete che anche per lui sia stato facile. Quando i miei nonni erano giovani "usava fermare le ragazze per chiedergli di far all'amore", che non voleva dire quello che avete pensato tutti, ma voleva dire fidanzarsi; il mio nonno incontrò mia nonna quando lei aveva tredici anni, la scelse fra tutte, proprio lei, e lei di tutta risposta gli disse che era troppo giovane e
che se davvero era interessato doveva ritornare quando era più grande.
Mio nonno è tornato da lei ogni anno per sette anni, finché mia nonna gli ha detto di si e da quel momento non si sono più lasciati, apparte quando nonno è andato in guerra.
Io del mio nonno, che si chiamava Ofelio non ricordo quasi niente, sò solo che era un uomo intelligente, che lavorava tanto, riservato e un pò malinconico sapeva però stare in compagnia, se mia nonna era il sole, lui era la luna. I miei dicono che battibeccavano sempre ma "poi dopo due minuti non era più niente" e di nuovo ridevano e scherzavano. Mia sorella che l'ha conosciuto mi raccontava sempre che la teneva in braccio a leggerle i fumetti o a guardare i film di "Stanlio e Ollio", a volte
invece lo prendeva per mano e lo portava al negozio di giocattoli di fronte casa, io ho sempre invidiato mia sorella, perchè l'unico ricordo che ho di lui è di quando a poco più di un anno, lui era già malato, lo chiamavo "Nonnooooo" e lui "Ooooh", fra l'altro il ricordo non è neanche mio, me lo hanno raccontato.
Con Nonna tutte le estati andavamo al mare a San Vincenzo tutto il mese di luglio, andavamo sempre nella stessa casetta e io avevo l'idea che fosse nostra, così l'ultimo giorno di vacanza nascondevo i miei tesori che l'anno seguente andavo a ritrovare, una volta abbiamo cambiato casa per due anni, ma quando siamo ritornati erano sempre lì ad aspettarmi. Una notte di luglio, mentre dormivo con nonna con la "lucina" spenta perchè altrimenti mia sorella non dormiva, mi sognai che nonna
moriva e inizia a piangere, lei mi consolò e mi promise che sarebbe morta quando sarei stata grande, sposata e con figli, la Gina ha sempre mantenuto le sue promesse.
Nonna piaceva a tutti, anche se era saccente e ne voleva sapere sempre più di tutti, al mare aveva il suo harem, così come a casa nel cortile del palazzo. Al mare tutti cercavano di accaparrarsi il posto vicino a nonna e così si creava un capannello di ombrelloni, la Gina, c'aveva sempre la parolina giusta, la battuta perfetta e sapeva mettere a posto le male lingue. Succedeva lo stesso a casa, anche quando ha iniziato ad essere un pò "svanita" stando fuori con gli altri condomini era come se il cervello le prendesse una boccata d'aria ed era di nuovo la solita vecchia Gina. Non sò perchè tutti erano attratti da lei, forse perchè aveva la luce, quella luce interiore che ti attrae come se tu fossi una falena.
In casa non era proprio così, nonna e babbo litigavano sempre e rimanevano "immusoniti" per giorni, non tanto per lei, ma per babbo che è permaloso; mamma invece credo che si sentisse un pò schiacciata da questa figura ingombrante, ma tutti le volevano un gran bene.
Nonna ha sempre saputo come consolarmi anche nei momenti peggiori, lei parlava e dopo un pò sorridevo, anche quando è morto il mio Amore, è stata l'unica che giorno dopo giorno mi ha aiutato a ritrovare me stessa.
Con nonna ci siamo dette "Addio" un sacco di volte, la prima volta è stato quando le iniziò a venire la febbre da allergia all'uovo, tutte le volte mi parlava come se fosse l'ultimo giorno "bimba io questa volta non ce la faccio", abbiamo impiegato due anni a scoprire da cosa era dovuta quella febbre e altri cinque per farla rassegnare al fatto
che le uova non le avrebbe più mangiate. A nonna piacevano le uova, infatti anche se aveva smesso di allevare conigli continuò ad allevare i polli, ma solo per le uova con cui faceva lasagne, dolci e quant'altro.
Quando lei decideva di fare dolci ne faceva per giorni a volte anche settimane, le sue specialità erano schiacciate di Pasqua, zuccherini, cantuccini e la torta di mele. La torta di mele era la mia preferita tanto che quando sono triste o sento la mancanza di nonna mi metto a mangiarla rigorosamente da sola fino a che non mi sento meglio, solo che a volte mi occorrono giorni.
Finchè è stato possibile, dato che crescevo a vista d'occhio, quando nonna cucinava mi metteva a sedere sui mobili della cucina e precisamente sulla "cambusa" che faceva da angolo fra i fornelli e la palla del pesce rosso, la Gina mi diceva "mi raccomando stai ferma, ferma, non ti muovere" io le davo retta (stare ferma, il gioco del silenzio…a me queste cose son sempre venute bene) lei cucinava per ore e io la guardavo e assaggiavo tutto tranne la trippa e i ceci.
Quando ero in prima elementare nonna mi aiutava a fare la lezione, a volte sbagliava, come quella volta che dovevamo scrivere dieci parole con "sce" e dieci con "scie", io lo sapevo che alcune parole erano sbagliate, ma non glielo dissi perchè questo mi permetteva di dire davanti alla maestra che a me la lezione mi aiutava a farla la nonna
e non i miei genitori, che non c'erano mai per lavoro, così la maestra aveva un occhio di riguardo nei miei confronti; non che ne avessi bisogno, andavo bene a scuola, ma mi piaceva fare la bambina abbandonata.
