È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte.
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”.
Nella mitologia greca Anemone era una bellissima ninfa della corte di Flora (dea della vegetazione e dei fiori) che aveva fatto innamorare due venti: Zefiro, il leggiadro vento primaverile, e Borea, il freddo vento di tramontana. I due venti iniziarono a lottare tra di loro per contendersi il cuore della loro amata facendo scatenare bufere e tempeste.
Flora decise di scagliare un incantesimo su Anemone trasformandola in un fiore bellissimo e legandola suoi spasimanti per sempre. Infatti la corte di Zefiro, vento di primavera, l’avrebbe fatta schiudere e le carezza di Borea, vento freddo, le avrebbe fatto disperdere precocemente i petali.
Per questo motivo mitologico l’anemone è un fiore di brevissima durata.
Un mito, a me più caro e credibile, sempre rimanendo nel mondo mitologico, è la parola “anemone”, parola che deriva dal greco “anemos”, che significa vento. Secondo il mito, il fiore dell’anemone nacque dalle lacrime di Afrodite, dea dell’amore, dopo la morte del suo amante Adone. Si diceva che il fiore fosse un simbolo di amore eterno e bellezza perchè, anche se sbattuto dai forti venti, rimaneva indenne.
A voi la scelta.
Sulle colline vecchianesi nascono gli anemoni, abbastanza frequenti, ma non tanto questi nelle colline pisano-livornesi che contentano gli uni e gli altri piegandosi verso terra con il vento di mare e verso il mare con quello di terra, senza scomporsi o vergognarsi o cambiar colore.