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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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E detti stralignati.

16/12/2023 - 13:35




‘Un c’è vverso di falla stà’ ner cesto
 colle bone, e neanco co’ pattoni;
lei si sente tradita e non fa testo
‘vello ‘he dïan proverbi e ccitazioni.
 
Dopp’avè’ soddisfatto le su’ brame
e avecci provato piano a ffalli,
er resurtato è sempre da bbuiàme:
tanto vale sbrigassi ner caàlli!
 
Come fanno allo stòmbao le prugna,
ni tocca ‘omprassi un paio di gruccette
ogni vorta che ‘ncontra un po’ d’assugna.
 
Ma saran fàrse le ‘ose ‘vi dette
quando noiata vi mostrerà l’ugna:
o chioccia o frullina, oppure a ccianchette.
 
I proverbi rivisitati


“Cara, disse un giorno un uomo alla moglie che si truccava tutta (a parer suo) senza motivo, qui:

Gatta ci cova!”.


“C’è la gatta soprapparto? Preparo il cesto alla svelta!”, rispose la donna spingendo la gattina soriana in una specie di culla che doveva fare anche da cuccia.

 

“Ma cosa ciaveranno mai da ddì’ ‘vesti du’ po’ po’ di rintronati di gristiani? Stai a vvedé’ che per accontentalli  mi toccherà anco fa’ ll’ova e ghioccià’, poveri brodi! Cova! Cova?? O ‘un ci ripenso! Guasi guasi li sciagatto dalli sgraffi”.
 
“Cara, ridisse due giorni dopo il solito uomo alla moglie che al solito si preparava ad uscire senza motivo, attenta che:
La gatta frettolosa fece i gattini ciechi!”
 
“Dai, dai, lasciami andare che corro dal veterinario povera micina mia bellina. Torno dopo!”  rispose la donna correndo via.
 
“E’ già du’ vorte che mi diano ‘osì! La prima ci credetti e stiedi mezza giornata a cosce larghe a spinge’ piano piano perché a mme e cei ‘un mi garbin punto, ti montin sulla ‘oda, cianno e ‘ani sempre dietro, seartrè ‘un mi piace neanco le cee, senza lische, piccinine, voi mette’ un mugginotto! ‘nzomma, spingio, spingio, piano, piano, faccio ammodino e ‘un ti scudello tre gattini cei che ‘un mi faceva prò neanco mangianni er vestitino?! Allora, ora, se ci rimango un’artra vorta, cei per cei… trentacei!  Mi sbrigo ner caalli e mi levo da’ rafani”.
 
“Cara, ripeté il rassegnato potenziale cornuto alla quasi sicura moglie fedifraga, dove vai tutte le sere a quest’ora e perché torni sempre con il mal di testa? Attenta che:

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.


“Caro, io esco. Te stai attento alla gattina che non vada in dispensa a mangiare il grasso del maiale di tuo fratello, quello che serve per gli scarponi da montagna e stai attento che non ci siano trappole in giro che non vorrei poverina si facesse male alle zampine!” rispose la donna correndo giù dalle scale.
 
“Vai! Lo sapevo! ‘Un sono solo scemi, sono anco rompioglióni! 
E  portino anco scarogna! M’è vienzuta la sciorta co’ pioppini (dicevin loro!) ch’avevin trovato a un pratano, (saddio cos’erin e ‘ndove l’avevin còrti!) vai tanto ‘r gatto se moie ‘un conta, poi m’è rimasta la ‘oda nella porta a ssoffietto (dicevin loro) che ‘un ha soffiato ‘na sega ma m’ha sgangherato fino all’osso sagro e ora mi sente ‘vando piove, poi m’han messo ‘r campanello ar collo che ‘un mi riesce più d’acchiappà’ un topo e ci ridan tutti, poi mi volevin chiude ‘ tubi per ‘un fa’ ppiù le ‘osacce, meno male che ll’idraulio gostava troppi ‘vaini, e ora mi voglin mandà’ da Partrinieri pe’ mangià’ ll’assugne?
‘Vando mi diino chioccia, ‘vando mi chiamin Mennea, ‘vando la zoppa di Montinero! Ora, ‘vando li rivedo, ‘ver peoro di lui e ‘vella maiala di lei, vedrai che ni passa l’arbagie! Ni do du’ po pò di granfiate che dall’urli ni faccio fa’ ‘r verso der gallo e lla gallina, po’ l’acceo mezzi e ni faccio arruzzolà le scale che ni ci vò du’ bettoniere di gesso pe’ aringessanni le ‘nzampe.
 ‘Io topo… di ‘antina e po’ anco di sottoscala!”  
 
 
 

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19/12/2023 - 13:58

AUTORE:
Marilù

Micioni belli, gattoni cari
non sarete mica ladri?!
Ma i sorci li cacciate
oppure
in panciolle ve ne state
ad aspettar
la pappa scodellata
alla solit'ora concordata?
Chicchette e scatolette
sono da leccare i baffi
e scommetto che senza
regalate morsi e graffi.
Miagolate, fate le fusa
mettete alla rinfusa
o a soqquadro la casa
per fare i dispetti:
di certo
non siete angioletti
Ve ne andate a zonzo
notte e giorno
in cerca di micette
affamate d'amore
in vecchiaia invece
preferite il calore
di coltri o di moquette

19/12/2023 - 9:22

AUTORE:
Miranda

Se rinasco,
gatto di sicuro,
ma non col pelo scuro
bensì rossiccio tigrato
ciccione e pigrone
e supercoccolato
Questo è il mio micione
avuto in eredità,
di ripiego a dir la verità
Ma adesso che siamo in sintonia
e ci facciamo coraggio
e tanta compagnia
è diventato il mio tesoro
anche se dà tanto lavoro
con i bisogni quotidiani...
e mentre gioca e ruzza,
graffia e mi morde le mani.

19/12/2023 - 0:24

AUTORE:
Luisella

Caro felino dal passo felpato
dal polpastrello vellutato
dall'unghiolo rapinevole
e dal dente rapace
Non dai tregua ne' pace
ai poveri uccelletti
che saltellano dai tetti
sui rami, che svolazzano
agili e affamati.
Infingardo approfittatore
fingi di dormire
per studiare le mosse
e catapultarti veloce
lasciandoti dietro
una piuma, una di croce
Poche penne e pochi resti
sul terreno indurito
dal pianto infinito
di chi resta a guardare
e non sa rimediare!