none_o

La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

. . . il sig Marino vuole metter becco dove da anonimo .....
Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
Cara manuela
io non so con esattezza i pro e i contro .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
di Mario Lavia
none_a
di Biancamaria Coli seg. PD Circolo di Nodica
none_a
di Umberto Mosso
none_a
IMMAGINA San Giuliano Terme
none_a
Crollo mura di Volterra; mozione di Pieroni (Pd)
none_a
A cura di Erminio Fonzo
none_a
da Museo del Bosco
none_a
Di Gavia
none_a
di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
none_a
Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
none_a
Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
none_a
Valdottavo, 17 maggio
none_a
Pisa: quartiere delle Piagge
none_a
Pisa, 16 maggio
none_a
Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Ti porto con me: da Jena a Firenze con Annamaria

21/3/2024 - 7:52

 

La città di Jena si trova in una regione della Germania, la Turingia e deve la sua fama alla sua antica università, fondata nel 1558 e intitolata al poeta tedesco Schiller; è stata luogo d' incontro dei teorici del primo Romanticismo e la sua importanza attira ancora oggi un gran numero di studenti da tutta Europa. Recandosi in un delizioso cortile al fianco dell’entrata principale si possono conoscere i fondatori e la storia di questa università in un piccolo museo sempre aperto.


Inoltre, a Jena, Carl Zeiss, nel 1846, fondò il suo primo laboratorio di ottica che ebbe fin da subito molto successo grazie all’ impronta scientifica che egli seppe dargli. Ancora oggi la Zeiss produce lenti fra le migliori al mondo e questa città ha infatti molti negozi di ottica. Un edificio particolare di Jena, nato inizialmente per ospitare la Zeiss ma poi usato per altri scopi è la sua Tower, alta 149 metri, che campeggia sul centro storico della città dandole un aspetto originale e moderno: fu costruita durante il regime comunista per imporsi sugli alti campanili delle chiese e dare un’ impressione di potenza.
La piazza del centro storico di Jena ha un aspetto piuttosto accogliente con i colori pastello dei palazzi che la circondano e che si affacciano sul colorato mercatino delle verdure.


Vi suggerisco di andare a visitare, nelle vicinanze di Jena, la casa di Goethe, anche lui spesso presente all’ università di questa città come supervisore e che si trova a Weimar, sua città natale. Da questa suggestiva casa con poetico giardino, il famoso poeta e scrittore partì per il suo “Viaggio in Italia” in cerca di nuova ispirazione di cui si trova testimonianza all’ interno della stessa.


Ecco, arriva il momento di partire per il viaggio di ritorno verso Firenze, perciò, prima che sorga il sole, corro alla stazione di Jena: il primo treno si fermerà a Erfurt, il capoluogo della Turingia, da dove potrò salire sul treno verso Monaco di Baviera.
Erfurt è una bella città con la sua magnifica cattedrale e il suo affascinante "kramer brucke", una via su un ponte del 1110 che sostiene una serie di case in graticcio che, perlopiù, ospitano, nei loro piccoli interni, gli affascinanti laboratori di artisti e artigiani che trattano, tra l’altro, pietre dure e stoffe.
Dalla seconda tappa passo nella Regione della Baviera e posso gustare il bellissimo panorama di Bamberg, una città dal magnifico centro storico medievale che, leggo, è riconosciuto dall'UNESCO e che mostra le torri aguzze e i bei tornanti del fiume anche dal finestrino del treno.


Andando avanti mi si presenta la città di Erlangen che, in arrivo alla stazione mi accoglie già con le sue importanti sedi della Siemens.
Eccoci dunque in arrivo a Nürnberg, Norimberga, dove già allo sguardo dal finestrino ci si sente avvolgere dalla storia recente e, mentre il ricordo del celebre processo ai capi nazisti del secondo dopoguerra fa capolino con tutta la sua gravità, io finisco col documentarmi sugli splendidi quadri del celebre pittore Albrecht Dürer, nato qui e nei cui quadri sono spesso accuratamente rappresentati fiori stupendi che, devo dire, in Germania ornano spesso, anche dal vero, aiole di un’ armonica bellezza, grazie al suo favorevole clima continentale.
Arrivando a Monaco si percepisce un cambiamento, una perdita di quel sapore di Ostalgie ( osten = est, nostalgie = nostalgia ) che ancora pervade le città della Germania Est. L’ ostalgie è determinata da quel particolare attaccamento verso la vita e gli oggetti al tempo del regime autarchico che vigeva nelle città della DDR e che, dopo la caduta del Muro di Berlino e la conseguente riunificazione delle due Germanie si è tramutata anche in un fenomeno turistico ma con risvolti interessanti a livello sociale.
Monaco ha tutta l’aria della città mitteleuropea, una città di incontro tra il nord e il sud dove sono diretta e infatti corro a cambiare treno, quello che mi porterà a Bolzano: mi sistemo nella mia carrozza col fiatone e, calcolando che sono passate circa quattro ore dalla mia partenza, mi accingo a lasciare la Germania.
L’ultima tappa bavarese è Rosenheim, una deliziosa città turistica a causa del fatto che è uno snodo ferroviario importante visto che si trova vicina al terzo lago della Germania chiamato anche il Mare Bavarese, il Chiemsee.
A questo punto attraverso il confine con l’Austria e raggiungo Innsbruck: qui comincio a sentire una parola che richiama le Alpi e l’Italia; siamo in Nord Tirolo e da questa città che sorge sul fiume Inn già dal tempo dei romani, intravedo meravigliose montagne innevate. Moltissime persone, infatti, scendono dal treno con i loro zaini attrezzati per raggiungere le stazioni sciistiche che contornano Innsbruck.
Ecco avvicinarsi il confine con l’Italia che ha un nome dal sapore importante e come un portone si apre in visioni aperte su dolci villaggi e passaggi chiusi da rocce enormi e che i torrenti che scorrono a lato del treno, senza il loro suono assordante proprio a causa di esso, danno come un improvviso saluto: Brennero.


