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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Di Carmelo Palma
La morte come fine - Navalny e la necrofilia criminale del regime putiniano

26/2/2024 - 10:50

LA MORTE COME FINE. NAVALNY E LA NECROFILIA CRIMINALE DEL REGIME PUTINIANO

DIRITTO E LIBERTÀ

Pubblicato: 16 Febbraio 2024
Scritto da Carmelo PalmaPDF


Si sottovaluta sempre che i regimi totalitari sono assassini non solo perché non hanno in nessun conto la vita umana, ma anche perché hanno in gran conto la morte. I totalitarismi sono necrofili e disseminano di morti il proprio cammino, come se fossero un crisma di potenza e di grandezza. La morte come liturgia, anzi come sacramento.
Che i regimi largheggino negli eccidi, molto oltre il limite del necessario e perfino dell’utile, non risponde solo a un principio di intimidazione degli altri, ma di affermazione di sé. Per questo i regimi non nascondono i cadaveri, come i banali delinquenti per cui la morte è solo un pericoloso incerto del mestiere, ma li esibiscono come fanno i mafiosi, i terroristi e tutte le organizzazioni criminali in cui la morte, così liberamente e sovranamente arrecata, ha in primo luogo un significato politico e diventa una paradossale, ma riconosciuta forma di “legittimità”.
Insomma, la morte nei regimi non è solo un mezzo, ma è in primo luogo un fine e anche quella di Navalny, oggi decretata dal Cremlino, non sfugge a questo destino. Putin può uccidere chiunque quando vuole e questo è un fatto che precede e eccede qualunque omicidio o massacro compiuto nel suo nome. Però, il tempo e il modo in cui Putin organizza il calendario e il mansionario dei boia è sempre, ad un tempo, di un’ostentazione sfacciata e di un significato enigmatico, come di un potere che quanto più è assoluto e visibile, tanto più diventa indecifrabile e temibile.
Tutti a chiedersi perché abbia ammazzato Aleksej Navalny proprio oggi o perché abbia fatto ammazzare Anna Politkovskaja il 7 ottobre, innaffiando di sangue il giorno del suo compleanno. E magari il perché è solo fare impazzire tutti cercando un filo logico nell’arbitrio capriccioso del padrone della vita e della morte.
È tutto mostruoso, ma anche banale, routinario e burocratico, come ogni mostruosità in cui diventa labile e indistinguibile il confine tra la morte e la vita. Ma è anche tutto terribilmente “normale”, perché la psicologia del potere assoluto risponde immeditamente alla psicologia umana molto più di quanto avvenga in sistemi politici in cui nulla – comprese le scelte di vita e di morte – è semplicemente rimesso alla volubilità del tiranno.
Sono oltre vent’anni che l’Occidente assiste all’edificazione di questo sistema di morte, di questo regime di necrofilia criminale e fino a due anni fa la grande parte dei politici europei, per non dire della quasi totalità degli italiani, ha assistito a quel che accadeva dentro la Russia nella persuasione che nulla ne sarebbe uscito, di cattivo, “per noi” e che si poteva trattare con Putin con quel tanto di superiorità e deferenza per fare buoni affari, senza timore che la peste nichilista dai laboratori del Cremlino prendesse largo per ammorbare il mondo.
Putin è arrivato alla Casa Bianca, nel cuore delle cancellerie europee, si è comprato politici, diplomatici, giornalisti, manager, influencer e accademici in ogni dove, ha mandato i suoi sgherri a somministrare polonio e altri veleni nel cuore delle nostre democrazie. E noi non l’abbiamo visto arrivare, finché non ha messo migliaia di carri armati in fila e in marcia verso Kyjv.

Da questo punto di vista Navalny, come Anna Politkovskaja, non sta solo sul conto delle sue, ma anche delle nostre colpe

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

26/2/2024 - 16:21

AUTORE:
BdB

...cit Piero.
Vladimir Putin a Praia a Mare con Berlusconi era lipperlì per entrare nella NATO ed il G7 diventare con lui il G8.
Poi non si è visto andar via e la colpa morì bambina.
Con il senno di poi bisognava fare come fece la Germania Ovest che aiutò l'altra parte ad integrarsi.
Invece dopo il crollo dell'Unione Sovietica, l'Ovest non ebbe la forza e neppure il coraggio di fare come la Germania ed anche noi italiani nel Sud Italia potevamo fare in modo che mafie e camorre varie tenessero testa allo Stato in quelle regioni svantaggiate dal confinare con il Nord Africa e non con il ricco Nord Europa.
Nella ex Unione Sovietica non hanno conosciuto la democrazia e la libertà ne prima ne dopo il 1989 e neppure il benessere diffuso.
Mikail Gorbaciov si era illuso di riformare il cominismo ma quando un idea è sbagliata è inutile far le prove e le riprove e quindi fra lui ed Heltsin portarono in quel grande paese i granai ed i supermercati ad esser vuoti.
Heltisin nominò "luilì" credendo/sperando, ma una volta consolidato il suo potere mafioso si è circondato di boiardi di stato che fra tutti si sono appropriati delle immense ricchezze del sottosuolo.
Che facesse ricchi sfondati i suoi cortigiani era scontato visto poi le sue mire ed in più ha accileccolito tutto il suo popolo minore dicendogli: non vi arricchisco tutti ma vi faccio diventare potenti nel mondo ed il metodo usato non è stato dei più consoni come han fatto la Svizzera, la Corea del Sud, il Nord Europa e la stessa America con ricchezza diffusa, ma armi spaventose come le minacce di usarle che han fatto dopo i primi tre giorni che non riuscivano a piegare Volodymyr Zelens'kyj Presidente dell'Ucraina e l'eroico popolo ucraino che aveva già provato l'Holodomor (carestia) ai tempi di Stalin con deportazioni e 4 milioni di morti per fame.
La divisione del mondo fatta a Jalta dissero "luilì" ed il capo cinese non ci sta più bene ed il cinese aggiunse: fra noi e l'India siamo 3 miliardi e voi russi 140 milioni, la metà dei congolesi e quindi se non fate l'Eurasia - da Vladivostok a Lisbona non contate un cavolo.
Buon per noi se i paesi NATO compreso il G7 a guida Meloni riusciranno ad aiutare davvero e fermare "luilì" ed i loro fornitori di missili e bombe da sganciare sulla povera martoriata Ucraina che dopo due anni quella guerra di aggressione, ora fa vomitare anche i gatti come quando han mangiato bodde e sottellere.

nb: tu e chi dice: maanche i governi Letta, Renzi, Conte oltre Berlusconi hanno accolto "luilì" e sono andati al Cremlino; ma dimmi chi eri e non mi dire chi sono e...
...vale lo stesso discorso per D'Alema Massimo che seguivo a Pisa, Firenze, Cascina ed anche a Roma.
Se ora venisse a Vecchiano ed io ho da andare a Pontasserchio, passo da Torre del Lago-Massarosa-rampa del Legnaio-Pontasserchio e viceversa pur di non vederlo mai più.
...come si cambia🤔

26/2/2024 - 15:04

AUTORE:
bagnaiolo, attivista PD

Come si può dire che non lo abbiamo visto arrivare. E' dal 2000 che Putin è al potere. Sarebbe più giusto dire che non lo abbiamo voluto veder arrivare. I partiti, Lega e FI su tutti ma anche Pd e 5Stelle, hanno fatto la loro parte. Compresi i vari governi italiani che dal 2000 in poi si sono succeduti. Troppo comodo oggi autoassolverci. Come ebbe a dire un Uomo di nome Gesù " chi è senza peccato scagli la prima pietra ".
La " colpa " si salvò...