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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Andrea Paganelli
UN INVITO: PROVATE A CAMBIARE PUNTO DI VISTA, PER CAPIRE COME CI SI SENTE…

6/3/2024 - 18:23

UN INVITO: PROVATE A CAMBIARE PUNTO DI VISTA, PER CAPIRE COME CI SI SENTE…
(Un tempo qualcuno diceva: “le BR sono compagni che sbagliano metodo”…)


Avevo deciso, per vari motivi, di diradare la mia frequentazione dei social, ultimamente mi infastidisce l’ignoranza sempre crescente, sia negli argomenti che nei modi. Attribuivo a questo la maggior parte delle colpe, mi apprestavo quindi a sospendere almeno per un po’ le mie periodiche riflessioni (che ai “tifosi” non interessano), quando mi sono imbattuto in un “commento” (ora cancellato) di quella che è ritenuta una persona “colta”, e che mi ha fatto comprendere come malafede, cattiveria e vigliaccheria forse albergano più in queste ultime persone, che non nella gran massa dei cittadini.


Ma veniamo al confronto, che ho chiesto di fare, tra punti di vista diversi, quindi chiedo: pensate che ci sia differenza, tra il punto di vista di un assassino e quello delle sue potenziali vittime, tra chi spara (o chi sta comunque dietro le spalle di chi spara, il che è anche peggio) e chi, al contrario, si trova dalla parte opposta, quella dei bersagli? Provate a immedesimarvi nei diversi punti di vista, ma soprattutto cercate di farlo con “onestà” intellettuale.


Passo alla questione. Abbiamo appreso in questi giorni della morte della Brigatista Barbara Balzarani, che alcuni giornali, secondo me, sbagliano a definire “Ex”, per il semplice fatto che non si è mai pentita.
La Balzarani, fu un membro di rilievo delle Brigate Rosse, che partecipò al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro, e confessò, anzi “rivendicò”, già in carcere, altri reati, tra cui anche l’omicidio dell’ex Sindaco di Firenze Lando Conti.
E’ stata condannata a sei ergastoli, ed è stata rimessa in libertà dal 2011. Ha scritto alcuni libri (6) non ha mai rinnegato il terrorismo, e ha ribadito di non essere affatto "pentita".


Fin qui non ho niente da dire, anzi, io credo convintamente che il sistema carcerario italiano sia migliore di quelli di molti altri paesi, perché non solamente “punitivo” bensì rieducativo del condannato, qualcosa non mi torna rispetto alla pena di sei ergastoli in relazione alla sua liberazione e al fatto di non essere pentita, ma devo precisare che non provo alcun odio, o altro sentimento negativo, nei confronti di questa persona, e alla notizia della sua morte le ho espresso l’augurio di trovare, là dove andrà, una pace che non ha evidentemente trovato in vita.
Anche la Prof. Di Cesare ha avuto un pensiero per la Balzarani, non propriamente come il mio ma è di questo che voglio parlare.


Veniamo così ai punti di vista DIVERSI, la Balzarani aveva 75 anni, sette più di me e della Sig.ra Di Cesare, che invece ha proprio la mia stessa età, siamo quindi coetanei, ed abbiamo vissuto gli anni cosiddetti "di piombo".
In quegli anni presumo facessimo una vita normale, quella di studenti, che si alzano al mattino fanno colazione ed escono di casa per andare a studiare.


Poi subentrano le scelte individuali, e ciascuno fa le sue, arrivava per alcuni anche, l’impegno politico o altri tipi di scelte, la Balzarani invece aveva già fatto la scelta della clandestinità, delle armi e del terrorismo. Io, un po’ più giovane avevo fatto la scelta dell’impegno politico nella Democrazia Cristiana, aderendo alla sinistra e seguendo gli insegnamenti di Maestri come Aldo Moro, Zaccagnini, Vittorio Bachelet ed altri, persino Corrado Belci, il direttore del "Popolo" che seguivo assiduamente nei suoi articoli... Eh sì, pensate un po', ad alcuni piaceva Che Guevara e a me piaceva Belci (quello che chiuse, da istriano, gli accordi di Osimo con la Juvoslavia, per le zone di Trieste).


Non era una scelta facile, il clima era rovente, li chiamavano gli “anni di piombo”, ed era difficile presentarsi e proporsi nelle scuole e nelle Università come giovani “democristiani”, i terroristi tra l'altro (si usava dire) avevano “abbassato il tiro” nel senso che avevano iniziato a sparare alle gambe (“gambizzare”)a semplici militanti e dirigenti di partito, in modo diffuso, non passava giorno che non ci fosse notizia, se non di qualche attentato, almeno di qualche incidente, aggressione, rissa od altro. In certi ambienti c’era proprio la “caccia al democristiano”.
Era sorta una grossa polemica su un atteggiamento, un modo di porsi, che soprattutto Enrico Berlinguer contribuì a rompere definitivamente, dopo l’uccisione di Guido Rossa, il sindacalista freddato da alcuni suoi compagni di fabbrica, che diffondevano materiali delle BR, e che lui stesso aveva denunciato.
Alcuni dicevano infatti dei terroristi, che erano comunque dei “COMPAGNI CHE SBAGLIAVANO METODO”, ripeto, “comunque dei compagni”. Mentre quelli come me in sostanza erano un po’ come coloro che si trovavano dalla parte dei bersagli da a colpire, i cosiddetti “Servi dello Stato” (termine coniato dalle BR ma che gli si ritorse contro, perché da un certo punto in poi, essere “servo dello stato” divenne un titolo di merito).


