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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Umberto Mosso
L’ETICA DI CALENDA STA NELLA CERNIERA.

13/9/2023 - 12:44


L’ETICA DI CALENDA STA NELLA CERNIERA.

 

Volendo concedere buonafede alle ultime dichiarazioni di Calenda non si può che concludere che sia totalmente inadeguato, per usare un eufemismo, a ragionare di politica. Non ce la fa.

Lui dice che Azione e Italia Viva hanno obbiettivi comuni, ma non condivide l’etica politica di Renzi perché ha voluto un governo col M5S, quello giallorosso e poi, dopo la scomparsa di Berlusconi, ha tentato di entrare in Forza Italia. Ma uno che vorrebbe fare il leader di un partito liberaldemocratico, una operazione storica per questo Paese, può raccontare storie simili senza coprirsi di ridicolo?

Quale sarebbe il suo target elettorale?

quello di chi si informa con le chiacchiere in sala d'aspetto? Dopo la sconfitta elettorale del 2018 il PD di Zingaretti era nell’angolo. Era stato varato il governo Conte – Salvini, che si erano annusati per tutta la campagna elettorale e che prometteva il trionfo del populismo e del sovranismo per i seguenti cinque anni. Come uscire dall’angolo e contemporaneamente rompere quel fronte? L’occasione giusta arrivò per l’intemperanza e l’ingordigia di potere di Salvini che, dopo circa un anno di governo e sentendosi sulla cresta dell’onda, avrebbe voluto andare ad elezioni anticipate e sancire definitivamente il suo pieno potere. Questo col tacito accordo di Zingaretti che, ossessionato dall’idea di avere i gruppi parlamentari infarciti di renziani, si sarebbe accontentato di restare all’opposizione, dove era già, guadagnando la nomina di nuovi gruppi più “suoi”.

A parte la meschinità di una tale idea, indecorosa prima che indegna di un grande partito della sinistra, questo disegno avrebbe significato Salvini capo del governo e la leadership della destra in mano alla Lega.

Renzi, che ancora stava nel PD, mal tollerato dall’establishment conservatore del suo partito, sparigliò le carte dichiarando che piuttosto che dare questo pessimo destino all’Italia, sarebbe stato meglio isolare Salvini e fare un governo PD – M5S. Si trattava, non potendo battere in un colpo solo i due populismi da una posizione minoritaria, di dividerli e cominciare col fare fuori il primo.

Avete presente la tattica dell’Orazio superstite che sconfigge i Curiazi affrontandone uno per volta? Andò così. Poi il disastro previsto del Conte 2 superò il livello di guardia e venne la seconda mossa con la sostituzione di Conte con Draghi. Per inciso questo Paese ha vissuto della rendita Draghi fino a pochi giorni fa, altro che Meloni! Oggi Conte e Salvini hanno più che dimezzato i voti e sono leader di niente.

Purtroppo la gestione del corso politico seguente, se si fa eccezione per il secondo mandato di Mattarella, è stata gestita con una sequela di errori da parte del PD, ormai privo di leadership. Mentre succedeva tutto questo Calenda dormiva da piedi standosene comodo all’opposizione, sparando su Renzi e predicando la purezza etica di chi non ha né testa politica, né una strategia praticabile. Tutto questo, concedendogli buonafede, Calenda non lo avrebbe capito dato che ancora oggi ritiene che avere scampato quel pericolo in due mosse sia stato non un merito di Renzi, ma una politica eticamente disdicevole. Il ticket che puoi fare con uno così al massimo ti fa fare due fermate tra vicolo corto e vicolo stretto.

In quanto a FI Calenda, nei suoi deliri di onnipotenza, ha dichiarato di voler mettere insieme l’opposizione, compreso l’odiato M5S divenutogli potabile e fare da cerniera al centro per trovare convergenze con la destra. Chissà perché le sue proposte alla destra non sarebbero compromissorie e quelle di Renzi, l’unico che ha sconfitto populisti e sovranisti, sarebbero eticamente censurabili.

Questione di cerniere.

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