Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA TRAPPOLA DELL’IRAN.
Il limite di Israele, direi dell’Occidente democratico, è quello di essere impreparato a concepire la barbarie contro i civili come arma politica. Quando questo è accaduto, coi bombardamenti Usa al napalm dei villaggi vietnamiti, furono le opinioni pubbliche statunitensi ed europee che si ribellarono per prime a quel fatto.
Ricordo il viaggio di pace in Nord Vietnam del sindaco di Firenze La Pira.
E’ del tutto evidente che l’azione terroristica di Hamas è una svolta che cambia radicalmente le modalità e le prospettive del conflitto in atto da settantacinque anni. Dopo l’accantonamento dell’obbiettivo “due popoli, due stati” la guerra di posizione che contrapponeva uno stato, Israele che difendeva i propria esistenza, e le frange estremiste palestinesi che manifestavano la loro opposizione con lanci di pietre e qualche tiro di razzi, oggi la strage di civili di Hamas in territorio israeliano ha cambiato le carte in tavola.
Nei giorni che passano è sempre più evidente che quell’azione terroristica non può essere considerata come un episodio della lotta del popolo palestinese per avere un proprio stato indipendente. Questa vecchia linea dell’OLP è stata definitivamente messa fuori gioco dai terroristi per affermare quella di uno scontro frontale con l’obbiettivo di provocare una reazione di Israele che scenda al loro livello.
Hamas ha dato il via ad una “guerra” che sa già di non poter vincere sul piano militare, ma che vorrebbe vincere su quello mediatico mostrando al mondo le immagini sanguinose di una Gaza distrutta coi suoi abitanti, usati da Hamas – programmaticamente - come scudi umani, vittime civili la cui sentenza di morte è stata già emessa dai signori della guerra islamica.
Ma può essere solo il martirio definitivo degli abitanti di Gaza l’obbiettivo di Hamas? Perché è questo che, almeno in apparenza, ha voluto provocare con una azione terroristica che non sembra avere altri sbocchi se non costringere Israele ad una rappresaglia sanguinosa.
L’arresto dei progressi della Pace di Abramo, col rinvio dell’adesione dell’Arabia Saudita a tempi migliori e le difficoltà a mantenerne l’impegno da parte degli stati arabi che lo hanno già sottoscritto, è un primo risultato politico favorevole all’Iran e agli stati canaglia mediorientali e non. Certo non è un risultato favorevole al popolo palestinese.
Ora Israele è difronte a scelte drammatiche per il suo futuro. Come attuare una giusta e indiscutibile risposta all’azione terroristica subita, ma conseguendo obbiettivi militari e politici che non siano solo quelli di una sacrosanta punizione dei criminali di Hamas?
Come estirpare da Gaza i comandi politici e militari terroristi evitando la strage di civili che Hamas ha programmato? Come liberare circa duecento ostaggi , nove dei quali sono già stati assassinati? Come impegnare a Gaza la forza necessaria senza lasciare sguarniti altri confini israeliani passibili di attacchi da parte di altre formazioni terroristiche, come gli Hezbollah libanesi, o da altri stati chiamati allo scontro finale?
Occupare Gaza? Non basta entrarci, bisogna sapere prima come uscirne.
Non c’è altra soluzione che la politica, l’uso della diplomazia è poco. Perché in gioco, contro chi come l’Iran ha pianificato con Hamas l’attacco, non c’è solo la sacrosanta punizione degli assassini, ma ancora una volta, forse come mai in passato, l’esistenza stessa di Israele e la sua necessità di vivere davanti agli occhi e al cuore del mondo come presidio di libertà e democrazia.
Perché darla vinta agli hayatollah clericonazisti che vorrebbero trascinare Israele a combattere sul loro piano incivile?
La punizione va data chirurgicamente, come fu quella contro i terroristi di Monaco ’72. E c'è anche da pensare al dopo ed evitare una trappola.