Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Er santo, du’ frati e ‘n pescatore
Era freddo, pioveva forte e dduro,
‘r povero ‘ncespiava ‘nder pantano,
ma deccoti sbuà’ da dietro ‘r muro
un tale che nni da mezzo pastrano.
Poi venne cardo come pe’ magia,
le ‘ampane scacciónno la tormenta,
fu messa anco ‘na ‘appa ‘n lotteria
e ar priore toccò la ghianda trenta.
Su ‘nder cielo si vidde un luccïore,
sputò l’arcobaleno un pezzettino,
cascò ‘ndell’acqua e doventò uccellino.
Così ‘r santo, du’ frati e ‘n pescatore
di nomi se ne scerser solo uno.
Sapete cosa escì?….. Era ‘r trentuno!
È così complicato il ragionamento che mi ha fatto scrivere questo sonetto, che mi sono sentito in dovere di condensare tutto nel titolo per facilitare la soluzione.
Si parla di un santo, di due frati e di un pescatore accumunati nel nome, quindi, ora che ci ripenso, una volta scoperto il primo, più facile, gli altri vengono, o dovrebbero venire, di conseguenza.
Chi era quel Santo che donò mezzo pastrano ad un povero infreddolito?
Era un tal Martino, ufficiale della Pannonia, pagano, che a metà del 300 divise il suo mantello con un povero e che si convertì al cristianesimo tanto da essere eletto vescovo di Tours. La sua festa cade l’11 novembre quando i giorni sono sereni tanto da essere chiamati “estate di San martino” (venne cardo come pe’ magia).
Nell’italia settentrionale veniva detto “fare San Martino” per significare traslocare, sgomberare, perché proprio l’11 novembre scadevano i contratti di affitto.
Più grottescamente, nel Sud della penisola, un altro attributo chiamava in causa il Santo come protettore dei mariti, quindi potenziali cornuti, che venivano motteggiati chiassosamente nella “processione di San Martino”, ma queste due storie non ci riguardano.
Ritorniamo ora ai frati.
Suonano le campane di un convento, chi sarà a tirare le funi?
Ma Fra Martino campanaro din - don - dan, che diamine!
Si fa festa, una lotteria, primo premio una cappa da frati. Al priore, secondo frate, tocca in sorte il numero trenta estratto dal sacchetto della tombola (la ghianda).
Avanti.
Dopo la tempesta venne, d’obbligo, un bellissimo arcobaleno che, ancora una magia, sputò nell’acqua un pezzettino del suo luccicore che si tramutò in un bellissimo uccellino colorato al quale venne dato prima il nome di Martino e poi l’attributo “pescatore” perché legato all’acqua.
Ecco i quattro nomi, Martino, attribuiti ai quattro personaggi: un santo, due frati e un pescatore.
Scusate, manca il secondo frate, terzo Martino.
Ricordate che numero aveva avuto il priore?
Il trenta?
E cosa era uscito al sorteggio?
Il trentuno?
Ma allora è tutto chiaro!
Il frate non poteva essere che quel Fra Martino, quello che: per un punto perse la cappa!
Via, dai, su! ‘un era mia tanto ‘ncasinata!
P.S.
Non fate sapé’ gniente di feste e di Martini a quer beccaccione di Giorgio e a ‘vella moracchiona della Noemi perché sennò ariva tutta la ‘onfusione!
p.p.s.
non avendo una foto di un Martin pescatore e non volendo copiare su internet uno scatto dell'uccellino, mi sono fatto fare un disegno da mio nipote Gioele e son sicuro che non mi citerà per diritti d'autore.