Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
In questi giorni si notano, soprattutto ai limiti di zone boschive, dei cespugli innevati nonostante il caldo. Gli alberelli si coprono di manti di seta e si fan belli fra le verdi frasche.
Belli?, attenzione cespugli miei, state per essere soffocati da una pianta che si approfitta di voi per salire in alto, la clematis vitalba, chiaro ora il nome, che si allunga strisciando e salendo anche per venti metri. Quando nasce ha dei getti carnosetti che la fanno sembrare una pianta di luppolo, le cui cime sono adatte per frittate e risotti, ma attenzione perché la vitalba ha delle tossine che potrebbero danneggiare tessuti interni di persone con allergie.
Dicono di mangiare la vitalba da giovane, ma io dico che è meglio evitare e, come dicono i vecchi: “è meglio avé paura che toccanne!”
La vitalba, non istando contenta nella sua siepe, cominciò a passare cò sua rami la comune strada e appiccarsi all'opposita siepe; onde dà viandanti poi fu rotta.
Ma guardate un po’ chi lo scriveva?
Leonardo da Vinci.
Mi sento di rihaikuiare:
Quando la vita è grigia
Il saio bianco
A nulla serve.