none_o


Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
storie Vere :Matteo Grimaldi
none_a
Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia
Moriremo giustizialisti Il caso Verdini conferma che non ci libereremo mai del maledetto bipolarismo manettaro

30/12/2023 - 9:08

Moriremo giustizialisti Il caso Verdini conferma che non ci libereremo mai del maledetto bipolarismo manettaro

Le intercettazioni spiattellate sui giornali prima che inizi ancora il processo; Pd, M5S e sinistra che chiedono subito le dimissioni del governo a indagini in corso; e la solita storia del ventilatore che sparge liquame su persone che al momento sono ovviamente innocenti e alcune nemmeno indagate


Malgrado il doloroso travaglio – è il caso di dire – della Fnsi e dell’onorevole Debora Serracchiani, nessuna legge bavaglio avrebbe impedito la diffusione della notizia di ordinanza di custodia cautelare relativa all’indagine su presunte tangenti per ottenere appalti pubblici, se non altro perché non basterebbe a spezzare il continuum procure-giornali che è vivo e lotta insieme a noi. E infatti, come al solito, è uscito di tutto e di più, con la consueta valanga di intercettazioni più o meno dello stesso tenore da trent’anni: conosco quello, ci aiuterà, vinciamo l’appalto eccetera eccetera. 

Ovviamente sono sparati i nomi pesanti che fanno i titoloni dei giornali: Denis Verdini, il figlio Tommaso, vari dirigenti del ministero, il sottosegretario Federici Freni (che non risulta indagato). Ecco qua, dal Corriere della Sera, per gli amanti del genere: «”L’importante è che si tengano lì i marescialli a presiedere il fortino”, dice Fabio Pileri, terza gamba della Inver srl, socio dei Verdini: Denis e il giovane Tommaso. Ma chi sono i “marescialli”? Sono loro i veri motori di questa storia di possibile corruzione, vale a dire funzionari pubblici ben disposti verso i privati (soprattutto se come in questo caso sono in grado di migliorare la loro carriera interna) come Luca Cedrone, Paolo Veneri, Domenico Petruzzelli. Più esplicito ancora, in un’altra intercettazione Pileri: “A me non me ne frega un ca… di avere rapporti con questi (dirigenti, ndr) tanto le gare le vinco con i marescialli, non le vinco con loro”». Ecco qua, tutto spiattelllato. 

Brutta storia, a quanto pare, come tutte quelle di presunta corruzione. Prima, Seconda, Terza Repubblica: che continuità. Bene, la giustizia faccia il suo corso. E questo articolo potrebbe finire qui. Invece, come sempre, c’è una ricaduta politica della vicenda. Ancora una volta la presa di posizione di Partito democratico, Movimento 5 stelle e Sinistra (i grillini hanno diretto l’orchestra con un davighiano come l’onorevole Federico Cafiero de Raho con la bacchetta in mano) è parsa molto puerile: «Salvini venga in Aula a riferire!», hanno chiesto questi partiti di opposizione (non seguiti da Azione e Italia viva che hanno fatto notare una cosa semplice semplice, cioè che forse bisognerebbe non interferire con le indagini e attendere il risultato di queste). 

Serracchiani ha recitato il solito copione: «Ci sono delle indagini e non entriamo nel merito, ma sono le undici e il governo non ha smentito». Da quando in qua il governo smentisce o conferma l’esistenza di indagini? Al di là delle indagini (sic), ha detto, «il problema è politico»: e già, al di là delle indagini. Questi ragionano come il vecchio adagio a proposito delle chiacchiere di paese sulle infedeltà coniugali, «dove c’è fumo c’è fuoco». Peccato che la sinistra dovrebbe un minimo elevarsi sugli antichi detti popolari, a differenza dei Cinque Stelle che essendo rimasti all’asilo infantile della politica si avvoltolano alla grande nel fango. 

Ma anche se Salvini accettasse di andare domattina in Aula, che cosa dovrebbe dire più di «Onorevoli colleghi, essendoci delle indagini in corso io non ho nulla da dire, grazie e arrivederci»?E allora che senso ha questa richiesta, se non quella di provare a incassare sull’unghia un minuscolo dividendo politico puramente d’immagine su una vicenda che semmai, forse, un giorno potrà assumere un rilievo politico?
Allora qui i problemi sono due. Anche ove le accuse fossero dimostrate, si tratterebbe di reati molto gravi ma obiettivamente il governo in quanto tale oggi non può essere chiamato sul banco degli imputati. Secondo, è la solita storia del ventilatore che sparge liquame su persone che al momento sono ovviamente innocenti e alcune, come il citato Freni, nemmeno sotto indagine. 

La fine è nota: nell’aggravarsi di una evidente malattia della politica, ecco che uno dei suoi sintomi più intollerabili, il giustizialismo, riprende forza a destra e a sinistra: così che torna – ma non se n’era mai andato – il bipolarismo manettaro. Trent’anni dopo siamo al punto di partenza.





