Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
"Le canzoni non si scrivono, ma nascono da sé, son le cose che succedono ogni giorno intorno a noi.
Le canzoni basta coglierle ce n'è una anche per te che fai più fatica a vivere e non sorridi mai.
Le canzoni sono zingare e rubano poesie, sono inganni come pillole della felicità.
Le canzoni non guariscono amori e malattie, ma quel piccolo dolore che l'esistere ci dà passerà, passerà.
Se un ragazzo e una chitarra sono lì come te, in città a guardare questa vita che non va che ci ammazza d'illusioni e con l'età delle canzoni passerà su di noi finiremo tutti in banca prima o poi coi perché, i chissà e le angosce di una ricca povertà a parlare degli amori che non hai a cantare una canzone che non sai come fa perché l'hai perduta dentro e ti ricordi solamente passerà
.... In un mondo di automobili e di gran velocità per chi arriva sempre ultimo per chi si dice addio per chi sbatte negli ostacoli della diversità.
Le canzoni sono lucciole che cantano nel buio, passerà prima o poi questo piccolo dolore che c'è in te che c'è in me, che c'è in noi e ci fa sentire come marinai in balia del vento e della nostalgia a cantare una canzone che non sai come fa, ma quel piccolo dolore che sia odio, o che sia amore
passerà passerà,
passerà anche se farai soltanto la la la
passerà, passerà e a qualcosa una canzone servirà se il tuo piccolo dolore che sia odio o che sia amore passerà."
“Passerà” di Aleandro Baldi, vincitrice del festival di San Remo 1994, è una “canzone-poesia” struggente dolorosa amorevole nostalgica angosciosa dolceamara che lascia un nodo alla gola, retaggio di una moda che seguiva la “canzone italiana” tra lacrime e sorrisi e che pochissimi cantanti hanno portato avanti nelle sempre più sconclusionate serate di quel miscuglio di moda volgare e di pubblicità ossessiva che da stasera ci dobbiamo sorbire per cinque giorni.
Per rimettermi su il morale io cambio canale, ma non cambio canale sul tema della “foto del giorno”, scherzo era e scherzo rimane.
La giusta ‘ompagnìa
Ingazzurrito, fumino e ffoóso,
come ‘ngrùfia par’un buo dell’acquaio,
ma dorce e tenero come amoroso,
con lui la firma ci fai per ir paio.
Nelle Mèrie già c’è ito da quer dì,
crucchi e arabi san tutto di su’ pà,
in visibilio ha mandato la Parì,
Nevaiòrche con Stanbùlle e Bogotà.
Lui ama ‘r verde dei prati di fieno,
sogna ‘r papavero rosso ner grano
cor bianco sbuffo vapore d’un treno.
Ma cosa c’è che llo rende italiano?
È ll’avé’ ‘r mondo de’ sua ripieno,
o ll’avé’ passera sempre alle mano?
Passerà?
Sì!
Quando mi verà l’artrosi alle mano o si staccherà la spina!