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MASTER DI FINE ANNO
Sinner non si ferma più: batte Medvedev e va in finale a Torino
L'altoatesino supera per la terza volta consecutiva il russo numero tre al mondo e accede all'ultimo atto delle finals da imbattuto. Il tennis italiano non è mai stato così in alto
Altro che biscotti, calcoli, retropensieri: Jannik Sinner vuole solo vincere, vincere e ancora vincere. Semplicemente, non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Dopo un girone chiuso da imbattuto, dopo i successi con Stefanos Tsitsipas, Novak Djokovic e Holger Rune, l'altoatesino ha battuto per la terza volta consecutiva Danil Medvedev nelle semifinali delle Atp Finals. Domani a Torino giocherà la prima finale della sua vita in un Master di fine anno, il secondo che gioca dall'inizio della sua carriera.
E pensare che all'inizio Jannik era sembrato un po' contratto. Nel primo set perdeva la gran parte dei punti che si protraevano oltre il quinto scambio. Fino alla svolta dell'1 pari.
Va avanti 40 a 0, viene recuperato, deve annullare palla break, e nel turno successivo si trova a completare quello che il suo avversario nel turno precedente non era riuscito a fare: servizio strappato e set in discesa. Nel secondo parziale la partita segue l'alternanza dei servizi, la percentuale di prime palle delll'altoatesino s'abbassa pericolosamente. Fino al tie-break, dove Medvedev c'arriva con più punti e più convinzione. Vince il russo e si va al terzo.
Il moscovita si prende un medical break e quando torna in campo, non sarà più la stessa partita. Sinner rialza la percentuale di prime palle, strappa subito il servizio all'avversario e mette il match su un binario a lui favorevole. Complice anche un vertiginoso calo al servizio di Medvedev, il nervosismo di quest'ultimo che battibecca con il pubblico, Sinner bissa il break e negli ultimi due game spazzola la riga con almeno tre rovesci poco umani. Da extraterrestre.
Ha aperto le finals, domenica scorsa contro Tsitsipas. Comunque vada domani, che sia contro Djokovic o contro Carlos Alcaraz, le chiuderà da protagonista. E nel modo in cui s'appropiqua all'intervista al termine della partita sembra comunicare: non ho intenzione di fermarmi. Come se mentalmente pensasse già a domani. "So tutto il lavoro e la fatica che c'è dietro", dirà in tv, con la solita lucidità tattica che gli fa dire: "In allenamento penso: cosa voglio essere? Quello che aspetta il punto a fondo campo o che se lo va a prendere?".
Naturalmente è la prima volta di un italiano nell'ultimo atto delle finals, così come oggi era la prima semifinale di un azzurro. La sensazione è che saranno record a cui, fortunatamente, ci abitueremo. Ivan Ljubicic ha pronosticato: se vince domani vincerà una slam l'anno prossimo. Nell'attesa, chi vuole incroci pure le dita.
L'Italia del tennis non è mai stata così in alto.