Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Riproviamoci con:
L’amïo de’ ‘anti
Pari ‘na ‘ariatura di rabbino,
tirchietto, gobbo, cor pastrano scuro,
coll’occhio birbo e colle mano a uncino,
cammini e ppreghi vòrto sempr’ar muro.
E tu’ beni li tieni nell’Ervezia,
ciai un obbi solo ma unno po’ mè fa’
perché, parrebbe piccola ll’inezzia,
‘un poi fa mùsia finché Sirvestr’un va!
Hai ‘na metà ch’è ‘n capo d’Ucraìna,
un mezzo ch’era un tempo ‘na ganzata
e ‘n pari che ssi piena di dottrina.
Le donne ti darebbin di granata
e ffatti marità alla Stricchi…Nina,
ma Vàrtere una dama t’ha trovata.
Il lamento del topo
“Me misero, me tapino!”
Queste sono le classiche parole di Paperon de’ Paperoni quando cammina in cerchio nella stanza delle lacrime e delle lamentele dopo che la Banda Bassotti ha portato a segno un’altra rapina.
Ora invece è un altro animaletto che le pronuncia nell’angolino della sua celletta che si trova nell’angolino di una stanzuccia di una casetta all’angolo di due stradine.
“Me misero, me tapino, me topino, ‘io toppino, son piccino che paio un tappino!
Sono grigio che sembro scolorito, mi sembra di essere la caricatura di un rabbino, sono (dice!) anche tirchietto come un ebreo e devo porci rimedio.
La mia indole è di camminare sempre vicino vicino alle pareti della casa, come gli ebrei al Muro del Pianto, di tenere gli oggetti stretti stretti fra le zampette anteriori, ma non posso farci niente.
È più forte di me, la paura della gente mi spinge sempre a camminare di fretta e a testa bassa tanto che mi si è incurvata la schiena, mi prude continuamente il nasino e quando me lo strofino sembra che giunga le manine a preghiera.
E infatti io prego sempre: prego che la Svizzera faccia sempre i soliti formaggi, prego che il gatto (Sirvestro) se ne vada finalmente a fare un giretto dai parenti che ho una voglia matta di farmi un balletto che schianto!
Accidenti ai gatti che ti stanno sempre fra i piedi, ma non per mangiarti che siamo abbastanza furbi da scappare a quei rinnegati ripieni di chittecatte, ormoni e trugolai, ma per non lasciarti BALLARE.
Siamo condizionati dallo stupido modo di dire degli umani che: “I topi ballano quando ‘r gatto ‘un c’è!” Ma chi l’avrà inventato! E poi io sono solo, solo come un ...topo. La mia promessa sposa (la metà) è scappata in Unione Sovietica per montare in capo a quel freddoloso popolo. Laggiù infatti usano dei copricapo, fatti con pelli di coniglio, ermellino, castoro e con ogni altro animale peloso, ai quali hanno dato il nome di “topa”. Ho saputo da mio cugino che da noi in Italia, mia moglie è in capo agli italiani anche quando è caldo. Mah!.
Sono proprio sfortunato e disgraziato!
Avevo dato il mio nome ad un mezzo che era la fine del mondo! La mia macchina sfrecciava sulle strade dell’Europa intera ed era la macchina più invidiata. Il nome era un simbolo!
Ora son venuti dal Giappone, dalla Francia, dall’America, dalla Germania con nomi scemi di: Mustang, Maggiolino, Lupo, Brama, Panda, ma vuoi mettere: “TOPOLINO”!
Tutto finito, tutto dimenticato!
C’è rimasto un mio pari, un topetto tutto casa e studio, sempre rinchiuso in biblioteca, sempre a riempirsi di sapere, ma è meglio perderlo che trovarlo.
Non mi riesce fare amicizia con gli uomini, figurarsi con le donne! Ho sentito dire ad una massaia, dopo che mi aveva rincorso tutto il giorno con la scopa, che voleva maritarmi volentieri con una certa Nina dello Stricchi. Ho rizzato felice le mie orecchiette a cuore, ma mi sono rintanato velocemente nel vedere disegnato un bel teschio sul bicchierino che mi volevano far bere in onore della sposa, non la Nina Stricchi, ma la Stricchi--nina!
Scusate un attimino, suonano alla porticina, sarà il postino.
Uh, che bello, una lettera dall’America, da Disneyland!
Blablablà blablabà, mmmh mmmh, sississì sississì, benebene.
Cari gattimici e care massaie, cari rosicchi e cari parenti, vi vado un bel pezzo nelle mele!
Sapete chi mi ha scritto?
Nientepopodimenochè il caro Valtere del Disney che dice che mi vuole in America e che mi farà famoso nei fumetti e che ci troverò anche una topina bellina bellina che si chiama Minni.
Ciao ciao e buona fortuna!