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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Così è lla vita!

7/1/2024 - 21:43


Così è lla vita!
  
Ciai copioni sparsi per er mondo:
la ‘ambera co’ tutti e su’ ministri,
anco ‘ re colla ‘órte a ggirotondo;
tutti a ride’ dell’artri tutti tristi.
 
Un antìo studiò la ‘osa a ffondo
pe’ cercà’ di fregatti…’un ci fu ccristi!
Una vorta  passasti pé gioondo,
collo strano mangià’ che non capisti.
 
Nella natura più ‘n ci trovi ciccia,
la moda di ‘ver tempo gliè mutata
quand’ar collo facevi da sarciccia.
 
Doppo ‘ rossi che ti davin di farcata,
funno ‘ verdi a sarvatti la pelliccia,
m’è sur nero che resti abbraccïata.
 
Una vita spericolata
 
Mi rivolgo a te, furba assassina mangiatrice di polli imprendibile ladra rossa macchia che attraversa la strada veloce sotto i fari nella notte.
La nomea della tua furbizia ha fatto sì che vengono chiamati “volponi” tutti coloro che cercano di approfittarsi della buona fede degli altri: in special modo i politici e chi regge od amministra il potere (re colla ‘orte a girotondo). 
Fra coloro che in passato hanno scritto e cantato la tua scaltrezza vi è, primo fra tutti, Esopo, un poeta vissuto in Grecia molti secoli fa. Costui elogiava sempre la tua furbizia tranne che nella celebre favola che ti contrappose alla cicogna, precedentemente buggerata. 
Quella volta facesti una meschina figura (passasti pé gioóndo) non riuscendo a mangiare la pietanza che l’uccello ti offriva (mangià’ che non capisti).  
Ora però tutto è cambiato! 
Non ci sono più poeti che ti fanno la numero uno, non ci sono più polli e galline libere e ruspanti nelle grandi aie dove potevi trovare il tuo cibo preferito (ciccia) e, anche da morta, non servi più ad ornare i colli e le spalle delle signore come dettava la moda del secolo scorso (ar collo facevi da sarciccia).
Puoi, forse, gioire della fine delle assurde cacce che ti facevano i nobiluomini inglesi agghindati in altrettanto assurde divise (i rossi) e ringraziare tutte le associazioni naturaliste che hanno lottato a tuo favore (i verdi), ma nulla puoi contro il progresso. Nulla puoi contro la velocità di quelle stelle che, di notte, ti vedi venire addosso quando corri felice col cuore accelerato dall’amore ed il passo più veloce sopra un terreno adatto alla corsa, ma duro e nero, e che ti abbraccia, alla fine,  più stretto del compagno o della compagna in attesa.


Fra curiosità e natura


Esopo visse in Grecia nel sesto secolo a.c. Era uno schiavo frigio brutto e deforme e con difficoltà di linguaggio, ma dotato di una particolare dote di novelliere.

Un giorno ristorò dei sacerdoti che avevano perduto la strada e li accompagnò a destino ricevendo per questo, da Giove, la scioltezza di lingua che lo portò ad essere liberato da schiavo e divenire amico e confidente del re. 
I suoi racconti contengono tutti e sempre una morale.  Il latino Fedro copiò ed adattò moltissime sue storie e così pure, molto più tardi, il francese La Fontaine.
I principali protagonisti delle favole esopiane sono gli animali e fra questi primeggia la volpe, sempre sinonimo di malizia o furbizia, associata ad ogni altro tipo di animale che sottomette o schernisce usualmente.
Nella novella precedentemente accennata, si narra di una volpe che aveva invitata una cicogna a pranzo e, per beffarla, aveva servito una minestra molto liquida sopra un piatto basso e largo. La padrona di casa lappò facilmente il brodo, ma l’ospite, data la lunghezza e la conformazione del becco, non poté mangiare niente. La cicogna contraccambiò l’invito e fece trovare il cibo dentro uno stretto e lungo fiasco dove solo il suo becco poteva entrare, ma non la lingua della volpe che per una volta fu presa, finalmente, in giro.
Molto chiara la morale!
 

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9/1/2024 - 13:15

AUTORE:
Luisella

Mi è capitato spesso di incontrare di sera, specialmente sulle strade di montagna, qualche volpina rimasta abbagliata dalla luce dei fari ma subito ravveduta che velocemente attraversava e fuggiva a nascondersi nella vegetazione...non certo sprovveduta...e la sua bella e folta coda, ultima a sparire, mi suscitava emozione a non finire.
Mi torna alla mente mio zio Cesare infaticabile lavoratore, agricoltore, allevatore...il tutto oltre il lavoro in segheria, e anche grande mangiatore.
Nel dopoguerra la fame era inestinguibile e contagiosa e una volta chi gli capitò tra le mani un volpino non se lo lasciò scappare...le mie quattro cugine mi hanno sempre raccontato che il loro babbo, mio zio, lo uccise, le deviscerò e lo lasciò per due giorni nell'acqua corrente di un ruscelletto che scorreva vicino casa sua per togliere alla carne il selvatico...e poi lo cucinò arrosto nel forno con le patatine.
A detta delle mie cugine, la carne non era male ma se lo gustò solamente lui perche'loro erano ancora addolorate per la brutta fine della bestiola.

8/1/2024 - 17:55

AUTORE:
Caino

Che si voglia addossare tutte le colpe alla povera volpe
mi pare davvero esagerato, inaudito, scellerato.
Ci vuole sempre un capro espiatorio in questo mondo di malfattori,
su questa terra di predatori affamati e mai sazi.
Povera bestiola da sempre cacciata come il povero lupo...voi che cercate di placare la fame con immensa fatica, senza l'aiuto di nessuno...voi che conoscete bene il digiuno e quando vi si trova sul suolo morti stecchiti...attirate gli applausi dei crudeli incalliti e sanguinari...degli ignoranti, che son prima di tutto inebetiti dall'isinto violento di ammazzare...che vi possano fulminare!