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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
La mia bisnonna " ai su tempi"

19/1/2024 - 7:37


La Redazione di Spazio Donna ha accolto e pubblicato  con grande entusiasmo l’articolo di Serena Corti alunna della 3A dell’Istituto Comprensivo "Daniela Settesoldi" di Vecchiano. Un ringraziamento anche alla professoressa Elke Cavazza che ha fatto conoscere  alla classe la rubrica Spazio Donna.  Auguriamo a noi e  a Serena di proseguire, con la sua scrittura creativa, una collaborazione con la nostra rubrica. 

 

 

Chi lo avrebbe mai detto?!

Quel giorno sarebbero dovuti venire i miei genitori per portarmi a casa ed invece, a causa di una bufera di neve, mi ritrovai a passare un giorno in più con la mia bisnonna, nella sua casetta di montagna, a Montefegatesi. Guardai fuori dalla finestra la neve che scendeva violenta e, aspettando che passasse, mi soffiai sulle mani per riscaldarmi. Faceva così freddo che la nonna mi invitò a sedermi sul divanetto accanto a lei, di fronte al camino acceso e così feci. Lei, molto premurosa come sempre, mi coprì le gambe con la sua coperta di lana, mi prese le mani fra le sue e mentre guardava il camino, vidi un cenno di sorriso sul suo viso. Capii che con la mente stava ricordando una scena avvenuta molto tempo prima. Chiesi a cosa stesse pensando e cominciò a raccontare, partendo da:

 “Ai mì tempi…”

 Mi disse che molti anni fa, nel 1956 in una nottataccia proprio come quella, suonò alla sua porta un signore del paese, molto preoccupato e la invitò a seguirlo. Lei corse a prendere la sua borsa da lavoro, si mise la sciarpa arruffata anche a coprirle la testa e s’incamminò con lui. Sapeva bene dove stesse andando, doveva aiutare Rosa, la giovincella del paese che stava per dare alla luce il suo primogenito. A quei tempi era proprio mia nonna la levatrice del paese, che contava poco più di 200 abitanti. Entrò in casa e notò subito tre donne già prese a sfaccendare. Arrivò nella camera della ragazza, il camino era acceso e lei già a buon punto con il travaglio. La nonna si alzò le maniche della maglia fino ai gomiti, si mise un bel grembiule e ordinò stracci puliti e dell’acqua bollente dove sterilizzare i suoi strumenti. Purtroppo il travaglio fu molto lungo e con qualche difficoltà benché la nonna avesse visitato Rosa pochi giorni prima. Per fortuna il piccolo nacque sano e indenne ma Rosa, subito dopo il parto, si collassò. Quando si riprese, mia nonna si accorse che qualcosa non andava: la neo-mamma aveva un brutto colorito ed era molto stanca. Il bambino gridava senza tregua e le tre donne non sapevano come farlo smettere. L’atmosfera che si respirava in quel momento all’interno della stanza era agitata come la tempesta di neve.  Mia nonna fece un bel respiro e a sangue freddo prese in mano le redini della situazione: ordinò ad una delle donne di andare a chiamare il medico nel paese vicino a San Cassiano, anche se chissà quando sarebbe arrivato. All’altra di andare da Anda a sentire se per cortesia poteva venire ad allattare il bambino visto che anche lei aveva partorito da poco e poi disse alla terza di andare a chiedere alla ‘Circe’ una bella pozione magica per post partorienti. A quei tempi, mi spiegò, tutti si davano una mano, erano tutti una grande famiglia, non come adesso che a mala pena conosciamo i nomi dei vicini di casa.

Chiesi curiosa alla nonna: ‘Nonna ma chi era la Circe?’

