Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
TRE DOMANDE.
Quando le situazioni si complicano e sembra difficile districarsi in un mare di avvenimenti che sembrano contraddittori, a rovesciamenti di fronti politici che appaiono sorprendenti, se non si ha voglia di faticare cercando fonti dirette e autorevoli, per distinguere le poche verità spesso sommerse sotto cumuli di bugie del tutto verosimili, suggerisco di risalire ad alcune domande di base la cui risposta da coerenza ad ogni ragionamento seguente. Ad esempio:
1. L’integrità territoriale dell’Ucraina, un bene supremo per tutte le nazioni, è stata violata dalle armate della Russia con una guerra di occupazione sanguinosa. E’ giusto e credibile chiedere la pace proponendo di disarmare l’aggredito che resiste e non chiederla pretendendo innanzitutto che l’aggressore si ritiri nei suoi confini?
Si risponde che non è realistico chiedere alla Russia di ritirarsi. Sarebbe, invece, realistico chiedere a un paese indipendente di essere annesso come una colonia allo stato aggressore?
Se questo fosse il nuovo standard di comportamento internazionale ogni paese più grande sarebbe abilitato ad occupare il vicino più piccolo. Altro che pace, le guerre prolifererebbero a scelta dei più forti. Quel modo di immaginare la pace creerebbe solo due, tre, molte ucraine da regalare ai prepotenti. Non sono pacifisti, sono diversamente guerrafondai.
2. In medio oriente la risposta da dare è a una domanda ancora più semplice. Lo stato di Israele ha il diritto o no di esistere?
Tutto parte da questa risposta, perché ogni altra domanda o considerazione politica è una sua conseguenza. Compresa quella sul diritto di Israele a difendere la propria esistenza.
Se Israele non ha il diritto di esistere, come alcuni stati, forze politiche e organizzazioni terroristiche sostengono, non è neanche legittimato a difendersi, proporzionatamente o meno.
Quindi ogni opinione sul presente deve essere ancorata alla risposta a questa sola domanda che consente solo un sì o un no.
Se è un sì si può discutere di ogni altro fatto. Se è un no Israeles è costretto solo a rispondere ai continui attacchi che subisce da oltre 70 anni da parte di chi lo vorrebbe esclusivamente annientare. E chi dice no è oggettivamente dalla parte di Hamas e del terrorismo antisemita.
Altro che occupazione della Palestina!
Si può discutere persino su quale sia il modo migliore per contrastare il tentativo terroristico dichiarato di completare il genocidio del popolo ebraico in questi pretesi tempi supplementari della shoah. Ma tutto parte da quella risposta, perché tutto il resto è solo conseguenza. Sì o no?
3. Chi ha seguito i passaggi che stanno portando alla nascita della lista unitaria per gli Stati Uniti d’Europa avrà capito non solo che si tratta di una opportunità storica per evitare l’incontro tra populisti dell’ultima ora e vecchi nazionalisti, cioè una maggioranza di centrodestra al governo dell’UE. Infatti tutti gli Istituti demoscopici, soprattutto esteri, confermano che il rafforzamento parlamentare delle liste liberaldemocratiche sottrarrebbe deputati al centrodestra in salsa von der Leyen – Meloni.
Avrà capito anche che in Italia il voto alla lista per gli Stati Uniti d’Europa porterà nel Parlamento la forza più coerente, agguerrita e programmaticamente più coesa per riformare l’UE, liberandola dalla burocrazia brussellese, per l’elezione diretta del presidente della Commissione, per cancellare il diritto di veto che blocca, anche da parte di un solo paese, ogni decisione, per avere un sistema sanitario, fiscale, bancario e di difesa unico e una giustizia giusta che non tolleri certi sistemi barbarici, come quelli ungheresi ad esempio.
Un primo successo di quella lista può aprire una prospettiva nuova anche nella politica italiana, soffocata da un finto bipolarismo che vuole imporci l’unica scelta di essere populisti o sovranisti.
La terza domanda è a chi attribuire la responsabilità del fallimento del Terzo Polo?
Non è una polemica retrospettiva, ma oggi arriva un chiarimento su tante falsità che, allora e complici i media, portarono acqua al mulino di Calenda. Molte opinioni politiche sbagliate si formarono allora. Per questo è bene tornarci su.
Oggi tutti hanno potuto vedere il comportamento distruttivo di Calenda, che ancora tenta, con meno presa di allora, di far saltare in extremis l’intesa raggiunta, per impedire che questo grande passo rimescoli le carte politiche di tutti.
Comprese la sua, che si era attribuita tra gli applausi dei media compiacenti, e che oggi risulta essere un due di coppe quando a briscola comanda spade.