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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Matteo Renzi — 14 Ottobre 2023
«Che cos’è il centro?

14/10/2023 - 20:16

Il centro è la politica contro la destra sovranista e la sinistra populista
Serve l’Europa dei figli sognatori, non dei padri fondatori: Gaza, Ucraina, Nagorno, basta essere spettatori. L’editoriale di Matteo Renzi

Perché l’Europa o gioca un ruolo adesso o scompare e diventa spettatrice. Anziché scendere in campo allo stadio, l’Europa rischia di andare in tribuna a vedere la partita tra Cina e Stati Uniti, tra il Brics e il G20

«Che cos’è il centro? 

Nel dibattito italiano si dice ‘centro’ e subito si pensa al passato. In realtà l’ambizione che muove molti di noi è di considerare il centro il luogo del futuro, non il luogo del passato.

Un grande tedesco, Dietrich Bonhoeffer, scriveva che il futuro è il bene più prezioso che noi abbiamo e che non lasceremo mai ai pessimisti.Può darsi che domani spunti l’alba dell’ultimo giorno, diceva Bonhoeffer, che fu ucciso qualche giorno prima della fine della Seconda guerra mondiale dai nazisti, perché aveva comunque partecipato all’attentato contro Hitler. Può darsi che domani spunti l’alba dell’ultimo giorno, solo allora termineremo il nostro impegno per un futuro che sia il luogo nel quale ciascuno di noi vuole andare. Oggi noi da qui vogliamo richiamare la nostra comunità politica a scommettere sul futuro e sul centro. Perché la destra è forte, ma è sovranista. Perché la sinistra è forte ma è populista. E questa divisione di due grandi movimenti forti alle estreme, lascia uno spazio che è lo spazio del centro, che è politica. Noi siamo quelli che dicono che la politica ha un senso e un valore, come? Sulle scelte concrete.

Sul clima: abbiamo avuto e abbiamo una destra negazionista, non solo in Europa, pensate alle posizioni del presidente Trump sul negazionismo climatico. Ma abbiamo un eccesso di ideologia sull’ambiente anche nell’estrema sinistra e forse in quella che estrema sinistra fino a qualche anno fa non era. Le posizioni di Frans Timmermans sono più basate sull’ideologia che non sulla tecnologia. Il centro è lo spazio della politica per una terza via, tra chi crede nei tweet allarmistici di Greta e chi pensa agli slogan di Trump.
C’è uno spazio sull’intelligenza artificiale: noi abbiamo chi vuole la deregulation nel mondo dell’innovazione tecnologica e chi, da neoluddista, pensa che si possa fermare il futuro e bloccare tutto.

C’è una terza via, quella di fare dell’intelligenza artificiale un’occasione per migliorare le nostre prestazioni nella sanità, la nostra qualità della pubblica amministrazione, di creare nuovi posti di lavoro.Però lo facciamo avendo dei valori. E potrei continuare sul tema del sociale. Chi viene da un’ispirazione cristiana in politica, pur professando la laicità del proprio impegno, sa che non può esistere una visione in cui si vive di assistenzialismo, come una parte della sinistra vuole, e non si può accettare la visione di quella destra che, ricordando Margaret Thatcher, diceva ‘Quella cosa chiamata società non esiste’.

Andrei avanti a lungo, parlando di immigrazione e di crisi demografica ma voglio arrivare alla politica estera, a maggior ragione dopo quello che è appena successo in una scuola francese dove, dopo il caso di Samuel Paty, di nuovo un insegnante è stato ucciso presumibilmente da un ragazzo che veniva dalla Cecenia e che ha urlato Allah Akbar e lo ha accoltellato.

È un segnale che ci richiama all’esigenza di combattere il terrorismo anche in casa nostra, come purtroppo è avvenuto in Germania, come è avvenuto nel Regno Unito, come avvenuto in Spagna e come soprattutto avvenuto in Francia, non soltanto a Nizza, non soltanto con Charlie Hebdo, ma soprattutto con la drammatica vicenda del Bataclan.Il punto che io voglio dire è che oggi, senza la politica e quindi senza il centro – perché per me il centro è la politica contro la destra sovranista e la sinistra populista – non si risolve nessuno dei dossier aperti.Io ho votato per l’invio delle armi in Ucraina e sono contento di averlo fatto, perché penso che sia giusto. Tuttavia, senza un’iniziativa diplomatica che segua il fatto che noi stiamo dalla parte dell’Ucraina senza se e senza ma, il conflitto non finirà mai. Io sono convinto che Israele abbia il diritto e il dovere di esistere. L’ho detto alla Knesset, due popoli, due Stati in Palestina e contemporaneamente il dovere di tramandare la memoria di Israele.
Hamas è il vero nemico e occupatore della causa palestinese.

