Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
In questi giorni si notano, soprattutto ai limiti di zone boschive, dei cespugli innevati nonostante il caldo. Gli alberelli si coprono di manti di seta e si fan belli fra le verdi frasche.
Belli?, attenzione cespugli miei, state per essere soffocati da una pianta che si approfitta di voi per salire in alto, la clematis vitalba, chiaro ora il nome, che si allunga strisciando e salendo anche per venti metri. Quando nasce ha dei getti carnosetti che la fanno sembrare una pianta di luppolo, le cui cime sono adatte per frittate e risotti, ma attenzione perché la vitalba ha delle tossine che potrebbero danneggiare tessuti interni di persone con allergie.
Dicono di mangiare la vitalba da giovane, ma io dico che è meglio evitare e, come dicono i vecchi: “è meglio avé paura che toccanne!”
La vitalba, non istando contenta nella sua siepe, cominciò a passare cò sua rami la comune strada e appiccarsi all'opposita siepe; onde dà viandanti poi fu rotta.
Ma guardate un po’ chi lo scriveva?
Leonardo da Vinci.
Mi sento di rihaikuiare:
Quando la vita è grigia
Il saio bianco
A nulla serve.