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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Le emozioni letterarie di Lily.

4/3/2024 - 19:00



"Mio padre ha voluto uccidere mia madre una domenica di giugno, nel primo pomeriggio...Nella cantina mal illuminata mio padre teneva mia madre stringendola per una spalla, forse per il collo. Nell'altra brandiva la roncola di legno ...poi siamo tutti e tre in cucina. Piango senza riuscire a smettere. Mio padre ripete: tu che piangi a fare, a te mica ho fatto niente...Mia madre dice: è passato. Non se ne é parlato più."
"La vergogna", Annie Ernaux
Prendo a prestito una scena narrata nel libro di Annie Ernaux e la decontestualizzo usandola, perchè potente ed efficace, per parlare di violenza di genere. La madre di Annie aveva un carattere forte e impositivo, il padre ne era naturalmente frustrato. Ad un certo punto ha avuto un raptus, che in realtà non esiste. Il gesto di volerla uccidere era dentro di lui da tempo, covato e nutrito di rancore e rabbia. Con questo si spiega ma non è giustificato il gesto di tentare o uccidere. Le persone adulte dovrebbero saper gestire le proprie frustrazioni.

È un passaggio evolutivo importante nello sviluppo cognitivo ed emotivo infantile...E allora perchè molti uomini non sanno farlo e usano la violenza nei confronti delle donne? Semplicemente perchè un certo tipo di stereotipo sociale li fa sentire e quindi apparire, le due cose sono purtroppo collegate, sminuiti nella loro virilità e personalità quando non riescono a controllare le loro donne. Il controllo può essere fisico emotivo culturale. È un retaggio atavico, il bisogno   di predominio e sottomissione. Lo stupro che ne può conseguire non è solo violenza sul corpo di una donna ma anche sulla sua autostima, indipendenza, scelta. Cerca di uccidere e cancellare il tuo esistere quando non dipende più da lui.

Basterebbe che fossero capaci di farsi aiutare.

Basterebbe che la società delle donne e degli uomini fosse capace di metterlo in piedi e di farlo camminare questo sistema di aiuto. Lo facesse correre...imparando ad usare le parole giuste al posto dei pugni. Il femminile deve d' altra parte imparare a volersi bene, lasciandosi alle spalle l'idea che il sacrificio le appartenga. Riappropriarsi della propria indipendenza, economica ed emotiva. Tenere sempre uno spazio intimo privato. Inaccessibile se non a te stessa. Da cui ripartire in ogni caso. Non mi ucciderai per sempre...forse non sarà domani ma ti assicuro che non lo farai per sempre.

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