Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
DIFENDERE ISRAELE PENSANDO ALLA PACE.
L’azione terroristica di Hamas è un atto estremo per bloccare il processo di riconoscimento di Israele da parte di altri stati arabi oltre l’Egitto, la Giordania, il Marocco, il Sudan, gli Emirati Arabi e il Bahrain. Un riconoscimento che è la prima garanzia di pace.
L’Arabia Saudita, potenza economica da sempre avversaria dell’Iran nell’area mediorientale, stava per dare quel riconoscimento sottoscrivendo il Patto di Abramo.
Questo fatto di grande rilevanza politica non avrebbe solo dato maggiore sicurezza a Israele, ma avrebbe portato altri stai arabi a percorrere la stessa strada, che è anche quella dell’isolamento dell’Iran, che col terrorismo interno e internazionale punta alla destabilizzazione dell’intera area promuovendo la radicalizzazione Jihadista dei conflitti interni di quei paesi e rendendo impossibile qualsiasi percorso di pace. L’obbiettivo di realizzare due stati indipendenti e sicuri per due popoli pacificati resta l’unico in grado di garantire la pace.
L’azione jihadista di Hamas non ha niente a che vedere con la lotta del popolo palestinese, ne sfrutta cinicamente la sofferenze che acuisce e mira esclusivamente a fomentare uno stato di conflitto perenne nel quale l’Iran può sperare di uscire dall’isolamento internazionale e continuare a mestare trovando convergenze criminali. Con la Russia di Putin, ad esempio e con le peggiori dittature del mondo. Sembrerà un paradosso dirlo dopo la strage di Hamas, ma sempre più, con piccolissimi passi, anche nel mondo arabo si fa strada l’idea che l’esistenza di Israele non è solo una realtà giusta e indiscutibile, ma è anche un elemento di equilibrio per il mondo arabo che lo circonda.
L’esistenza di Israele, la sua sicurezza, non è solo un metro di misura della solidarietà del mondo democratico, ma anche quello che dà la dimensione dell’avvicinamento o meno alla convivenza pacifica degli stati mediorientali con l’Europa e con l’Occidente. Un avvicinamento e una coesistenza anche dei principi democratici e dei diritti umani che i popoli di quegli stati chiedono in modo insistente, dolente, spesso tragico e la cui transizione, come in Arabia Saudita, non deve arrestarsi.Senza Israele quella richiesta avrebbe meno voce e il pur minimo passo verso la pace sarebbe escluso.Dunque che Israele si difenda e sia difeso, costretto a farlo dal 1947 quando, dopo il pronunciamento favorevole dell’ONU alla sua costituzione (tra i primi voti favorevoli quello dell’URSS, se lo ricordino gli stalinisti putiniani di ritorno) fu attaccato non da chi viveva in Palestina da oltre cento anni in pace con gli ebrei e che con quella decisione avrebbe avuto lo stato che oggi cerca, ma dagli stati circostanti che uno stato palestinese, indipendente anche da loro, non volevano.
Chi salva Israele salva anche la Palestina araba e il processo democratico in Medio Oriente. Per questo vogliono distruggerlo.
No pasaran!