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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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La bella e 'r cacciatore.

29/1/2024 - 22:01

Attento Chiube che a forza di quartini t'imbriai!

La bella e  ‘r cacciatore


Una mattina bona per la ‘accia
son ito ner padule cor barchetto,
prima levasse ’r tordo e lla beccaccia,
lassando moglie e ssette figli a lletto.
 
Arivato ner mezzo der paléo
m’infilai ner fórto di ‘annella
cor sentì’ d’esse’ gnudo come ‘n beo,
d’artronde artr’un c’era se non ‘vella.
 
A ppelo d’acqua o ‘un deccoti apparì’,
seguito da ’no strano risciacquetto,
(era un coso con le ‘orna a ffa pipì),
ma mmi sembrava folaga o tuffetto.
 
Era grande ‘ome ‘n cervo, e ddïo grande!
Tonfa! Ritonfa! Du’ ‘órpi e viense giù;
‘un mi missi cert’a ffa domande:
“ ‘vesto ‘vi mi sfama tutta la tribù”.
 
Su ‘n cielo svolazzava un ber farchetto ‘
vand’eccoti du’ grassi becchi lunghi;
ricarïo la molla pé ll’aspetto
pensando ch’ enno boni con du’ funghi.
 
Tonfa! Tonfa! Ni gonfio ‘na ‘oppiòla
che li manda coll’artri ner sïuro,
( ‘nparato da bimbetto ar doposcòla
‘velle ‘ose che servin ner futuro).
 
D’ecco uno che pare ‘n elïottero,
ritonfa, giù ner bótro der calato
‘vello che pareva ‘n fenïottero
ma bbono era l’istesso anco smotato.
 
Toccò ora a du’ ‘osini tutti bianchi
c’andavin pari passo sur falasco.
Er córpo ni spaccò tutt’e du’ fianchi
da com’erin siuri der mi’ fiasco.
 
Da dietro Carci er sole era già sorto,
(‘un avevo anco fatto ‘na cilecca)
finchè apparve su’ monti L’Omo morto
e mi viense la bocca tutta secca.
 
A forza di sparà’ tiro su tiro
mi s’era marsagrato le mascelle
perché pe’ fa un centro io sempre miro
colla testa piegata ‘nsulle spalle.
 
Poi viensin du’ bérve con du’ ali
e giù ar volo ‘vello ‘or collo giallo,
un tiro che sembrava da reali,
ma ‘r rosso ‘un ce la feci a ‘mpallinallo.
 
Poi dissi tra ddi me “Or l’ho ner fiocco”, ‘
vando viddi di fond’ar calatino,
cor cardo m’era preso dell’abbiòcco,
la guardia e ll’airone cenerino.
 
Avvicinà’ l’uccello è stravietato
da ‘na serie di ‘ose sur probito,
ma ‘r perïolo ‘un era anco schivato,
mi viense dappertutto er sobbollito
 
‘vando dar bordo ‘n fondo delle fosse
t’arrivò uno strano ‘ntremolio
che mi fece tremà’ le pover’osse
e la pellaccia ‘nfino sur bellio.


Ecco ‘na ragazzotta dar di dietro,
conosciuta da pesci e cacciatori,
arta più di me , armeno un metro,
una di ‘velle vienzute dar di fori.
 
Mi guarda…. mi scruta… e ppoi mi tocca;
dice d’esse’ la bella principessa,
e mi stiocca un succhione ‘nsulla bocca
 e dice pure la strega farà ffessa.
 
Pe’ ritrovà’ er su’ ber principessino
n’han detto, penso la regina di su’ ma’,
di cercallo ‘n padule ‘nder setino,
e quindi allora… lei viensuta è qqua.
 
Ma io dïo! “Per fa’ della franella
la lingua tocca mette’ ‘ndella bocca
che mi si tòrcian tutte le budella
e vomittatti er pranzo ora mi tocca?”
 
Ciò detto si sentì un grande botto,
ner còre, nella pancia e ccotrióne,
dovenni un arto e bello ragazzotto
che aveva fatto un pò d’indigestione.
 
Di stianto si sfondò la parapòtta
ch’avevo sotto e piedi p’un bagnammi,
funì a ffondo cor una bella bòtta
e non ci fu ppiù verso di sarvammi.
 
Avanti a esse’ preso da sträollo
agguantai la testa ‘nsur ripiego,
volevo troncà’ ‘ver su’ ber collo,
ma le gambe mi fenno diego diego.
 
Sull’abitino della principessa
finì ‘na ‘avalletta e du’ baetti,
‘na ribellula già ‘n poino lessa,
tre zonzale e cinque farfalletti,


sette béci che davin sur mollùccio,
du’ farfalle francesi trè, trè belle,
l’ova di ‘arpa e po’ anco di luccio
e tutto ‘vello ‘ngozzato a ccrepapelle.
 
Vand’ebbi assaporato ‘vell’amore
un coccolone a mme mi portò male,
e lei, poverina, dar dolore,
la ritrovonno ar mare, là ar Cinquale.
 
E chiedeva cor battito dell’occhi,
alla su’ ricca e bbella crientelanza,
s’erano stati un giorno de’ ranocchi
e s’avevano nulla ‘ndella panza.
 
Oh Grimmi  Grimmi, ma cosa ciavevate ner ceppione?

Boddicchi?

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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

31/1/2024 - 10:51

AUTORE:
Liù

Mia cara ranocchia
saltelli gracidi
liberamente alla luna
senza nessuna spocchia
Non invochi la fortuna
ma chiedi solo uno stagno
d'acqua pulita
per l'ammollo e il bagno
T'accoppi e deponi le uova
e attendi paziente
la schiusa,
la prole nuova
Attenta però
che ti fanno la festa,
scuoiata e senza testa,
indorata e fritta
nell'olio a bollore
Poveretta, "che sapore"
direbbe qualcuno
ma non t'invidia
proprio nessuno!

30/1/2024 - 21:03

AUTORE:
Emily

Ho sempre provato ribrezzo per i rospi e le rane
Non li ho mai molestati perche' ho sempre provato un sentimento di compassione per il fatto che sono bestiole disdegnate quasi da tutti:
"Mamma mia come sei brutto, sembri un rospo!"
"Hai la bocca larga come una rana!"
"Che bimbo sgraziato (poco aggraziato) pare un ranocchio"...e così via...
Da ragazzina andavo spesso in bicicletta su una strada di campagna asfaltata, ma secondaria, che confinava con i campi, e a primavera ricordo di essere stata più volte schifata dalle rane shiacciate e poi rinseccolite sparse un po' ovunque su tutto il tragitto...se chiudo gli occhi riesco ancora a vedere quelle sagome incartapecorite che mi facevano anche tanta pena e, per mia fortuna, non c'era sangue...