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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
La mia nonna Teresa n.10

21/12/2023 - 8:32


Cara nonna Teresa, ci siamo scambiate il posto su questa terra con una sincronicità perfetta e singolare.
Mentre io nascevo in casa dei miei nonni materni ad Agliana, in provincia di Pistoia, tu a circa seicenoventi chilometri di distanza lasciavi il tuo corpo , e quindi non ci siamo mai conosciute.
Non ho mai saputo molto di te. Papà non è mai riuscito a parlarnene serenamente, ogni volta che ci ha provato, si emozionava e cominciava a piangere.
Mi ripeteva sempre e solamente che io ero per lui il tuo più bel ricordo, perché ero nata proprio mentre tu eri morta, e ti somigliavo come una goccia d’acqua.
“Sei il più bel regalo che mi ha fatto mia mamma prima di lasciarmi”, mi diceva sempre. In realtà tutta la sua famiglia mi ha sempre identificato con te e, questo devo dirti, non sempre mi ha fatto piacere. Anzi mi ha molto pesato. Mi sono sentita schiacciata in questa sostituzione forzata che mi identificava in te, che nemmeno avevo mai conosciuto! Ti ho percepita anni luce lontana da me, ma nello stesso tempo spesso ho avuto la sensazione di sentirmi collegata alle tue emozioni. Nata e vissuta in uno sperduto paesino di montagna del sud Italia, ai confini fra le province di Salerno e Potenza.
Sposata giovanissima senza essere mai andata a scuola, perchè alle femmine non era concesso, con un uomo molto più grande, colto, con il quale hai avuto nove figli, di cui due deceduti in tenera età. Papà era il penultimo, nato quando avevi quaranta anni ed eri considerata ormai una vecchia.
Ho chiesto di te alle mie cugine molto più grandi di me, che ti hanno conosciuta e con le quali hai vissuto.
Mi hanno parlato di una donna forte, abituata a sopportare tutto, anche la cattiveria dei parenti che non avevano visto di buon occhio questo matrimonio.
Sembra che la tua testardaggine nel voler sposare il nonno, più grande di te di sedici anni, abbia provocato cosi tanto rancore nella tua famiglia, da fargli tagliare ogni rapporto con te dal giorno del matrimonio, diseredandoti.
Sei andata a vivere con la suocera, che ti odiava.
Non avrebbe voluto una moglie analfabeta per il suo unico figlio che aveva fatto studiare in collegio con tanti sacrifici, essendo rimasta vedova da giovane.
Non so immaginare come hai vissuto, nelle poche foto che ho di te, ti vedo dolce e remissiva con un sorriso quasi forzato, accanto a un marito austero, da giovane.
Mentre in quelle da più adulta mi sembri più imponente, sembri diventata una roccia, addirittura più alta del nonno, che accanto a te quasi sparisce.
Davanti, questi sette figli nati nei primi sedici anni di matrimonio. Uno schieramento esibito con orgoglio, messo come uno scudo a protezione nei confronti di tutti, per dimostrare cosa eri stata capace di fare.
Questa coincidenza nascita morte, è stata un evento che ha segnato tutta la famiglia, legandomi a te in modo indissolubile.
Da allora è come se si fosse insinuata nella nostra genia la paura della felicità.
La troppa felicità si paga, spesso con un dolore. Questa è la credenza che ha pervaso tutti, me compresa, condannandoci a una vita sospesa.
Ti confesso che da piccola ti ho odiato per questo. Perché eri morta proprio quando io nascevo?
Più avanti ho cominciato a percepire la tua presenza, qui dietro alle mie spalle, accanto a me. Qualche volta mi sono svegliata all’improvviso con la sensazione che tu fossi davanti al letto a guardarmi.
Un angelo che stava volando in cielo e che invece si è fermato accanto a me per proteggermi. Grazie nonna Teresa, ti voglio bene.
 
Maria Teresa Caggiano Ricasoli

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21/12/2023 - 11:23

AUTORE:
AUTRICE Franca

Una storia che in parte conoscevo. Mi piace leggerti, continua a scrivere per nonna Teresa e anche per me, un filo sottile ma resistente ci unisce.