 Lei si mise a ridere, affiorando in lei i ricordi di quella signora. Mi raccontò che era la curatrice del paese, in realtà si chiamava Giustina, ‘Circe’ era solo un soprannome. La sua capacità e conoscenza delle erbe la faceva sembrare un po' come la maga Circe. Era burbera, con i capelli scarruffati, cicciottella e goffa ma riusciva a curare qualsiasi cosa: ferite, febbri, bruciature, infezioni...tutto. Infatti anche quella notte riuscì a preparare un infuso di colore quasi nero con delle erbette galleggianti, orribile alla vista e all’olfatto, ma fu miracoloso. La madre del bambino con il passare delle ore stava sempre meglio, acquisiva pian piano il suo bel colorito roseo con le sue guancette rosse.  Nel frattempo, anche Anda era arrivata nonostante fosse stanca e assonnata da notti passate in bianco aveva attaccato il bambino al suo seno e lui poppava a più non posso. Per un attimo era come se in quella camera fosse calata di nuovo la quiete dopo la tempesta: il bambino era tranquillo, dondolato da Anda, la madre era a letto che riposava tranquilla e mia nonna stremata si mise seduta sulla sedia a dondolo di fronte al caminetto aspettando che ormai si facesse giorno. L’indomani si accertò che mamma e figlio stessero bene, salutò e portò con sé una cesta di vimini colma di stracci e lenzuola sporche. Gli uomini del paese stavano spalando la neve e lei portò la cesta al lavatoio da Santina, la lavandaia del paese. Santina aveva delle grosse mani e la schiena ricurva in avanti, forse dalla posizione di lavoro assunta per troppo tempo. Insaponava i panni e le lenzuola alla fine del lavatoio mentre li sciacquava all’inizio, dove usciva l’acqua pulita della sorgente. La nonna dopo il racconto aveva il viso assonnato, così le abbassai lo schienale e la lasciai riposare. Continuai a guardare dalla finestra la neve che scendeva immaginandomi in quella storia appena ascoltata ma che sentivo molto lontana dalla mia realtà.



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21/1/2024 - 16:49

AUTORE:
AUTRICE Isabella Vitali

Complimenti vivissimi, cara Serena per il tuo contributo, scritto così bene, che denota la tua grande capacità narrativa nel trasmettere emozioni e ricordi, nel descrivere atmosfere e situazioni anche drammatiche, ma al tempo stesso edulcorate dal tempo che è ormai passato e tutto addolcisce; hai tratteggiato figure di donne forti, che sapevano risolvere emergenze, che collaboravano e si aiutavano tutte insieme, senza perdersi d’animo. Di sicuro ti aspetta un futuro da narratrice. Complimenti anche alla tua professoressa che ha fatto conoscere a te e alla tua classe il giornale “La Voce del Serchio” e ti ha stimolato a partecipare attivamente alla rubrica “Spazio Donna”. Spero di leggere presto un altro tuo scritto.

21/1/2024 - 12:12

AUTORE:
AUTRICE Matilde Baroni

Cara Serena, scusaci se stiamo usando la popolarità del tuo scrittino per scambiare opinioni su un aspetto del tuo racconto e cioè su il parto. Anna pone il problema attuale e importante da prendere in considerazione in altra sede e intanto Serena ti utiliziamo.Partorire in Toscana è come giocare al lotto. Fortuna di dove capiti, fortuna di in che giorno e ora capiti.Sì perché le statistiche dicono che la percentuale di cesarei INEVITABILI varia considerevolmente da ospedale ad ospedale da giorno della settimana e dall'ora. Ma si può tornare alla sapienza delle levatrici a cui Serena fa cenno usufruendo della competenza e della formazione a largo spettro delle DOULE; donne che accompagnano la futura madre per tutto il periodo di gravidanza, travaglio, parto e allattamento e che in moltissimi casi sono insostituibili guardiane attente a che niente sia trascurato, meccanico, non rispettoso della volontà della partoriente: violento. É proprio nata qui a Pisa ad opera di Emanuela Geraci la associazione delle DUOLE. vedere wikipedia.

20/1/2024 - 13:25

AUTORE:
AUTRICE Anna Tomeo

appunto molto lontana dalla sua realtà come scrive Serena. Oggi infatti si corre all'ospedale in maternità per far nascere i nostri figli e chissà perché negli ultimi anni, nonostante le nuove teorie e nuovi mezzi per far nascere una VITA ci vuole soltanto fortuna, si leggete bene non bastano più cure esami visite ginecologiche ma altro avere fortuna e soprattutto evitare di farli nascere in piena notte si rischia di far nascere vite che avranno problemi in futuro o peggio ancora che nascono morti, perché mi
chiedo caso delle vita? La madre con problemi seri? controlli sbagliati? incapacità del medico di guardia? dell'assistenza medica incapace? eppure esiste l'intervento immediato specialmente oggi ad evitare perdite umane. Una sola cosa capisco ed è lo aumento dei parti cesari e forse a volte è meglio un intervento a un parto difficile o peggio inutile e pieno di dolore in tutti i sensi.
Belle le mie levatrici di una volta.
altri tempi appunto.

