Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
L’OCCIDENTE CHE ODIA L’OCCIDENTE
Una delle cose culturalmente più curiose degli ultimi decenni è il gran numero di persone comuni, politici, intellettuali e giornalisti occidentali che odiano l’Occidente. Costoro, di fatto, non gli riconosco più quella superiorità (termine bruttissimo che uso per provocare un po’) nell’aver assicurato una prosperità, una libertà e un rispetto dei diritti civili che non ha uguali in nessun altra parte del pianeta e in nessun periodo storico precedente.
Non sto stigmatizzando le critiche che sono legittime e benvenute, ma quella concezione per cui tutto sommato il nostro modello economico, politico e sociale non è migliore di quello vigente in altre parti del mondo, anzi, forse è peggiore. Insomma ce la staremmo cantando da soli. Ah Signora mia quando vedo la gioia spontanea delle tribù indigene amazzoniche capisco che abbiamo perso i veri valori; ah signora mia sono stata in centro-Africa vedesse come sono felici i bambini che giocano solo con due pezzi di legno e una corda (ecco allora mandaci i tuoi figli, ma attenti perché se fossero gay in alcune zone potrebbe essere uccisi, in altre se fossero donne avrebbero più o meno gli stessi diritti che noi riconosciamo ai gatti e se avessero una religione non gradita rischierebbero di finire trucidati in qualche lotta tra bande).
Questa totale mancanza di un minimo di orgoglio per quello che abbiamo raggiunto e per i diritti che abbiamo garantito porta a una totale parificazione tra le parti in qualunque genere di tensione o di conflitto, anche sotto il profilo delle informazioni disponibili al pubblico. “In guerra la prima vittima è la verità” ci ha spiegato qualunque pseudo intellettuale che parla per frasi fatte. “Mentiamo noi e mentono i russi” ci spiegherebbe il prof. Orsini dimenticando che qui c’è la libertà di evidenziare eventuali menzogne, mentre a farlo in Russia si rischia la galera o peggio.
Questa sfiducia totale nel nostro modello può essere spiegata con un aneddoto che ho trovato curioso.
Ieri sera Lucio Caracciolo ci ha spiegato che la vera dinamica del tragico incidente del razzo che ha colpito l’ospedale nella striscia di Gaza la potranno sapere solo tre parti in causa: Hamas, gli israeliani e gli americani (sarà vero? Sicuri sicuri che nessun altro avrà i mezzi per fare delle verifiche? Fidiamoci lui è un esperto mica pizza e fichi). Quindi, riassumo il senso, ogni parte continuerà a raccontare ai propri cittadini la versione che vuole.
Per Caracciolo, evidentemente, dal punto di vista delle informazioni che rendono disponibili ai cittadini Hamas, Israele e gli USA sono assolutamente la stessa cosa (questi esperti di geopolitica vedono servizi segreti dappertutto e non hanno idea di come funzioni l’informazione nei paesi democratici occidentali).
No, non sono la stessa cosa. Caracciolo sostiene una sciocchezza. Israele e gli USA (non mi importa se vi siano simpatici o meno) sono due democrazie compiute con una stampa libera e un’opposizione politica che non viene fatta marcire in carcere e che non vede l’ora di cogliere in fallo i governi. Gli spazi per raccontare menzogne fattuali di rilievo ai propri cittadini sono molto ristretti. Problema che invece non hanno Hamas, Putin o Kim Jong un.
Già mi pare di sentirvi: e allora le armi di distruzione di massa di Saddam? Ecco, perfetto, le armi di distruzione di massa non le hanno trovate e non ce le hanno messe per fare finta di trovarle (cosa che un Putin avrebbe fatto senza alcun timore). Perché il rischio di essere scoperti dalla libera stampa sarebbe stato troppo grande, sarebbe bastato che un soldato di fede democratica avesse spifferato tutto a un giornale per rovinare per sempre quell’amministrazione. In Occidente è più agevole fare cose di nascosto che mentire ai cittadini su eventi fattuali e ricostruibili oggettivamente.
Un Putin (o un dirigente di Hamas) costretto a dimettersi perché ha spiato illegalmente gli oppositori politici sarebbe un’ipotesi semplicemente surreale. Putìn, infatti, gli oppositori politici e giornalisti li incarcera e li fa uccidere a proprio piacimento. Figuriamoci se ha timori di spiarli. Eppure negli USA è successo (caso Watergate). Negli stessi USA un presidente è caduto in disgrazia e ha rischiato l’impeachment per un pompi*o ricevuto da una maggiorenne consenziente, solo perché aveva mentito su un dato fattuale al suo popolo e ai giudici. Non conosco le abitudini sessuali di Putin, dei dirigenti di Hamas, di Assad o di Kim Joung-un ma dubito che qualcosa del genere possa mai succedere.
Quindi caro Caracciolo ti sbagli, noi occidentali, e quindi i cittadini di USA e Israele, avremo molte più possibilità di sapere la verità rispetto ai palestinesi che vivono a Gaza, ai siriani, agli iraniani, ai russi, ai nord coreani, ai cinesi e compagnia cantante.
È preoccupante che questa verità palmare venga negata da noi stessi per apparire “aperti” ed “equidistanti”.