Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Per il ciclo “Delle donne e del Novecento”, prodotto dal Circolo il Fortino di Marina e con il patrocinio della Associazione Casa della Donna, della CGIL di Pisa e dello SPI (Sindacato Pensionati CGIL), si rappresenta, il prossimo 3 febbraio alle 18, “Tina, Tinissima”, dedicato a Tina Modotti.
Dopo la sua morte precoce, nel 1942 quando aveva 46 anni, il riconoscimento della personalità umana, artistica e politica di Tina Modotti fu quasi immediato e per alcuni anni la sua vita e la sua opera restarono vive in buona parte dell'America latina.
Poi cadde l'oblio, lungo almeno trent'anni. Inquietanti cause di questo silenzio/rifiuto si possono trovare nel provincialismo e nel dilagante moralismo del suo secolo, contrari alla valorizzazione di una donna libera e inserita nel grande filone della cultura laica. L'opera di Tina, che si trovava in buona parte negli Stati Uniti, venne tenuta nascosta nei cassetti dei Dipartimenti di fotografia per la nefasta influenza del maccartismo che rese impossibile, per molti anni e non solo in America, lo studio e la presentazione di un'artista che aveva creato immagini di qualità e militato nel movimento comunista internazionale.
Anche la sinistra storica non è esente da disattenzioni nei riguardi di questa friulana d'eccezione, la cui vita e la cui opera hanno contnuato per molte tempo ad essere viste attraverso le lenti deformanti delle ideologie del '900 e delle vicende anche tragiche che le hanno funestate. Tutto ciò è avvenuto nonostante le novità e il fascino che caratterizzano la sua avventura umana: la sua complessa esistenza appare, con il solo raccontarla, un romanzo.
In questi giorni (il 28 gennaio) si chiude a Rovigo una grande e bellissima mostra dedicata a lei. La “conferenza spettacolo” prodotta dal Fortino, invece, racconta della sua vita, ricostruita da Fabiano Corsini, e si avvale di una serie di inserti ammalianti, con le musiche eseguite al piano da Claudio Proietti e la voce cantante di Veronica Risi. I versi di Pablo Neruda, in morte di Tina, saranno recitati da Astore Ricoveri. Oltre alla foto di Tina come modella e come fotografa, la narrazione si avvarrà di un ricco apparato di filmati d'epoca.
Si inizia alle 18, dopo l'inizio non sarà consentito l'ingresso.
E' necessaria la tessera ARCI, si prenota allo 05036195
La consueta cena, alle 20,30, sarà a base di cacciucco.