In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
Trattoria Baroncini e via della chiesa. (1)
Cartolina di Petri Giuseppe, anni 20-30, colore nocciola, molto animata.
Gli avventori del Bar Baroncini (gestito da Piggello) sono numerosi.
Biciclette parcheggiate come ora le auto di “certi” migliarinesi, due donne vanno verso la chiesa, inspiegabilmente in salita, due barrocci al lato della strada.
Le case belle sono in piazza, che allora non era piazza ma strada, nel borgo detto “La barca” perché sul fiume vi era stato per decenni il traghetto per l’altra sponda, pochissime case intorno alla chiesa di Malaventre.
Questa era l’anima del paese.
Veduta presso il ponte della ferrovia. (2)
Cartolina viaggiata nel 1912 da Pisa.
La bellezza della cartolina trascende dall’editore.
Non vi sono dubbi che si tratta di una delle “Scarlatti” ed infatti è la n. 374. Le altre cartoline edite per conto Baroncini erano, si fa per dire, “pubblicitarie”.
Il cliente si fermava, mangiava e, se voleva, comprava un ricordo da spedire a casa o amici. Questa raffigurata era un pezzo del grande mosaico paesaggistico dell’Italia. Si voleva far conoscere Migliarino, la sua ricettività e la sua posizione privilegiata: ”presso il ponte della ferrovia!”.
Medaglione con testa di cavallo sul bordo della casa bassa a sinistra, “stallaggio” scritto sottogronda della casa sovrastante, “nuovo albergo e trattoria del viaggiatore” al centro e “caffè fiaschetteria e commestibili” imponente sulla casa di destra, un tranquillo barrocciaio passa e pomodori freschi a portata di mano.
Una meraviglia!
Migliarino. (3)
Altra bellissima cartolina di Migliarino edita per conto Baroncini A.
Esattamente posizionata come la precedente, non sappiamo certamente il nome del fotografo, ma niente da invidiare alle “Scarlatti”, anzi!
In questa, viaggiata molto prima, 29 marzo 1907, vi è molta più “animazione”, le persone posano volentieri, vi sono al bar donne e bambini, il barrocciaio si mostra curioso a quell’omo cor sacco ‘n capo che è in mezzo alla strada…e i pomodori stanno a guardare!
Una curiosità: il bollo, 5 cent. verde V. Emanuele III°, reca il “timbro viaggiante”, quello che veniva emesso in treno dagli ufficiali che accompagnavano la corrispondenza sul “vagone postale” con stampigliatura Pisa-Genova.
Era partita il 29 per Neive, provincia di Cuneo, sapete quando è arrivata?
Il 30!
Vecchie care Regie Poste!
Via Emilia. (4)
Cartolina viaggiata il 5 ottobre 1931 da Torre del lago.
Foto di Giuseppe Petri, che non figura con il nome, ma l’edizione è grigio verde come tutte le altre sue segnate con (4) numero di serie (6-6212) uguale come simile è il committente: A. Baroncini.
Eccolo finalmente scritto: Via Emilia!
Sono passati 20 anni, ma nulla è cambiato nella strada, come chiamavo prima quella che ora per noi è inequivocabilmente “piazza”.
No!
Hanno levato i pomodori, facevano tanto “contadino!”.
Via della stazione (5)
Cartolina viaggiata da Migliarino il 12 settembre 1938. Proprietà riservata Baroncini.
Ecco come il tipografo, o meglio il Baroncini, chiama ora la via Aurelia: Viale stazione!
Sono stati piantati platani sulla strada statale, si è ripulita la zona di fronte al Bar, forse non vi sarà neanche più lo stallaggio, cominciano le pubblicità stradali e una parvenza di nuova strada appare in curva.
Mercato ortofrutticolo. (6)
Bellissima cartolina, forse la più sconosciuta ai nuovi migliarinesi, viaggiata da Migliarino l’11 agosto 1942, Ediz. Baroncini Oreste, ocra pallido.
Il mercato ortofrutticolo sorgeva dove ora è la zona Pasticceria Daniela (ora Pinco Pallino)-Farmacia-Carrozzeria Valente.
Anche se oggigiorno è un ortaggio non più coltivato in zona, il carciofo era il re del mercato di Migliarino. Da qui, nella stagione adatta, partivano ogni giorno decine di quintali di questa specialità ritenuta la migliore della Toscana e ora perduta senza che mi possa spiegarne il perché.
Centenario della Madonna del Buon Consiglio, patrona di Malaventre. (7)
Superba cartolina non viaggiata, fatta in onore del Centenario della Madonna del Buon Consiglio, patrona del paese di Malaventre e della Val di Serchio. I festeggiamenti durarono dal 1° all’8 maggio del 1921, mentre si sarebbero dovuti solennizzare cinque anni prima.
L’immagine della Madonna che si venera nella chiesa di San Pietro in Malaventre, fu dipinta da un frate, Padre Eugenio di Bagni di Casciana, portata da noi nel 1816, amata e onorata fino ad oggi.
I cento anni cadevano quindi nel 1916, ma quello era un anno di lutti e di guerra per l’Italia intera e fu deciso di posticipare i festeggiamenti in un periodo migliore, anche se tardivo.
La processione si svolse fra due ali di popolo festante, il paese era illuminato e addobbato, i cori della Schola cantorum delle suore di Migliarino e dei cantori della Primaziale di Pisa allietarono i fedeli.
I giornali riportarono, con l’enfasi dell’epoca, tutta la cerimonia nei dettagli, fino al finale della mezzanotte dell’8, quando la ditta Cagnacci di Lucca incendiò “vari fuochi pirotegnici”.
Le messe furono officiate a turno dai parroci della Val di Serchio tranne quella solenne del 5, festa dell’Ascensione, celebrata dall’arcivescovo Pietro Maffi.
Vi è nella foto il solito cavallo parcheggiato di fianco alle Scalette, molti fedeli si levano il cappello, una donna si inginocchia e alcuni avventori in piedi restano indifferenti a capo coperto da “pagliette” alla moda.
Bollo della Chiesa (8)
In alcuni documenti della chiesa di San Pietro vi si trova apposto un timbro circolare con l’effige del santo e il nome Malaventre.
L’incuria, forse, ha fatto perdere sia il timbrare che il timbro.
Questo riprodotto è sul “Libro dei defunti”, mese novembre, anno 1894, volume che il compianto amato don Lido mi fece a suo tempo consultare.
(continua)