Perché è Hamas che ha preso in ostaggio non solo 300 cittadini israeliani, ma anche due milioni di persone nella Striscia di Gaza. E in queste ore gli israeliani stanno invitando gli abitanti di Gaza a lasciare il territorio, anche con droni che inviano volantini, anche con hacker che intervengono nelle tv. E mentre gli israeliani danno questo messaggio per evacuare e salvare i civili, è Hamas che dice “Restate qui, è tutta propaganda. Non vi succederà niente”, perché utilizza i civili come scudi umani.E allora alla fine di questo mio ragionamento, anche in Israele non ci sarà nessuna soluzione senza una politica estera europea. Anche in Ucraina non ci sarà nessuna soluzione senza una politica estera europea. Anche in Nagorno Karabakh, su cui l’Europa non si è minimamente interessata come avrebbe dovuto, lasciando nel silenzio che ci fosse un esodo di 100.000 armeni. Anche nel Kosovo e nei Balcani, e la storia ci dice che quando ci sono dei problemi nei Balcani è un problema per tutti, non è un problema soltanto per i Balcani. In tutti i dossier serve una politica europea.

C’è questa politica europea? Sì e no. C’è il grande ideale europeo dei padri fondatori, c’è il desiderio di trovare delle soluzioni in tanti di noi, ci sono dei leader, a cominciare dal leader europeista che è il più visionario e più forte di tutti in questo momento che si chiama Emmanuel Macron. C’è dunque una possibilità di lavoro, ma c’è anche molta, molta, molta mancanza di Europa.


Servirebbe molta più Europa in tutti i settori e servirebbe l’Europa dei figli sognatori, non dei padri fondatori, dei figli che siano capaci di immaginare l’Europa di domani, non soltanto di fare l’elenchino burocratico dell’Europa di oggi. Perché l’Europa o gioca un ruolo adesso o scompare e diventa spettatrice. Anziché scendere in campo allo stadio, l’Europa rischia di andare in tribuna a vedere la partita tra Cina e Stati Uniti, tra il Brics e il G20. Rischia di restare fuori da tutto. Ecco, per me l’elemento chiave è che noi ricordiamo a noi stessi chi vogliamo essere.E allora il congresso del Partito democratico europeo è importante, il vostro lavoro, il nostro lavoro sul manifesto, è importante perché va nella direzione di ricordare che noi siamo la terra della civiltà e della cultura, come elementi chiave del nostro stare insieme.

 

Dopo il Bataclan, io ero allora presidente del Consiglio dei ministri italiano, andai alla Sorbona perché una ragazza italiana era tra i più di 100 morti del Bataclan. Noi dobbiamo immaginare che cosa può passare nel cuore delle persone che ammazzano dei ragazzi che stanno ballando, perché ascoltano la musica. I terroristi odiano la musica perché odiano la vita, perché odiano la felicità, perché insegnano a odiare tutto ciò che è cultura, bellezza, che sono i valori fondativi dell’Europa.Ebbene, in quell’appuntamento della Sorbona, ricordando Valeria Solesin, noi come Italia ci prendemmo un impegno molto semplice. Investiremo tanti soldi nella sicurezza, nella cybersecurity, nella presenza dell’esercito nelle strade, nelle tecnologie militari, perché è giusto difendere i nostri concittadini. Ma tutto ciò che metteremo come budget nella gestione della sicurezza avrà un budget ugualmente grande sulla cultura, sull’educazione, sulla scuola, sui teatri e sui centri sportivi nelle periferie. Perché per ogni euro investito in sicurezza occorre investire un euro in cultura.
Voi direte, perché fate questo? Perché è la storia delle nostre terre. Nella mia Firenze, il Rinascimento è iniziato quando Ghiberti decise di fare un capolavoro assoluto, il più bel capolavoro del Rinascimento che è la porta del Battistero.

Michelangelo, qualche decennio dopo, guarda il Battistero e dice “Queste porte sono così belle che potrebbero essere le porte del Paradiso”. Da quel momento i fiorentini chiamano la porta del Ghiberti, “le porte del Paradiso”.E quell’opera lì, fu finanziata dalla città di Firenze, esattamente con lo stesso budget che quell’anno Firenze aveva messo per difendersi dagli assedi dei nemici. Perché a Firenze, qualche secolo fa, avevano capito che il Rinascimento nasceva nel momento in cui si mettevano tanti soldi per difenderci, ma ci si difendeva perché si aveva un’idea di cultura, di bellezza e di valore.

Auguro a tutto e tutti noi di rendere l’Europa un luogo nel quale pensiamo a difenderci, perché abbiamo una cultura e dei valori da difendere e da condividere con gli altri».


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