Proprio qui entra in gioco IL DIVERSO PUNTO DI VISTA, rivedo le giornate, uno si alza al mattino, fa colazione, ascolti il notiziario, poi ti chiedi "che accadrà oggi?", ed esci per strada, andando a frequentare dei luoghi comuni, da un bar, alla stazione, dalla scuola ad altri, portandoti dietro il tuo impegno, ma anche il pensiero che esporsi troppo, e diventare troppo “visibile” poteva (allora) comportare qualche rischio in più per la propria incolumità.
A viso scoperto ci sarebbero stati meno problemi, ma quello era anche il tempo degli agguati, di imboscate, e chissà… insomma tra i tanti pensieri di allora, chi stava dalla parte dei "bersagli" non può non aver pensato, almeno per un attimo, anche a questo, pur continuando a fare la propria attività.


Mi ha dato da pensare il vedere oggi la foto pubblicata da un caro amico (Stefano Ceccanti) in questi giorni, quella di un corridoio della facoltà di Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, nel quale ci sono stati tre uffici di eminenti professori, uno era Aldo Moro, e gli altri Massimo D’Antona e Vittorio Bachelet, tutti assassinati dalle BR (di Moro anche la scorta), e Bachelet proprio in quella facoltà, vedendosi scaricare addosso un intero caricatore di una pistola Winchester 32, mentre lì accanto c’era la cara amica Rosi Bindi, che era sua assistente.
Mi sono chiesto più volte cosa potesse aver provato in quel momento, non glie l’ho mai chiesto, l’ho solo immaginato.


Ecco il punto di vista diverso… provate ad immaginarvi lo stato d’animo di chi aveva scelto l’impegno politico (come ho sempre detto io) dalla parte dei “bersagli”.


Non so cosa facesse allora la Signora Donatella di Cesare, né cosa pensasse di quelle cose, ritenevo che comunque questa storia dei “compagni che sbagliano” fosse stata chiarita e superata culturalmente, anche a sinistra.


Leggo che invece la Prof. che peraltro insegna nella stessa facoltà delle tre vittime sopra nominate, alla morte della Brigatista (non pentita) Balzarani ha voluto commentare così:
“La tua rivoluzione è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee”.


Un pensiero per me “insano”, in tutto il significato della parola, ovvero di idee “dominate da forze irragionevoli e crudeli” o di “persona, che ha la mente sconvolta, che agisce in modo irragionevole”, e che però, aggiungo, insegna nell’università pubblica a molti giovani ragazzi, pagata da quello Stato che le BR volevano distruggere.


Questo è il pensiero che è venuto a me, che ho provato tante volte a immedesimarmi nelle menti di coloro che allora sparavano, pestavano, tendevano agguati e usavano comunque la violenza.


Confesso che, anche a distanza di tempo, ho capito solo che si trattava di follia. Spero però, come ho detto, che qualcuno, diverso da me, provi onestamente ad immedesimarsi nella testa di chi, invece, in quegli anni era dalla parte dei “bersagli”.


Come può reagire, perché siamo uomini e non animali, uno che ha vissuto quei momenti?
Perché, e lo chiedo in tutta sincerità, che differenza c’è tra il dire allora “sono compagni che sbagliano metodo”, e dire oggi, in memoria di uno di questi personaggi “La tua rivoluzione è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee”?


Provateci…. Io sono sempre qua, con le mie convinzioni antifasciste, la mia "allergia" alla destra, e la mia immutata “attenzione" verso la sinistra, ma che gente c’è tra noi?





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6/3/2024 - 19:56

AUTORE:
Marina Lenzi

... una docente della più prestigiosa università italiana rende omaggio alla brigatista Barbara Balzerani che non si è mai pentita, che non ha mai collaborato, che ha seminato morte, lutto e dolore fra l'altro proprio in quell'ateneo con l'uccisione di Vittorio Bachelet, Ezio Tarantelli, Massimo D'Antona e nel quale anche Moro insegnava, perché ci meravigliamo dei cortei dei giovani inneggianti alla Palestina di Hamas? È lo stesso terrorismo che ha infiammato la vita buttata della brigatista Balzerani, quel terrorismo che infiammo' molti figli di papà ma anche di operai, a cui strizzò l'occhio- dispiace molto dirlo- anche intellettuali e scrittori apprezzabili ma che io personalmente non perdono. Andò così e andò male anche per noi che eravamo ugualmente ancora giovani ma la cui giovinezza fu schiacciata e resa cupa da quel clima di morte, noi con i nostri figli bimbetti da crescere, il nostro lavoro da svolgere, il nostro impegno da giovani adulti consapevoli da portare avanti. Ora muore una donna, infinitamente stupida, cattiva e mai pentita per quel dolore inferto e una docente universitaria proprio di quell'ateneo teatro di morte, fa un post inneggiante " la tua rivoluzione è stata anche la mia" e le "idee non si cancellano ". Fuori allora questa gente dall'università!
Avete massacrato le nostre vite negli anni di piombo, non vi azzardate adesso a toccare quelle dei nostri nipoti!