Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
GLI OSTAGGI
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Dal 7 di Ottobre ad oggi non c'è stata nessuna Risoluzione ONU che abbia condannato in maniera chiara l'eccidio e loro stupro di centinaia di donne e bambini israeliani.
Né alcun tentativo è stato fatto per evitare la guerra, ad esempio imponendo al governo di Hamas la consegna dei responsabili ad un Tribunale Internazionale.
Al contrario, dal Segretario Generale Gutierrez è arrivata una copertura politica, "è una azione che non nasce dal nulla", parole che avrebbero avuto un senso se ad essere attaccate fossero state formazioni militari, ma ingiustificabili nel caso di una strage di civili.
Peraltro efferata, come ben sappiamo.
Analogo disinteresse è stato mostrato dalle Nazioni Unite nei confronti degli ostaggi israeliani in mano ai terroristi.
Nessuna iniziativa è stata presa per favorirne la liberazione, i circa 100 ostaggi rilasciati devono la loro libertà alla mediazione di singoli paesi (Egitto, Qatar, Usa) e non alle Nazioni Unite.
Varie proposte di Risoluzione, poi bocciate per il veto degli Stati Uniti, proponevano il "cessate il fuoco", ma senza legarlo al rilascio degli ostaggi.
Così è anche per l'ultima, questa volta approvata, che propone un cessate il fuoco per il solo periodo del Ramadan. Ed i cui esiti, a distanza di una settimana, appaiono nefasti.
Vediamo come era la situazione prima.
Il governo israeliano aveva proposto una tregua per il periodo della festività islamica, bloccando già, nel frattempo, l'occupazione di Rafah, cittadina al confine con l'Egitto dove vivono ammassati oltre 1 milione di profughi.
Lo schema di accordo prevedeva il rilascio di 40 ostaggi, perlopiù persone anziane, bambini o in difficoltà per problemi di salute.
Il "prezzo" richiesto da Hamas per il rilascio di queste persone (prezzo immorale, perché si tratta di innocenti rapiti senza motivo) questa volta era più alto che nell'occasione la precedente.
Non più 3 detenuti nelle carceri israeliane per ogni ostaggio, ma molti di più, 700 per 40 ostaggi, vale a dire 17,5 per ostaggio.
Un "prezzo" 6 volte più alto.
Il governo israeliano aveva accettato, su pressioni americane, questo schema di accordo.
Che ora è saltato, proprio in virtù della sciagurata Risoluzione ONU.
Hamas ha approfittato dell'isolamento internazionale di Israele per alzare il prezzo, ora non chiede più il rilascio dei terroristi detenuti, ma il completo ritiro dell'esercito israeliano ed il "cessate il fuoco" definitivo, rimanendo così padrona del campo, ed avendo sostanzialmente vinto la guerra.
Guerra da lei stessa provocata, infischiandosene delle conseguenze sulla popolazione civile.
A cui non ha minimamente pensato di offrire rifugio nei tunnel costruiti a spese dei cittadini.
Forse, anzi senza forse, perché, come dichiarato dai vertici dell'organizzazione, più morti ci sono e meglio è, perché aumenta l'isolamento internazionale di Israele.
Complice anche una opinione pubblica occidentale, ma non solo, che prende per buone, senza verifica, il numero di morti comunicato da Hamas.
Trascurando il fatto che l'organizzazione, ammesso e non concesso che le cifre siano vere, conta tra le vittime anche i terroristi uccisi, a cominciare da quelli morti durante il pogrom del 7 ottobre.
Ottenuto il ritiro israeliano, il rilascio degli ostaggi, secondo i terroristi, potrebbe avvenire in un secondo momento.
Ovviamente a condizioni capestro, ad esempio il rilascio di terroristi che si sono macchiati di reati feroci.
Come l'attuale capo di Hamas nella Striscia, Sinwar, rilasciato, insieme ad altri 1026 terroristi, anni fa in cambio di 1 solo soldato israeliano.
È un esito caldeggiato da larga parte della opinione pubblica internazionale, che non propone soluzioni a lungo termine del problema palestinese, ma sembra molto più ansiosa di ottenere una sconfitta di Israele, unica democrazia del Medio Oriente, ed unico paese nell'area in cui sono garantiti i diritti delle donne e delle minoranze.
Il calcolo di Hamas non si fonda solo sul sostegno internazionale, ma anche sulle crepe interne alla società israeliana, dove l'esigenza di un esito della guerra che dia maggior sicurezza, si scontra con l'ansia dei parenti degli ostaggi.
Che, in base alle testimonianze di quelli liberati, sono sottoposti, ogni giorno, a sevizie e torture, anche, specie le donne, di natura sessuale.
Con la completa e totale indifferenza dell'opinione pubblica filo-palestinese.