20/1/2024 - 11:20

AUTORE:
AUTRICE Anna Tomeo

BRAVISSIMA Serena continua così e diventerai una brava scrittrice e leggerò i tuoi libri quando verranno pubblicati è il mio augurio se vorrai continuare a scrivere. La tua storia è deliziosa e cattura l'attenzione delle persone sensibili all'unione e alla condivisione con altre donne, in questa circostanza, ma sicuramente una storia che fa pensare a quanto è grande la solidarietà di tutti nelle piccole cose ma soprattutto nelle grandi e questa storia insegna proprio che nonostante la tempesta di neve la vita viene al di sopra di ogni altra cosa e far nascere una creatura in piena notte con tutti i rischi che una gravidanza possa comportare è fondamentate e prioritario a tutto. Ancora più importante nell'agire immediatamente al sopraggiungere dei rischi e la prontezza e l'esperienza della nonna di Serena l'ha dimostrato ma senza l'aiuto delle tre donne e quindi della balia, dell'esperta biologa e poi del medico, che forse sarebbe arrivato il mattino, la madre si è ripresa e il bambino ha mangiato lo stesso,...altri tempi appunto.

19/1/2024 - 17:08

AUTORE:
AUTRICE Antonella

Cara Serena,
Ci hai portete per mano in una notte tempestose fra la neve che cade, fra tante donne che si danno una mano intorno a una vita che nasce. La bisnonna, la giovane Rosa, Anda la vicina che fa da balia, la Circe. Un mondo antico che insegna molto. Una bisnonna raccontatrice e tu che raccogli e scrivi. Grazie per la sensibilità che traspare dalle tue parole e grazie alla tua insegnante. Continua a raccontare.

19/1/2024 - 14:29

AUTORE:
Nicola Martino

Wow, Serena! Che storia incredibile hai condiviso con noi! La tua capacità di catturare l'atmosfera di quei momenti, come la tempesta di neve e la dedizione della tua nonna, è davvero straordinaria. Mi hai fatto sentire come se fossi lì, nella casa di montagna, a vivere ogni istante insieme a voi.

La solidarietà e la collaborazione tra le persone del paese in quei tempi difficili sono toccanti. È davvero commovente immaginare una comunità così unita, dove ognuno si preoccupa del benessere degli altri. La figura della "Circe" con la sua saggezza e capacità di cura aggiunge un tocco magico a questa storia.

Grazie per averci regalato un pezzo così emozionante della tua vita e della storia del paese della tua nonna! Spero vivamente che tu continui a condividere le tue storie e la tua scrittura creativa con la rubrica Spazio Donna. Complimenti e in bocca al lupo per le tue future avventure di scrittura! 🌟✨

19/1/2024 - 13:23

AUTORE:
AUTRICE Cinzia

Bravissima Serena! Ottimo svolgimento scritto bene e molto piacevole alla lettura.
Una storia meravigliosa ambientata in un paese che certamente negli anni ha’ vissuto qualcosa di simile.
Storia bella che tocca tanti punti forti in maniera delicata. Uno scorcio della vita delle donne ai quei tempi in quei posti
Complimenti all’insegnante per l’iniziativa.
Bell’esempio per tutte le scuole!

19/1/2024 - 11:50

AUTORE:
AUTRICE Elisa

Una storia veramente di altri tempi, dove tutto era più difficile ma allo stesso tempo più facile perché si aiutavano gli uni con gli altri. Sono stata in quel paese e vi è ancora il grande lavatoio da poter visitare. Un paese dove ci si tuffa nel passato. Un augurio a questa piccola scrittrice di continuare ad esternare tutte le sue emozioni che ci arrivano dritte al cuore.

19/1/2024 - 10:29

AUTORE:
AUTRICE Franca

Che bella storia Serena, mi hai fatto entrare in quella stanza a scaldarmi insieme a voi davanti al camino e poi ad aiutare Rosa. Grazie.

19/1/2024 - 8:47

AUTORE:
Fabio

Incredibile come una ragazza così giovane sia riuscita a farci immergere in quei tempi passati che lei non ha vissuto. Veramente una grande capacità di scrittura.