Una delle volte in cui io e nonna ci siamo dette "addio" è stata quando si è rotta il femore (dopo essersi rotta la spalla e il polso smise di andare in bicicletta e da lì ci fu un lento ma continuo declino delle capacità cognitive) il peggio sembrava passato e dall'ospedale era andata in una casa di cura dove si sperava avrebbe recuperato ma questo non è mai successo. Dopo di ché a casa è iniziata l'era delle badanti a me e mia
nonna ce n'è piaciuta solo una, Natalia, che era una donna molto dolce; nel periodo in cui lei è stata a casa dei miei andavo spesso a trovare mia nonna, anche quando i miei non c'erano la domenica.
Le altre badanti, come dicevo, non mi sono mai piaciute perchè si sentivano padrone a casa nostra, come se loro fossero le figlie e io e mia sorella le intruse, per questo motivo e perchè non riuscivo a rassegnarmi al fatto che mia nonna non era più mia nonna, ferma in carrozzina e con la testa che le dava "un colpo al cerchio e uno alla
botte" ho perso gli ultimi anni della sua vita e di questo me ne rammarico.
Dal duemila otto abitavo nella mia casa a Pisa, quella casa l'ho vista sempre un pò matrigna perchè non mi dava mai una gioia e sempre problemi, il Natale del duemila sette per esempio avremmo dovuto passarlo tutti insieme, con nonna anche, ma si ruppe la caldaia e un tubo dell'acqua inondò tutti i mobili nuovi, mia nonna per l'aggravarsi delle sue condizioni e le barriere architettoniche non ha mai visto la mia
casa.
Comunque in quegli anni la Gina che non vedevo spesso, albergava nei miei sogni, lì Gina era agile e scattante e voleva guidare sempre la macchina, forse un desiderio nascosto, nonna non aveva mai preso la patente.
Gli ultimi tempi di nonna sono stati molto tristi, per un periodo è stata ricoverata anche nel reparto dove lavoravo (anche lì ci siamo dette "addio") poi quando abbiamo capito che non c'era più niente da fare l'abbiamo portata a casa. Io però la mia nonna quando la andavo a trovare me la "sbaciucchiavo" sempre e me l'abbracciavo, a volte quando andava a letto per il riposo pomeridiano mi diceva "son tutta sola qui nel letto" così mi facevo posto accanto a lei e dormivamo un pò, da
piccola credo abbia dormito sempre insieme a qualcuno, i fratelli, i cuginetti, "bellina la mì nonna" si sentiva tutta sola.
L'ultimo mese della sua vita sembrava morisse ad ogni respiro, io ho sperato che la fine arrivasse presto perchè non volevo che soffrisse più. Teneva gli occhi sempre chiusi ma quando sapeva che sarei andata da lei li apriva e diceva "la mì Elisa" e mi aspettava, quando ero piccola invece ci rimanevo male quando mia sorella andava in gita e nonna sentendola per telefono si metteva sempre a piangere, quando in gita ci
andavo io non è mai successo, a volte le dicevo "nonna, ma non piangi neanche un pochino?" diceva che io ero più forte e allora non si preoccupava.
Due giorni prima della sua morte mi apparve in sogno e mi disse "finalmente sono libera!" telefonai subito ai miei genitori che mi dissero che era entrata in coma, non si svegliò più.
La Gina è morta in una fredda notte di febbraio fra le braccia di mio padre alla tenera età di novantadue anni, la mia "highlander", io ero a fare il turno di notte in ospedale, non ho detto niente alle mie colleghe e ho continuato a fare il mio lavoro.
Al funerale è venuta un "sacco" di gente che io neanche conoscevo anche una ragazzina down che mi disse che nonna era sempre stata buona con lei. Un ventennio fa a mia nonna venne in mente di "fa a gara con Alberto Sordi, Enzo Biagi e Wojtyla per vedè chi campava di più" credo perchè erano nati nel suo stesso anno, beh ostinata com'era ha vinto su tutti.
Da quando lei non c'è più vado ancora meno dai miei, perchè mi fa strano andare a casa e non trovarla e se sento parlare di lei mi commuovo; mi intrattengo spesso a parlare con un suo amico d'infanzia con il quale era cresciuta alla "casa bianca" mi racconta di quando era giovane...era proprio un bel tipo la Gina.
A volte mi chiedo se nella confusione della sua mente abbia registrato l'immagine del mio compagno e che sia stata felice per me, "struggeva" di vedermi sposata e con dei figli, purtroppo non ho fatto in tempo. Anche se nonna non è mai stata fiduciosa sul fatto che mi sposassi, primo perchè "ero un cervello" secondo perchè tanto con me non c'era "succhio" infatti a me, rispetto a mia sorella, iniziò più tardi a fare il corredo e dopo che lasciai il mio primo fidanzato smise.
Quando ero più giovane e mi dicevano che ero come mia nonna "sei la Gina schietta!" o "sei proprio come la tù nonna!" accezione negativa che mi dava mio padre mi arrabbiavo tantissimo e mi mettevo ad elencare tutto quello che mi allontanava da lei, adesso mi rendo conto che hanno ragione e così non rispondo e sorrido.
C.M.
da Premio 8 marzo/1 Marco Del Bucchia Editore 2013