Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Entro i manipoli qua e là sparsi
dei topinambur lungo gli argini
ogni lustro del giallo si fa intimo
all'autunnale catarsi.
Con affettuoso gusto
i furbissimi topinambur
si affollano al cancello come a scuola,
nel giorno giusto.
Dove ritroverò le mie infelicità
numerose quanto incontrollabili?
– Ma ora coi topinambur
torneranno attutite dai tocchi di altre deità.
Così’ scriveva un poeta italiano tra i più importanti della seconda metà del Novecento, Andrea Zanzotto, in una sua opera: 'Altri topinambur'.
Io provo con un haiku che sa tanto di piacere per il palato oltre che per l’occhio:
Veri amanti del sole
Cuor per farfalle
Cibo per l’uomo.
Ho conosciuto l’heilanthus tuberosus (dal greco fiore del sole con tubero), quelle grossissime margherite gialle, quando da ragazzo andavo a pescare davanti alla chiesa di San Pietro a Migliarino e mi davano fastidio le loro foglie rugose che graffiavano la pelle. Poi passarono gli anni della pesca e cominciarono quelli della pineta e lì ri-rincontrai i topinambur in un campo verso il mare e ne volli provare la commestibilità con il mio amico Paolo. Pulimmo con gran fatica i grossi contorti tuberi, le patate, e li lessammo in una casa di contadini dei Duchi, curiosi di vedere e testare un nuovo alimento. Il profumo era accattivante, il sapore lo stesso ma… notizie del giorno dopo davano “aria”, eufemismo per scorregge, a tutt’andà!
Paolo li chiamava” topini al burro”!
E come topini li lasciammo nei campi!