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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Circolo ARCI Migliarino-6 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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La tela che fu!

25/3/2024 - 22:00



Il colpo di cannone faceva partire tutte le barche ormeggiate e stazionanti davanti alla rotonda di Torre del Lago e lungo le sponde delle Quindici, delle Venti e della bonifica di Vecchiano.
Alle dieci della domenica cominciava la corsa verso il branco delle folaghe che pascolavano il marobbio che cresceva invadente nel lago di Massaciuccoli.
Gli uccelli erano migliaia e migliaia e tutti i barchini portavano un cacciatore fisso e il vogatore che pativa e remava.
Pativa per lo sforzo di arrivare tra i primi e dalla passione e la frenesia della caccia e del contatto del legno anzichè del ferro.
Arrivati a tiro era un quarantotto.
Milioni di milioni di pallini ricadevano nelle acque in una pioggia di goccioline di piombo.
Le folaghe si alzavano in volo, ma non si allontanavano da quel luogo ricco di cibo che avevano raggiunto dopo settimane di volo, e venivano massacrate a balle.
Le barche si riempivano di penne nere e il rombo degli spari si sentiva fino a Metato.
Mio padre andò alla tela, una domenica, con il barroccio e la barca caricata sopra.
Il viaggio di una decina di chilometri fu più lungo del previsto e l'arrivo a tela iniziata non fu producente; la mancanza poi di cattiveria non favorì il carniere e la tagana rimase vuota.
Chi sparava e non coglieva non si faceva scrupoli, raccoglieva la prima folaga che capitava, tanto l'impallinata non era un marchio e la rivalsa sulla preda era la voce più alta e le spalle più grosse.
A mezzogiorno era tutto finito, le barche ritornavano al pontile, i cacciatori infilavano le folaghe in un filo di ferro fatto passare nelle narici di quei becchi bianchi e le pigge degli uccelli neri erano attaccate alle biciclette o sui cofani delle macchine.
Chi non aveva la barca, i soldi per pagare il biglietto della tela (il lago era sotto un consorzio che si faceva pagare per la caccia e la pesca) o, addirittura, chi non aveva neppure il fucile, stava sugli argini perimetrali, al risucchio di qualche animale ferito che andava poi a morire nei campi.
La smania della caccia e la posizione delle prime barche che arrivavano sul "mastione" delle folaghe, da destra e da sinistra provocavano spesso feriti, anche gravi, che venivano subito soccorsi dalle uniche barche a motore ammesse nel lago, quelle delle guardie del consorzio e dei carabinieri.
A proposito, mio padre quella domenica tornò tardi e rispose alle nostre domande di cosa avesse preso:
"Ho tirato una folaga e…”
"O babbo, o come parli. Hai tirato "a" una folaga!"
"No, no, ho tirato "una" folaga per la testa e un pisano prima e un fiorentino poi, hanno tirato dalla parte delle zampe e a me m'è rimasto du' teste in mano, ma almeno ho rispiarmato le 'artucce!"
 
 Questo succedeva nel 1952.
 Oggi  (leggi ieri sera alle 18 e 20) la folaga ti avrebbe fatto una bella pernacchia acquatica a bollicine!
 

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26/3/2024 - 13:21

AUTORE:
Adelina

Che carneficina! Che disgustosa abitudine di caccia!
E poi ci chiediamo perche' li l'acqua del lago è inquinata, perche' alcune specie vegetali e animali sono scomparsi dal circondario, perche' la fauna selvatica è così drammaticamente diminuita...altro che legge del più forte, quello era pieno far west...un massacro senza controllo oltretutto pericoloso per chiunque:armato o non armato!
Mentre leggevo pensavo alle tonnare, dove si consumava un tragico scempio ai danni dei tonni...
ma come può la natura salvaguardarsi dall'estinzione se non ci poniamo dei lemiti nel consumo e dei confini etici che ci conducano a una maggiore consapevolezza?