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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Storia di una donna Indiana d’America.

11/2/2024 - 20:53


Ogni donna è da ammirare nel momento in cui decide di intraprendere un percorso consapevole per la sua vita. Christine Quintasket sicuramente forzata ad apprendere la cultura dominante, decide crescendo di utilizzare la sua istruzione a favore di sé stessa e del suo popolo.Nel tempo sarà una brava scrittrice e negli anni riuscirà ad aiutare la sua gente proprio per questa sua capacità; non utilizzerà l’istruzione per rivendicare dei diritti ma per raggiungere degli obbiettivi politici e sociali, sarà riconosciuta come una donna audace e competente e per questo eletta (prima donna) nel consiglio delle tribù confederate di Colville.  

 

Mourning Dove.

Anni fa intitolai un mio articolo “Indiani con la Penna”, mettendo in evidenza una serie di nativi che, nel corso dei secoli, avevano usato la penna non solo per completare il loro abbigliamento o durante le cerimonie religiose, ma per comunicare, soprattutto per far conoscere ai non nativi i loro miti, le culture, la storia e per sensibilizzare contro le ingiustizie subite. Venendo in contatto con i “bianchi” molti indiani americani scelsero di acquisire le competenze della società dominante, in particolare la lingua e la scrittura; molti, soprattutto dalla seconda metà dell’Ottocento, furono forzati a un percorso di acculturazione che diede ad alcuni la possibilità di utilizzare i nuovi strumenti acquisiti a vantaggio della propria gente.

 

Questo è anche il caso di Christine Quintasket (Okanogan e Colville) che scelse di firmare i suoi scritti come Mourning Dove / Hum-ishu-ma / Colomba in lutto.La scrittrice proveniva dalle terre dei Salish della British Columbia, nacque su una canoa intorno al 1884-88, frequentò per tre anni il Sacred Heart Convent a Ward nello stato di Washington e seguì poi dei corsi di carattere aziendale presso la Fort Shaw Industrial Indian School quando aveva più di vent’anni. Un’istruzione non proprio approfondita che le servì però per esprimersi con stile attraverso la scrittura. Nonostante la vita dura, le difficoltà economiche e i problemi di salute trovava sempre il tempo per buttare giù osservazioni e fissare ricordi. Con il suo secondo marito si spostava cercando lavoro saltuario nelle aziende agricole, ma portava sempre con sé la sua macchina da scrivere che utilizzava rubando ore al sonno. Suo amico e consigliere fu per molti anni lo studioso Lucullus McWhorter, fondatore della rivista American Archaeologist, che la incoraggiò sempre e le suggerì di trascrivere le leggende del “folklore” okanogan. Molte di quelle storie raccontate dalla nonna furono alla base del suo libro Coyote Stories, pubblicato nel 1933. Mourning Dove preferiva far conoscere il suo retaggio culturale in forma di romanzo, mescolando le esperienze personali di una donna “mezzo sangue” con storie e credenze non ancora documentate della sua gente: in Cogewea: The Half Blood; A Depiction of the Great Montana Cattle Range del 1927, una delle prime novelle pubblicate da una nativa, ringrazia Sho-pow-tan, così si firmava McWhorter, per i suggerimenti di approfondimento etnografico (le note al testo sono infatti ricche e dettagliate).

 

La nostra autrice lasciò molti scritti e appunti che Jay Miller ordinò per far conoscere nei dettagli la sua storia; Mourning Dove: A Salishan Autobiography vide la stampa nel 1990, Tales of the Okanogans, curato da Donald M. Hines, nel 1976.La padronanza della lingua inglese la rese apprezzata tra la sua gente; fece da consigliera a leader nativi locali e divenne attiva politicamente, aiutò inoltre la tribù degli Okanogan ad ottenere i fondi federali che erano loro dovuti. Nel 1935 divenne la prima donna eletta a far parte del consiglio delle tribù confederate di Colville.In un'intervista rilasciata nella primavera del 1916, per la Spokesman-Review, Mourning Dove dichiarò che la sua ambizione era di infrangere gli stereotipi sull'indiano americano. “È sbagliato dire che gli indiani non hanno sentimenti profondi come i bianchi… col tempo alcuni di noi saranno in grado di far apprezzare ciò che proviamo e allora il vero carattere indiano sarà rivelato”,Aveva circa cinquant’anni quando morì nel 1936 per “esaurimento da psicosi maniaco-depressiva” (si legge nel referto); sulla sua tomba fu incisa una colomba bianca in volo sopra un libro.

 
Naila Clerici 

 Per approfondire:Gemma Scusa, “Le storie del Coyote raccontate da Mourning Dove”, Tepee 60, 2021.Tepee è la rivista dell’associazione culturale SOCONAS INCOMINDIOS e tratta argomenti di storia, cultura e attualità relativi ai nativi americani, redazione@soconasincomindios.it. Mourning Dove, Coyote Stories, a cura di Myriam Blasini, Mauna Kea, 2020.Mourning Dove, Racconti di Nativi Americani: Cogewea. La mezzosangue, a cura di Myriam Blasini, Mauna Kea, 2022.



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14/2/2024 - 8:03

AUTORE:
AUTRICE Anna Tomeo

E' cosi non c'è nulla da dire noi donne abbiamo una marcia in più. Non siamo solo brave a pulire lavare stirare cucinare fare figli e fare le moglie e altre mille cose, siamo nate per aiutare gli uomini in tutto non a caso Dio ha voluto creare la donna per fare figli ed è nata la nostra terra, senza Eva Adamo sarebbe rimasto da solo nell'Eden, Solo questo dovrebbe farci riflettere per comprendere che il cervello e le capacità femminili possono arrivare ben oltre che servire gli uomini e crescere figli in qualsiasi parte del mondo nasce una donna prima o poi la sua femminilità e la sua sensibilità e la sua forza in più viene fuori e non c'è uomo che batti le sue capacità nascoste forse ma vere e sentite dal profondo come questa donna ha saputo dimostrare alla sua terra e al mondo intero pur essendo tale e non uomo. Andiamo avanti cosi donne brave mamme brave mogli ma combattiamo sempre a difendere le nostre idee e il nostro corpo contro il maschilismo.

11/2/2024 - 21:13

AUTORE:
AUTRICE Paola

Questo articolo ci conferma ancora una volta come una donna in una parte del mondo a noi lontanissima ha superato stereotipi e una cultura maschilista, attingendo dalle sue risorse e la sua esperienza.

E' importante sapere, conoscere e riconoscere che donne coraggiose e intelligenti sono esistite in tutti i tempi e in tutti i continenti.