Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Per gli Stati Uniti d’Europa-Verso la lista Bonino-Renzi, la possibile sponda liberale per un Pd senza Conte
PiùEuropa e Italia Viva insieme alle Europee conviene anche alla Schlein, perché - anche se non lo sa ancora - prima o poi avrà bisogno di una gamba riformista per fare a meno dei populisti
Al Partito democratico conviene che si formi qualcosa di liberale, centrista e riformista, per così dire, alla sua destra. Visto infatti che ormai appare impossibile per l’attuale gruppo dirigente compiere l’impresa di realizzare un Partito democratico extralarge, inclusivo di culture diverse, insomma qualcosa di simile al Partito democratico come era stato immaginato alla sua fondazione, pare che non resti che puntare ad allearsi con diverse altre forze. Schema dalemiano classico. Più sono questi alleati e meglio è. Non solo e non tanto per un banale calcolo numerico, ma perché nella pluralità emergerebbe meglio la forza più equilibrata che è o dovrebbe essere appunto il partito di Elly Schlein.
Per questo la formazione della nuova lista Per gli Stati Uniti d’Europa (così si chiamerà) messa su da PiùEuropa, o per meglio dire dalla sua maggioranza, e Italia Viva, più il partito socialista, Volt e i liberaldemocratici, per il Partito democratico è una cosa buona: perché lo “libera” dalla scelta obbligata dell’intesa populista con Giuseppe Conte, e perché potrebbe o dovrebbe allargare il “campo” immettendovi contenuti liberali, riformisti, garantisti e europeisti.
D’altra parte persino un leader della sinistra interna del Partito democratico come Pier Luigi Bersani ha sempre detto che occorre una “gamba liberale” al centrosinistra: si tratta infatti di sottrarre a Giuseppe Conte il potere di ricatto di cui attualmente dispone: «Se vuoi i miei voti devi fare quello che dico io», è il messaggio che ogni volta recapita alla troppo paziente Schlein, che, va detto a sua difesa, non disponendo di altri “forni” è dunque in qualche modo costretta a seguire i diktat dell’ex avvocato del popolo.
Come al solito poi bisognerà vedere i consensi reali in campo. Chi può dire che il Movimento 5 stelle in questo momento non stia sul quindici per cento, ammesso che ci arrivi? E chi può dire che un’area liberal-riformista che si fosse assestata a partire dalla nuova lista radicali-Italia Viva più Azione non possa tendere al dieci per cento?
Ecco dunque che si potrebbe intravedere – al condizionale, s’intende, che la strada è lunga e scoscesa– un rimescolamento di carte nel campo del centrosinistra interessante e foriero di nuove strategie per competere con la destra.
In questi giorni, come detto, il progetto della lista Stati Uniti d’Europa sta andando avanti ed è vicino a una conclusione positiva. Politicamente, l’intesa tra Bonino-Magi-Della Vedova e Italia Viva c’è. La minoranza di Federico Pizzarotti guarda invece ad Azione. Si conteranno presto in Direzione. Ma intanto la lista Stati Uniti d’Europa prende corpo.
Il nome è quello, Riccardo Magi vorrebbe aggiungere “con Emma Bonino” ma sarebbe uno sbilanciamento rispetto a Italia Viva. Sotto il nome ci saranno i simboli delle cinque forze prima citate. Emma Bonino dovrebbe essere capolista nel Nord Ovest, Italia Viva al centro (non è ancora chiara la scelta di Matteo Renzi, che potrebbe non correre se questo verrà stabilito dall’accordo), il segretario del Psi Enzo Maraio al Sud, mentre per i libdem correrà Graham Watson, capigruppo Alde, nel Nord est. Ma sulle liste di entrerà nel merito la settimana prossima. C’è chi non esclude un “appellone” a Calenda perché Azione rientri nella partita. Addirittura, sembra che in questo senso vada l’incoraggiamento della cerchia di Emmanuel Macron e del suo ministro degli Esteri Stéphane Séjourné. Ma Carlo Calenda potrebbe davvero mettere da parte tutto il carico di ostilità politica scagliato in questi mesi contro il leader di Italia Viva? Pare impossibile.
Per ora anche Azione si organizza: «Da repubblicano mazziniano – ha detto Calenda – sono particolarmente orgoglioso e felice di annunciare che Azione ha firmato un accordo federativo con il Partito repubblicano per le elezioni Europee e per quelle amministrative. Dopo l’adesione di Per Italia, l’Associazione Socialista Liberale, Nos e dei Repubblicani apriremo un tavolo con le altre forze che si riconoscono nelle culture che hanno costruito l’Europa».
Certo Bonino-Renzi sembrano ora messi meglio di Calenda, vedremo se i “mazziniani” s’incontreranno con i radicali e i centristi, in teoria potrebbe convenire a tutti: lo spauracchio del quattro per cento fa paura. Intanto Schlein ha provato a trovare un posto buono per “Emma”, impresa non facile in una competizione dove servono decine e decine di migliaia di preferenze tra grandi professionisti della raccolta dei voti. Meglio lasciar perdere, no?