+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

2/1/2024 - 15:17

AUTORE:
Concreto

Sono proprio i "ruba galline"che non si possono permettere le tutele appropriate a difesa.
Se poi aggiungiamo che l'inquirente PM e il giudicante GIP sono facenti parte entrambi della Magistratura, dove gli errori non portano "pena" ecco che si evidenziano le condanne e le numerose assoluzioni dopo i 3 gradi di giudizio.
Il giustizialismo e il garantismo sono la medaglia e il suo rovescio.
Tutto dipende da come vengono concluse le indagini e come verranno comunicati ai media i reati e i provvedimenti cautelari.
Se le sentenze le determina l'opinione pubblica, la Magistratura Inquirente o la Magistratura Giudicante resta la materia del contendere tra giustizialisti e garantisti, siano essi ruba galline o arresti eccellenti.

2/1/2024 - 1:04

AUTORE:
Tommaso

Avevo già scritto nel primo commento, una volta depositati gli atti di un'indagine diventano pubblici. E pubblicabili.
Funziona così in tutti i paesi democratici. I termini giustizialismo e garantismo sono una peculiarità tutta italiana.
Lo dimostra il fatto che i presunti garantisti italici lo sono per quanto riguarda le inchieste o gli arresti eccellenti, meno molto meno o anche nulla per i ruba galline o giù di lì.
Ricordo che l'arresto o meno di una persona non lo stabilisce il pm che indaga, lo stabilisce il Gip, giudice indagini preliminari che riceve le carte dell'indagine ed è la figura messa a garanzia dell'imputato.

1/1/2024 - 21:20

AUTORE:
Concreto

...il Sig Tommaso una chiara posizione giustizialista o garantista? Può essere.

Se parliamo o se si tratta di imprenditori o politici come l'articolo di Lavia, sopra citato, quando si pubblicano anche "prove robuste" restano sempre prove robuste della parte accusatoria o del gip.
Mentre l'accusato sotto inchiesta deve solo attendere la fine delle indagini per provare ad impostare una difesa sulle accuse emerse.

Il giornale garantista informa i lettori comunicando la notizia del reato, e/o a quali restrizioni l' accusato e' stato sottoposto e di quali reati sarebbe accusato,senza elencare le "robuste prove" le quali non sono ancora state vagliate né dall' accusato né dai giudici del processo.
Auguri garantisti!

1/1/2024 - 18:24

AUTORE:
Tommaso

In quello che dice c'è un fondo di verità, relativo alla domanda che lei si pone, purtroppo, almeno per noi comuni mortali, non è dato saperlo.
La speranza è che trattandosi di indagini lunghe, da 6 a 12 mesi a seconda dei casi, gli atti depositati dai pm e pubblicati sui giornali siano corroborati da prove robuste ( e in questo caso ci sono anche le intercettazioni ). Poi è chiaro, ci sarà sempre un processo che dovrà stabilire la colpevolezza o l'estraneità ai fatti.

1/1/2024 - 12:16

AUTORE:
Concreto

...il giornalista deve pubblicare la notizia di reato/arresto emesse dal pm.

Ma quando il giornalista, oltre alla notizia di arresto o di avviso di garanzia...pubblica anche gli atti di accusa del pm con relativi dettagli e intercettazioni, avvalla solo quelle notizie accusatorie.

Allora sorge spontanea una domanda: il giornalista che pubblica una notizia di presunto reato e relativi dettagli accusatori e' in buona fede, oppure diventa un "giornalaio", che si schiera con la pubblica accusa, con il preciso scopo di evidenziare solo le presunte colpe degli indagati, in assenza di contro deduzioni, per fare clamore mediatico, per vendere il suo giornale, disinteressandosi delle possibili conseguenze denigratorie nei confronti degli indagati prima delle sentenze. (giustizialismo preventivo?)

30/12/2023 - 12:12

AUTORE:
Tommaso

Il sig. Lavìa, essendo giornalista professionista, dovrebbe sapere che una volta depositati gli atti da parte del pm ( non l'ha scritto ma il signor Tommaso Verdini è stato arrestato, insieme ad altri, e posto agli arresti domiciliari dove già alberga il padre Denis ) sono pubblicabili. E meno male aggiungo io. Invece i cosiddetti garantisti, tramite l'apposito emendamento di Enrico Costa deputato di Azione, già FI, ALA, Ncd ecc.ecc., vorrebbero silenziare le notizie di arresti, eccellenti o meno, fino all'eventuale processo. Una legge bavaglio che già lo scorso anno il Presidente della Repubblica aveva stigmatizzato parlando della libertà di stampa e del diritto all'informazione da parte dei cittadini. Vorrà mica, il prode giornalista, annoverare tra i giustizialisti anche il Presidente Sergio Mattarella ?
Resta da capire dove abbia letto, il signor Lavìa, di richiesta di dimissioni del governo. Alcuni parlamentari, tra cui quelli citati nell'articolo, hanno chiesto al Ministro Salvini di riferire in Parlamento sulla questione. Sembrerebbe il minimo visto che l'inchiesta verte su appalti pubblici del suo ministero e che le persone al centro di essa sono suo " cognato e suo suocero ". È vero che le colpe non ricadono su di lui però una sua presa di posizione sarebbe il minimo sindacale essendo ministro. Per la sua persona, per l'istituzione che rappresenta e per i cittadini elettori.
Se poi tutto questo viene annoverato come giustizialismo, va bene ne prendo atto, ma ne sono fiero.
Buona giornata e nel caso anche buon anno a tutti.