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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Autostop

11/1/2024 - 8:30



A Parigi, a Parigi
 È il 1966, vivo a Roma, in famiglia. e sto per laurearmi in fisica. l’inverno è stato molto impegnativo. le giornate quasi esclusivamente dedicate  allo studio, agli esami.
A luglio con un compagno di corso decidiamo di riprendere fiato e di farci una vera vacanza prima di ricominciare a settembre con gli impegni scolastici.
Stabiliamo di andare da Roma a Parigi in autostop. E a Parigi si arrivò. Di quel viaggio non ricordo quasi nulla; fu una vera parentesi semionirica, un intervallo nella dura realtà di quei tempi di studio. Di quel viaggio non ho né appuntiti né diari. Solo una piccola foto in bianco e nero che mi vede sorridente in piedi sul ciglio di una strada  di non largo traffico con il braccio posizionato nel gesto simbolico dell'autostop. Jeans, maglione, scarpe da ginnastica, zaino sulle spalle. Quello zaino invece lo ricordo proprio bene; era di quelli militari, grigioverde, che già da vuoto era pesantissimo. Cosa ci avevo messo dentro? Nessuna idea.
 La tecnica era quella super sperimentata: la ragazza, io, chiede un passaggio e se viaggia con un amico questo sta seduto dietro, un po' rannicchiato, pronto a scattare quando un’automobile si ferma. Quanti giorni durò quel viaggio? Dove si dormì? Dove si mangiò?
Non ricordo nulla tanto ero come ipnotizzata dalla magia di  quella avventura. Niente droghe. Solo felicità ed endorfine a gogo. Accade, ed è accaduto  anche a me. Ci sono dei momenti della vita in cui si vive come in un sogno, come in stato sonnambolico e di quelle gesta dopo non si ricorda nulla. Posso vedermi fotografata in luoghi che giuro non aver mai frequentato ed è forse anche per questo che poi ho buttato nel cassonetto 52 quaderni di diari perché spesso mi  sembravano scritti non da me; raccontassero  non di me.
Stavamo facendo una cosa pericolosa? Allora tanta gioventù seguendo una moda arrivata dagli USA si era slanciata, zaino in spalla, per le strade del mondo. A casa mia  mio padre che era stato molto molto severo quando ero piccola si era arreso al cambiare dei costumi e per quella avventura, forse un po’ audace, non mi ostacolò. Una  compagna tra autostop e sgangheratissimi pullman da Roma arrivò fino in Afghanistan. Da sola. Tornò illesa. Era una insegnante e per le classi divenne un mito.
 Bei tempi quelli; non solo perché eravamo giovani, ma anche perché eravamo incoraggiate dai resoconti altrui di viaggi avventurosi e allegri andati tutti bene, senza pericoli.
Torneranno i tempi della libertà di movimento senza troppi rischi soprattutto per noi donne? Ora in tante e in tanti stiamo lavorando perché questo accada di nuovo, perché l'incontro con persone sconosciute non sia visto sempre come potenziale pericolo da evitare, ma come una preziosa opportunità.

Matilde Baroni
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13/1/2024 - 21:53

AUTORE:
Marilù

Sinceramente confesso la mia diffidenza per questo mezzo di locomozione gratuito ma infido.
A parte il fatto che io ho viaggato poco anche nella maniera consueta, perche' non sono mai stata un'avventuriera, sono sicura che anche se potessi tornare indietro il timore per l'utilizzo di questo sistema di locomozione, l'autostop, mi farebbe ancora desistere prefetendo i mezzi di trasporto a pagamento.

11/1/2024 - 15:51

AUTORE:
AUTRICE Anna Tomeo

Peccato che di una bella esperienza parigina tu non ricordi assolutamente niente sicuramente l'idea di uscire fuori di casa ed essere liberi e la gioia di andare ti ha appagato a tal punto che ti ha levato il più piccolo ricordo di quel viaggio. Parigi o qualsiasi altra meta sarebbe stata uguale l'importante era partire e ancor più figo farlo in autostop, come i ragazzi americani. L'importante era adeguarsi ai tempi moderni stare allerti essere alla moda di quelli anni.
Bellissimi sogni ma io a differenza tua non li ho buttati nel cassonetti i miei diari e le mie foto ricordo le conservo è una parte di me che mi appartiene e che rivivo nei momenti
bui e mi fanno tanto bene al cuore.