Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Non moriremo bipopulisti-La lista liberale per l’Europa e la nuova piccola speranza per l’Italia
Matteo Renzi, Riccardo Magi e Emma Bonino hanno trovato un accordo per riunire anche liberaldemocratici, socialisti e Volt, aumentando la possibilità del gruppo Renew di superare la soglia del quattro per cento al voto del 9 giugno
Probabilmente il più contento di tutti sarà Riccardo Magi, il segretario di Più Europa che è riuscito a portare tutto il suo partito all’accordo con Matteo Renzi. Non era scontato. Federico Pizzarotti che con i suoi aveva da settimane virato verso Azione è dato dentro l’accordo anche se continua a dire che Carlo Calenda è indispensabile e i suoi dicono che una decisione non è stata presa. Strano perché è certo che l’ex sindaco di Parma ha incontrato Magi che in tv ha parlato a nome di tutta Più Europa.
Calenda dopo l’accordo Magi-Renzi si troverebbe improvvisamente a dover rinunciare ai pizzarottiani, un pezzetto di Più Europa: più un problema d’immagine che di voti reali, si dirà, ma per farla breve ora il quattro per cento pare più vicino per Matteo che per Carlo. È possibile che Azione rientri nella nuova lista Stati Uniti d’Europa? «Come no? Di corsa…», è stata la prima reazione dei calendiani sulla possibilità di un clamoroso ripensamento. Si vedrà se tenteranno il tutto per tutto o rivedranno il niet a Renzi.
Di certo oggi il leader di Azione non sarà presente all’annuncio ufficiale della nascita della lista di scopo Sue di cui fanno parte Più Europa, Italia viva, liberaldemocratici, socialisti e Volt. Questo habemus listam è dunque la prima novità ai nastri di partenza delle Europee, un parto durato molte settimane e pervicacemente cercato dall’ala di Più Europa che fa riferimento a Benedetto Della Vedova e Marco Taradash e per il quale è stata decisiva la trattativa di Magi e l’impegno di Emma Bonino che come Linkiesta aveva scritto sarà candidata nel nord-ovest.
Per giorni era circolata la voce di una possibile candidatura della leader radicale con il Pd ma il partito di Elly Schlein ha già troppi candidati in pista per poter garantire l’elezione di Emma (ieri si è svolta una riunione di segreteria abbastanza nervosa in cui è stato chiesto a Elly di candidarsi).
Da parte sua Renzi, che potrebbe anche non scendere in campo personalmente, coglie un obiettivo vitale, quello di affrontare la sfida del quattro per cento con molti meno patemi d’animo e infatti in casa di Iv si parla del cinque o addirittura di più.
Con il 4,5 per cento la lista SUE dovrebbe portare a Bruxelles quattro parlamentari.
Chi? Certamente Bonino. Se non ci sarà Renzi i nomi di Iv che si fanno sono quelli di Nicola Danti e Teresa Bellanova. Pizzarotti potrebbe correre al nord-est. Per il Partito socialista italiano si candiderà il segretario Enzo Maraio. Per i liberaldemocratici, senza speranza di farcela, ci sarà Graham Watson nel nord-est segretario dell’Alde.
L’intesa è salutata dal Partito democratico europeo: «Abbiamo sempre considerato questa come la migliore risposta federalista, unitaria e liberale al bisogno di più Europa e come il miglior antidoto all’attacco di sovranisti e nazionalisti alla nostra Unione», ha dichiarato l’eurodeputato Sandro Gozi, segretario generale del Pde.
Queste le notizie. Sul piano dell’analisi, bisognerà vedere se Sue sarà solo un autobus per l’Europa, che comunque non è cosa da poco, o un seme da piantare più organicamente in una posizione centrale del quadro politico. Da questo punto di vista è importante rilevare che questo soggetto centrista, dinanzi alle contraddizioni dei due poli sulla politica estera e segnatamente sull’Ucraina, potrebbe rappresentare un saldo punto di riferimento atlantista e anti-russo; e in prospettiva aiutare un processo di evoluzione del campo democratico in senso antipopulista.
In teoria, Giuseppe Conte potrebbe non essere indispensabile o comunque centrale come oggi.