Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
La dura vita di un babbo!
“Cra cra, o babbo ma oggi non si mangia? Abbiamo una fame da schiantà, senza turisti ciabattoni e sudicioni si deve morì di fame? Cra cra!”
E così una lunga tiritera di richieste di cibo finché:
“Ma fatela finita o sfondati! Vi siete ingrufiati 14 patatine fritte, un cono gelato colla rena, una decina di ruzzuolamerda e un muggine mezzo marcio che ci ho rimesso du beccate da un gabbiano!”
Ma le richieste continuano sempre più frequenti finché:
“Non li ho mai capiti gli umani ma ora capisco perché hanno preso il nostro verso, “crac”, per indicare una rottura. Loro dicono che è “parola onomatopeica", eh!, saremo brutte noi cornacchie ma no stupide, e allora ora io dico che hanno, ma solo questa volta sola, ragione:
Crac Crac Crac, mi avete rotto i coglioni:
Cra Cra Cra!”