Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
A Parigi, a Parigi
È il 1966, vivo a Roma, in famiglia. e sto per laurearmi in fisica. l’inverno è stato molto impegnativo. le giornate quasi esclusivamente dedicate allo studio, agli esami.
A luglio con un compagno di corso decidiamo di riprendere fiato e di farci una vera vacanza prima di ricominciare a settembre con gli impegni scolastici.
Stabiliamo di andare da Roma a Parigi in autostop. E a Parigi si arrivò. Di quel viaggio non ricordo quasi nulla; fu una vera parentesi semionirica, un intervallo nella dura realtà di quei tempi di studio. Di quel viaggio non ho né appuntiti né diari. Solo una piccola foto in bianco e nero che mi vede sorridente in piedi sul ciglio di una strada di non largo traffico con il braccio posizionato nel gesto simbolico dell'autostop. Jeans, maglione, scarpe da ginnastica, zaino sulle spalle. Quello zaino invece lo ricordo proprio bene; era di quelli militari, grigioverde, che già da vuoto era pesantissimo. Cosa ci avevo messo dentro? Nessuna idea.
La tecnica era quella super sperimentata: la ragazza, io, chiede un passaggio e se viaggia con un amico questo sta seduto dietro, un po' rannicchiato, pronto a scattare quando un’automobile si ferma. Quanti giorni durò quel viaggio? Dove si dormì? Dove si mangiò?
Non ricordo nulla tanto ero come ipnotizzata dalla magia di quella avventura. Niente droghe. Solo felicità ed endorfine a gogo. Accade, ed è accaduto anche a me. Ci sono dei momenti della vita in cui si vive come in un sogno, come in stato sonnambolico e di quelle gesta dopo non si ricorda nulla. Posso vedermi fotografata in luoghi che giuro non aver mai frequentato ed è forse anche per questo che poi ho buttato nel cassonetto 52 quaderni di diari perché spesso mi sembravano scritti non da me; raccontassero non di me.
Stavamo facendo una cosa pericolosa? Allora tanta gioventù seguendo una moda arrivata dagli USA si era slanciata, zaino in spalla, per le strade del mondo. A casa mia mio padre che era stato molto molto severo quando ero piccola si era arreso al cambiare dei costumi e per quella avventura, forse un po’ audace, non mi ostacolò. Una compagna tra autostop e sgangheratissimi pullman da Roma arrivò fino in Afghanistan. Da sola. Tornò illesa. Era una insegnante e per le classi divenne un mito.
Bei tempi quelli; non solo perché eravamo giovani, ma anche perché eravamo incoraggiate dai resoconti altrui di viaggi avventurosi e allegri andati tutti bene, senza pericoli.
Torneranno i tempi della libertà di movimento senza troppi rischi soprattutto per noi donne? Ora in tante e in tanti stiamo lavorando perché questo accada di nuovo, perché l'incontro con persone sconosciute non sia visto sempre come potenziale pericolo da evitare, ma come una preziosa opportunità.