Ecco che non sai quando finisce un paese e ne comincia un altro e in quel passaggio ti chiedi se sei cambiato in qualche modo anche tu, senza accorgertene. Qualcosa sembra cambiare nel paesaggio architettonico, le costruzioni mi appaiono più massicce, il paesaggio più elaborato e la valle dell’Isarco nel Sud Tirolo che è uno spettacolo in estate come in inverno, mi avvolge col suo verde e il suo bianco intensi e splendenti. Arrivo a Bolzano e mi rendo conto che sono trascorse altre quattro ore di viaggio; devo aspettare per più di un’ora la prima Freccia per Firenze. Con le gambe un po' impacciate che poi pian piano si sciolgono , mi avventuro per una passeggiata fino ad arrivare al Duomo che scopro essere vicino alla stazione. E’ particolare la sua facciata che sembra fatta con mattoni colorati ( marmo rosso e giallo con mille sfumature ) mentre il tetto mostra come un mosaico di piastrelle verdi e oro, molto ornamentali, che spicca contro il cielo azzurro; più tardi leggerò che il Duomo di Maria Assunta di Bolzano - Bressanone, che risale al XI secolo e al cui interno conserva le fondamenta della prima basilica romana, è in stile gotico ed è stato ricostruito dopo la parziale distruzione subita durante la seconda guerra mondiale.
Tornata in stazione, dopo un po' di attesa, salgo sul treno per Firenze e dopo essermi sistemata sul vagone, mi chiedo cosa ho voglia di fare nelle tre ore di viaggio che ancora mi attendono perché ho già letto mangiato cucito e anche sonnecchiato; mi metto a sognare ad occhi aperti e all’ improvviso mi viene in mente che vorrei narrare di questo viaggio e allora non mi rimane che informarmi anche su quella che sarà la prossima tappa e così mi ricordo che Verona è stata una delle prime tappe di Goethe in Italia e trovo su internet qualcosa di interessantissimo…uno scrittore inglese, Tim Parks, che in un piccolo resoconto di un suo libro, narra, 200 anni dopo, la scoperta del carattere italiano da parte di Goethe appena arrivato a Verona il 16 settembre 1786 e, mentre il celebre Wolfgang era sceso dal Brennero con la carrozza, Tim scende col treno, proprio come me! La coincidenza mi fa felice: finisco il mio viaggio ascoltando questo audiolibro che oltre Verona riguarda altre parti d’ Italia e non posso che sentirmi orgogliosa di toccare Bologna per poi approdare a Firenze, città che, per la loro bellezza, lasciano da sempre, tutti, senza parole.
 
Annamaria Marconi

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

24/3/2024 - 14:05

AUTORE:
AUTRICE Jasmine

Non amo viaggiare, ma spesso mi scappa detto che vorrei andare sull'isola che non c'è...che poi invece c'è, esiste davvero.
In un imperdibile documentario sulle isole più estreme del nord Europa, dove non c'è nulla o quasi al di fuori di una natura incontaminata, dove vento mare e spettacoli di luce sorprendenti riconciliano anima e spirito...
un'infermiera inglese ha raccontato che a 24 anni fece domanda alle autorità locali per prestare un breve servizio in cambio di ospitalità...sostituì un'occasionale collega...e da allora sono passati 54 anni...
Nell'ascoltare il suo racconto con quel candore appagato da quell'inafferrabile bellezza e dall'entusiasmo contagioso che emana...credo che bisognerebbe provare a vivere con questa semplice modalità, dove spazio e tempo permettono ancora di essere padroni di se stessi senza sentirsi infelici, oppressi e coercizzati dai bisogni imposti da una società dominata dalla pubblicità