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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso
CHE SARA’ QUELLO CHE UCCIDE LE DONNE?

19/11/2023 - 12:33

CHE SARA’ QUELLO CHE UCCIDE LE DONNE?

 

Giulia non è morta, è stata assassinata. Quante volte avrà letto le storie delle donne che l’hanno preceduta provando orrore, pena, rabbia, per quelle fini che non si arrestano? Avrà pensato, vedendo un TG, al suo amore finito, escludendo che sarebbe toccato anche a lei finire la vita così? Avrà guardato il suo ragazzo, chiusa nel silenzio dei pensieri bui, chiedendosi se anche lui si sarebbe potuto trasformare nel suo carnefice?

No, perché mi ama, si sarà risposta.Giulia, come tante prima di lei, si è fidata del suo amore confondendolo con quello del suo innamorato. Quell’amore che, giusto o sbagliato, felice o infelice, appena sbocciato o appassito, sembra presupporre l’esistenza di un limite invalicabile a difesa, comunque, del male per l’altro. Non è stato così per lei, come per le altre prima.Perché oggi, come in tutti gli altri giorni dopo, tutti commentano nominando l’amore? Il sostantivo che nella storia umana ha avuto più aggettivi di ogni altro. Ieri i migliori, oggi i peggiori. Amore sbagliato, violento, tossico, assassino infine.

L’amore è un’arma a doppio taglio, può servire a dividere il pane o a uccidere. Dunque, spiegano tutti, bisognerebbe educare, soprattutto i maschi, i più avvezzi a brandeggiare i coltelli della cultura proprietaria, come si debba usare nel modo giusto.

Magari non cominciando dalla lezione finale, sopraffatti dall’emergenza, dove si spiega che l’amore si può perdere con dignità, che il dolore non è mai insuperabile, a meno che non se ne voglia coltivare il gusto amaro dell’autocompiacimento in cerca di conforto. Che non finisce il mondo se si perde conservando il proprio amore per amore dell’amore.Tutto giusto. Ma, anche per l’amore vale la prevenzione.

Dunque la prima lezione dovrebbe essere insegnare come far crescere il seme, come non smettere mai di prendersene cura, come l’amore cambierà nel tempo e si alterneranno le stagioni. Che non ci saranno solo primavere seduttive ed estati torride, ma foliages dai mille toni del giallo autunnale e anche inverni gelati. E non servirà solo il sesso sotto il manto nevoso, ma anche l’attenzione ai segni, ai gesti, alle parole da dire, che restano nell’aria come un virus senza vaccino e allontanano più della luna. E inoltre, nell’ideale classe femminile, insegnare alle donne come riconoscere il pericolo e a difendersi, non solo psicologicamente e con servizi istituzionali più rapidi ed efficaci, subito risolutivi, ma anche fisicamente in situazioni di emergenza.Dunque oltre l’amore, la cui immagine dilagante è quella di un desiderio diventato un diritto, reclamato come un device da comprare, vendere, affittare come un gioco da tavolo o quella di un fiume torrentizio cui abbandonarsi per affermare la propria libertà di fare tutto quello che sentiamo ci faccia bene, compreso “sbadatamente” il male per gli altri, nel caso per le donne, nel programma di educazione sentimentale la seconda lezione dovrebbe spiegare che l’amore che “non ha giudizio né mai ce l’avrà” è una bellissima immagine poetica che si attaglia bene al “mai” in eterno inferto alle donne dagli assassini. E che, viceversa, ci si debba adattare, in epoca di resilienza, ad accettare senza drammi irreparabili, anche le “notti senza cuore” che l’amore finito ci regala. Perché non è l’amore, anche quello finito, che uccide, ma è la fine della ragione che ammazza gli innocenti."In amore come in guerra" è la più grande idiozia mai pensata

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